Domani convegno "Vuoti a perdere: esclusione sociale e cittadinanze incompiute", per parlare delle nuove forme di disagio e lotta alla povertà
"Vuoti a perdere: esclusione sociale e cittadinanze incompiute" è il convegno che si svolgerà domani, a partire dalle 9, nel Salone de' Dugento, organizzato dal Centro Studi e Formazione "Oasi dei Padri Mercedari" e dall'assessorato all'accoglienza ed integrazione del Comune di Firenze.L'incontro vuole rappresentare un momento di riflessione, per tutte le realtà fiorentine impegnate nella lotta alle povertà, sulle nuove forme di disagio e vulnerabilità sociale, diffuse oggi sul territorio nazionale.La prima parte del convegno sarà centrata sulla presentazione e discussione del volume "Vuoti a perdere: rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta", elaborato e curato dalla Caritas italiana e dalla Fondazione E. Zancan di Padova. Alla Tavola rotonda parteciperanno: il vice-direttore della Caritas diocesana di Firenze Don Andrea Bigalli, l'assessore all'accoglienza ed integrazione Lucia De Siervo, Padre Dino Lai presidente delle Opere Mercedarie di Firenze, Annalisa Tonarelli, docente di sociologia dei gruppi alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Firenze e Tiziano Vecchiato responsabile scientifico della Fondazione Zancan. Moderatore sarà Nedo Baracani, docente di sociologia del lavoro alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Firenze.Nella seconda parte della mattina si parlerà degli interventi svolti e la celebrazione del 50° anniversario della presenza dei Padri Mercedari a Firenze.(pc)SEGUE BREVE SCHEDA DELL'OASI DEI PADRI MERCEDARINel Quartiere 3 di Firenze esiste, ormai da 50 anni, una comunità d'accoglienza dove convivono anziani ergastolani, quarantenni tossicodipendenti, giovani ragazzi albanesi: un paradigma generazionale dell'esclusione sociale. A gestirla sono i Padri Mercedari, appartenenti ad un ordine religioso fondato in Spagna nel XIII secolo per liberare gli schiavi cristiani fatti prigionieri dai mori. Dall'epoca dei viaggi in Terra Santa i Padri Mercedari si impegnarono nelle carceri, creando centri di accoglienza e parrocchie in tante città del mondo. A Firenze arrivarono all'inizio degli anni Cinquanta per fondare una comunità per ex detenuti: l'O.A.S.I. (Opera Assistenza Scarcerati Italiani) una sigla che andò trasformandosi negli anni, simbolo dei cambiamenti più generali cui andava incontro la comunità, in "Oasi", metafora di un luogo di riposo che si offre all'accoglienza di persone con problemi diversi. L'Oasi, infatti, si rivolge a persone che hanno vissuto l'esperienza del carcere o di altri forti disagi per proporre loro un percorso di scoperta delle proprie risorse, soprattutto quelle spirituali. In 43 anni si è formata attorno alla comunità una rete di strutture e di servizi adatta all'accoglienza e al reinserimento sociale di ex tossicodipendenti, giovani (Casa Martino), minori provenienti dall'area penale (Casa Famiglia Don Zeno Saltini) e minori in stato di abbandono (Centro Mercede). Inoltre all'opera di assistenza i Mercedari di Firenze hanno affiancato anche un lavoro di riflessione e discussione. Per questo è stato creato il Centro Studi e Formazione Oasi che, in particolare, si occupa di approfondire, con ricerche e corsi di formazione, diverse tematiche riguardanti le marginalità sociali.