Cruccolini, Malavolti: «Panchine, fioriere e giochi per i parchi dalla raccolta differenziata dei cittadini»

A cosa servono e dove vanno a finire le bottiglie di plastica e di vetro, le scatolette e le lattine di alluminio, ma anche gli shoppers, le retine della frutta, le vaschette dell'insalata, i cartoni di tetrapak e i vasetti per le piante, raccolti dai cittadini nelle campane blu? Si tratta di circa 100 chili di "multimateriale" (per ogni "campana blu") raccolto nei 110 Comuni della Regione da 2 milioni e mezzo di cittadini, che viene ritirato ciclicamente ogni 15 giorni dalla società toscana Revet. Questa azienda si occupa di prelevarlo dalle "campane blu" e di smistarlo poi negli impianti di Pontedera, seguendo dei precisi parametri. Per conoscere le varie fasi della catena della raccolta differenziata, ieri il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini, insieme al presidente della commissione ambiente Gregorio Malavolti, si sono recati alla sede della Revet. «Si è potuto così constatare – hanno sottolineato – che nell'azienda tutto inizia con l'ingresso, all'interno dei vari capannoni, di grossi camion che scaricano il multimateriale raccolto dai cittadini nelle campane blu.Dalla stessa struttura usciranno poi, dopo un lungo giro e dopo il lavoro accurato di macchine sofisticate e di uomini, materiali pronti ad essere rilavorati e riciclati ma anche prodotti finiti».«Il lavoro della vostra azienda – ha spiegato il presidente del consiglio – testimonia che il "progetto rifiuti zero" è effettivamente realizzabile senza alcun ostacolo aumentando considerevolmente la raccolta differenziata. Per completare il ciclo occorre che non solo gli enti locali, ma anche le società partecipate ed i privati seguano quanto stabilito dall'apposito decreto ministeriale, il 203 del 2003, che obbliga tutte le amministrazioni pubbliche ad acquistare il 30% dei prodotti realizzati con di materiale riciclato. Solo in questo modo riusciremo veramente a rispettare la sostenibilità ambientale e ad incrementare il riciclo dei materiali. Sarebbe interessante inserire la figura dell' «energy manager» all'interno delle aziende, per garantire un'efficace analisi costi benefici del processo di riutilizzo dei materiali, con minor spreco di energia e di risorse».«Arredare le piazze della nostra città con panchine, fioriere e cestini per i rifiuti realizzati con il riutilizzo della plastica raccolta dai cittadini – hanno aggiunto Cruccolini e Malavolti - rappresenterebbe poi un esempio molto originale per far capire a tutti l'importanza e il valore dell'impegno nella raccolta differenziata«La nostra metodologia di raccolta - ha spiegato Antonio Marrucci, presidente della società Revet - grazie all'utilizzo di un unico contenitore consente di semplificare non solo le fasi di conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini, ma rappresenta anche una adeguata risposta alle pressanti richieste di molte amministrazioni comunali, che insistono per una limitazione dell'occupazione del suolo pubblico, lasciando spazi adeguati per parcheggi, marciapiedi, carreggiate stradali, giardini e verde pubblico in genere».Analizzando nel dettaglio le varie fasi del lavoro nello stabilimento Revet, una volta terminato il processo di selezione dei materiali, oltre che per tipo anche per colore e qualità, si passa poi a pesare i singoli blocchi di differenziato, precedentemente pressato e compattato. Tutto il processo è automatizzato attraverso l'utilizzo di macchinari, che hanno un bassissimo margine di errore, pari ad appena il 2%. Solo pochi operai si occupano di correggere manualmente gli errori commessi dalla catena meccanica. Dopo questa fase di differenziazione e catalogazione, i dati finali della raccolta differenziata vengono inseriti in un sistema multimediale di rete, per rendere immediatamente disponibile il prodotto per le aziende che vogliano acquistarlo.Firenze è al primo posto in Italia per la raccolta della carta. Il multimateriale contenuto nelle campane rappresenta solo il 7 % della raccolta differenziata. Complessivamente il 60% del prodotto indifferenziato è costituito da bottiglie di plastica bianca e colorata, il 20% è costituito dal vetro, che pesa molto ma che è più facilmente riciclabile e con meno spese. Il restante 20 % è invece rappresentato da tutta quella plastica di minor pregio, come sacchetti per la spesa, tappini, pezzettini di vaschette e altro che solitamente le aziende considerano come scarti da incenerire. E' proprio da questi scarti la società di Pontedera realizza il "Marehelene", il materiale usato per costruire i "palletts" per realizzare panchine, fioriere e tanti altri elementi di arredo urbano, da restituire ai cittadini per le loro piazze e strade, chiudendo così il ciclo virtuoso del riciclaggio nettamente in positivo, a beneficio di tutta la collettività.«E' importante – ha concluso Cruccolini – che questa ciclo di riciclaggio possa essere visitato da scolaresche e semplici cittadini, anche per dare risposta alle molte loro curiosità. In questo modo i cittadini potranno rendersi conto direttamente che la raccolta differenziata produce importanti effetti positivi». (fn)