Piano di Castello, De Zordo e Sgherri presentano una domanda di attualità: «Un'operazione contro gli interessi della città. Fare chiarezza sugli oneri di urbanizzazione»

«Fare chiarezza sulla pessima convenzione firmata lo scorso 26 aprile tra Leonardo Domenici e Salvatore Ligresti in merito al piano urbanistico esecutivo di Castello». E' quanto chiedono i gruppi consiliari Unaltracittà/Unaltromondo e Rifondazione Comunista con la domanda di attualità presentata durante il consiglio comunale di questo pomeriggio.Per le capogruppo De Zordo e Sgherri si tratta «di una cementificazione pesantissima che non risponde a nessuno dei bisogni e delle esigenze reali della città, come ad esempio l'irrisoria previsione di alloggi di edilizia popolare (solo 158 su oltre 1000 previsti per l'edilizia privata). Il pesantissimo intervento, che viene a collocarsi in una area dall'equilibrio infrastrutturale, sociale e ambientale fortemente compromessa, saturerà l'unico corridoio ambientale che unisce le colline del Monte Morello con l'Arno con ovvie ricadute sul clima e il ricambio d'aria all'interno della piana fiorentina. Nonostante l'accordo siglato mancano ancora le valutazioni di impatto ambientale così come prevista dalla nuova legge urbanistica (1/2005)».«Inoltre – chiedono di sapere Ornella De Zordo e Monica Sgherri – vogliamo sapere se è vero che la convenzione prevede, in aggiunta agli oneri dovuti, esclusivamente la cessione delle aree per il parco e l'urbanizzazione secondaria. In altre occasioni è stato garantito al Comune un congruo contributo aggiuntivo, come nel caso della lottizzazione di San Bartolo a Cintoia, dove gli oneri aggiuntivi sono stati di circa 4 miliardi di vecchie lire in aggiunta ai 5 miliardi di vecchie lire circa di oneri obbligatori».Le due capogruppo chiedono anche di conoscere «se la realizzazione del parco urbano e delle relative opere di urbanizzazione secondaria nei limiti di un costo complessivo di 10 milioni saranno scomputati dagli oneri di urbanizzazione. Tali oneri sono comunque dovuti dal concessionario ai sensi della legge 10/77 e della legge regionale 1/2005 art. 120».«Se questo corrispondesse al vero – sottolineano Monica Sgherri e Ornella De Zordo – sarebbe di una gravità inaudita in quanto il parco risulterebbe realizzato con finanziamento pubblico. Conviene sottolineare che la realizzazione del parco lungo il perimetro dell'aeroporto e quindi in un contesto di inquinamento acustico e ambientale alquanto pesante e compromissorio della qualità del parco stesso è un intervento indispensabile per la rivalutazione fondiaria degli edifici privati che vi si realizzeranno. Non sfugge a nessuno che per vendere meglio gli appartamenti di edilizia privata è necessario un contesto circostante "bello" e che funga comunque da barriera antirumore. Per come il parco è stato localizzato, e sacrificato lungo la pista aeroportuale è un intervento indispensabile per il buon esito dell'operazione economica dei privati. La convenzione per il piano urbanistico esecutivo di Castello - siglata tra il Comune di Firenze e la società Fondiaria-Sai proprietaria dell'area - dà il via alla fase realizzativa di un intervento edificatorio senza precedenti nella nostra città con la colata di circa 1 milione e quattrocento mila metri cubi di cemento per la realizzazione di un nuovo quartiere con uffici pubblici e privati, abitazioni, negozi, la nuova scuola Carabinieri, due alberghi, strade, piazze, scuole, impianti sportivi oltre a un parco pubblico di 80 ettari che doveva rappresentare l'interesse pubblico chiesto in contro partita all'intervento»«Nella convenzione, fra gli impegni degli operatori, come previsto nel piano regolatore – hanno concluso – è prevista la cessione gratuita Comune dell'area destinata a parco urbano di 80 ettari, specificando che è previsto un tetto massimo di spesa per il parco (10 milioni di euro) che verrà realizzato a tappe successive. Quest'ultimo aspetto è un'ulteriore regalia ai privati che potranno dunque contare su un esborso graduale nel tempo e che rimanda invece a tempi lunghi per la città tutta la realizzazione e la fruibilità del parco stesso.Non si capisce poi, se la realizzazione del parco è a scomputo di oneri dovuti, perché i privati beneficino ulteriormente di una convenzione di 66 anni durante i quali potranno gestire ed usufruire di tutte le attività a reddito che prenderanno vita nel parco. Senza ulteriori specificazioni viene tra l'altro da temere uno stravolgimento delle caratteristiche pubbliche del parco». (fn)