Il sindaco Domenici all'assemblea di Confesercenti: "Uniamo forze ed energie, investiamo sull'innovazione, puntiamo sulla capacità attrattiva della città"

Unire forze, risorse ed energie senza cadere nella tentazione di ripiegarsi su se stessi, ma dialogando e facendo squadra su obiettivi condivisi; puntare sull'innovazione e lavorare per coinvolgere nuove capacità, che vengano anche da fuori; puntare sull'attrattività di Firenze, che studi recenti confermano realtà capace di richiamare investitori e risorse. E fare fronte comune perché senza politiche nazionali adeguate, sarà comunque difficile dare una prospettiva concreta allo sviluppo locale. Sono questi i punti fondamentali dell'intervento che il sindaco Leonardo Domenici ha tenuto stamani all'assemblea elettiva di Confesercenti Firenze all'Hotel Baglioni, la prima dopo l'elezione del nuovo presidente. "Quella che emerge dal rapporto 2004 di Confesercenti sul commercio nella nostra provincia è una situazione preoccupante: purtroppo i dati sono chiari – ha esordito Domenici rivolgendosi all'assemblea e al neo-presidente Franco Bertini – E sono dati che ci danno il quadro di uno scenario generale non certo facile. Forse nell'ultimo anno si è perso del tempo proprio perdendo di vista questo scenario, ed individuando come quasi esclusivi fattori di crisi provvedimenti come quelli di limitazione del traffico nella ztl. Sono contento che oggi ci sia la volontà collettiva di superare questa fase, e sono d'accordo con Franco Bertini quando dice che ‘da soli non si va da nessuna parte': per lo sviluppo locale è indispensabile lavorare insieme ed attivare tutti gli strumenti possibili di concertazione, come il Piano Strategico"."Ma oggi siamo in una fase in cui o riusciamo ad attivare nuove politiche nazionali e regionali, o ci troveremo di fronte ad ostacoli insormontabili – ha proseguito Domenici – Se esaminiamo infatti l'andamento dell'economia locale, vediamo come gli investimenti pubblici, dei Comuni in particolare, abbiano avuto una determinante funzione ‘anticiclica' e di rallentamento della crisi; basta pensare che nel 2003 Firenze è stata la prima città italiana per investimenti pubblici pro-capite. Ma se scattano misure di contenimento degli investimenti, questo meccanismo virtuoso non è più possibile: e con le ultime leggi finanziarie gli investimenti dei Comuni sono per l'appunto rientrati nel patto di stabilità. Sono stati introdotti limiti e tetti, come se le amministrazioni locali fossero responsabili del cattivo andamento dei conti pubblici. Ma non è così: a confermarlo sono dati e cifre, nonostante le ripetute accuse del presidente del consiglio sui presunti sprechi dei Comuni". "Va capito invece che proprio i Comuni sono la forza del paese. E va compreso che se non si scioglie il nodo delle politiche nazionali, sarà impossibile anche risolvere le emergenze che frenano lo sviluppo locale – ha precisato il sindaco, ricordando gli irrisolti e gravissimi problemi dell'inquinamento, degli sfratti, del rifinanziamento del trasporto pubblico locale, degli strumenti normativi in tema di commercio. A questo proposito Domenici ha citato anche il tema degli affitti, di cui anche gli stessi commercianti sono vittime: "Ne ho recentemente parlato con il prefetto e credo sia necessario che le istituzioni locali, le associazioni di categoria, le forze dell'ordine accolgano e facciano emergere le denunce e i fenomeni di speculazione"."Di fronte a questa situazione, è necessario reagire e mobilitarci insieme sia a livello locale che a livello nazionale – ha sottolineato il sindaco – E lo possiamo fare lavorando insieme su tre punti. Il primo: unire le forze, le risorse e le energie, facendo squadra e dando nuovo impulso a tutti gli strumenti di concertazione. Il secondo: elaborare idee nuove e attrarre energie anche da fuori, per dare alla città quel dinamismo e quella forza innovativa che a volte sembrano mancare, complice anche l'invecchiamento della popolazione. Terzo, puntare sulla capacità di attrazione della nostra città in tema di turismo, cultura e investimenti; una capacità sulla quale personalmente sono estremamente fiducioso, confermata da studi importanti come quello recentissimo di Ambrosetti". E Domenici si è soffermato su questo aspetto, ricordando intanto come Firenze sia in assoluto la città italiana che investe di più nelle politiche culturali (il 4,2% del bilancio), poi ritornando sul problematico rapporto con lo Stato e le soprintendenze, che di fatto gestiscono il 70% dei beni culturali della città. "Possibile – ha sottolineato come esempio Domenici - che le iniziative per i 500 anni del David di Michelangelo, che è gestito dal Museo dell'Accademia, le abbia dovute leggere sui giornali?" "Eppure sul tema dell'attrattività possiamo fare molto – ha aggiunto – Pensiamo all'irripetibile ed emblematico luogo che è Palazzo Strozzi, dove convivono eccezionali spazi espositivi ed altissime istituzioni culturali. Oppure pensiamo al nuovo e qualificante progetto di Castello, che farà di quell'area il baricentro della città metropolitana (e che mi auguro sarà interessante non solo per la nuova sede della Provincia, ma anche della Regione)"."In questo quadro – ha concluso Domenici – il ruolo delle associazioni di categoria è molto importante. A loro il ruolo di recuperare la capacità di essere ‘mercanti', così come li aveva definiti Fernand Braudel: ovvero capaci di girare il mondo, entrare in contatto con altre civiltà, e riportare il mondo nella propria città. Se saremo capaci di costruire nuove relazioni, se riusciremo a proiettarci verso l'esterno e insieme a prenderci cura di quel che abbiamo, la nostra prospettiva non potrà che essere positiva". (ag)