Sfratto in via de' Macci, Rifondazione: «Una soluzione coraggiosa per un caso emblematico»

Questo il testo del'intervento di Monica Sgherri,capogruppo di Rifondazione Comunista, della vicecapogruppo Anna Nocentini e del consigliere Leonardo Pieri:«Questa mattina la consistente mobilitazione di cittadini e cittadine, di molti attivisti e dirigenti dell'Unione Inquilini e del Movimento di lotta per la casa, della presenza significativa della segreteria del Sunia, e la partecipazione massiccia del partito e dei gruppi consiliari di Comune, Provincia e Regione di Rifondazione Comunista , e la presenza di alcuni rappresentanti di "Unaltracittà/unaltromondo" ha ottenuto il rinvio dello sfratto di un anziano settantacinquenne.La vicenda è emblematica e chiede una soluzione esemplare.L'anziano, che vive in pochi metri quadri, aveva concordato con il vecchio proprietario di realizzare, a proprie spese, una piccola doccia. Morto il vecchio proprietario il nuovo inizia una procedura di sfratto per abuso edilizio. Quello che è grave è la proprietà che vince la causa di sfratto.Qui si aprono seri interrogativi e riflessioni:1° Se esistesse un abuso, il primo e più importante è quello della locazione di un appartamentino per civile abitazione che non ha lo standard edilizio minimo, ossia i servizi igienici. Giustizia avrebbe voluto che si imponesse al proprietario di accollarsi le spese della minima messa a norma.Altro che concludere l'iter processuale con una sentenza di abuso edilizio all'inquilino!2° Questa interpretazione della legge si colloca esattamente nella difesa dei soli proprietari aprendo ancora di più la strada alla rendita fondiaria nella nostra città.Si da legittimità ad un nuovo principio: i casi di nuova povertà o marginalità saranno definiti dalla speculazione e non dalle condizioni reali delle persone.La conseguenza sarà che il Comune sarà schiacciato dalla rendita fondiaria.3° La risposta dell'Amministrazione non può assecondare quanto sopra ossia far diventare un caso sociale quello che oggi caso sociale non è. In questo senso la risposta del Comune deve salvaguardare i diritti e la dignità della persona. Siamo davanti al caso di un anziano che fino ad oggi ha vissuto in piena autonomia e senza nessun sussidio con il minimo della pensione. Questo caso chiede una soluzione abitativa autonoma e indipendente non certo soluzioni pietistiche come albergo popolare e mensa sociale.4° La città chiede un segnale chiaro e coraggioso proprio per quel disagio e sofferenza che viene sempre più crescendo nella nostra bella Firenze dove troppe famiglie vivono come incubo il giorno dello sfratto esecutivo, e troppe famiglie attendono una casa dignitosa per abitare.Lo sfratto è stato rimandato all'8 giugno. C'è il tempo per l'amministrazione comunale per trovare una soluzioni che non sia dettata dall'emergenza e per riprendere quella strada della mobilitazione in città che oggi ha imposto il rinvio dello sfrattoNon è tempo di sola normale amministrazione e gestione del problema casa.A proposito di coraggio va chiesto con forza la sospensione di tutti gli sfratti che non sono per necessità e perché no, davanti a soluzioni palesemente ingiuste e a fronte di una emergenza casa che assume caratteri di ordine pubblico, riprendere la vecchia ma più che attuale strada delle requisizioni».(fn)