Vertenza nazionale settore autoferrotranviario, il consiglio comunale approva l'ordine del giorno per modificare il trattamento in malattia

Il Consiglio comunale ha approvato nella seduta di ieri l'ordine del giorno firmato dai capigruppo dei Ds, Margherita, Verdi, Sdi, Comunisti italiani, Rifondazione comunista, Unaltracittà/Unaltromondo che riguarda la vertenza nazionale sul trattamento di malattia per i dipendenti del settore autoferrotranviario. Il Consiglio chiede al Governo di modificare la norma della legge Finanziaria con cui l'onere del trattamento di malattia è stato completamente attribuito all'aziende del trasporto pubblico locale. Nell'ordine del giorno approvato la maggioranza invita il Sindaco ad adottare, anche quale presidente nazionale dell'ANCI, le iniziative più opportune affinché venga sostenuto il tavolo di discussione nazionale avviato dal Ministero del Welfare, che, partendo dal rispetto dei diritti dei lavoratori, tenga conto delle oggettive difficoltà del settore del trasporto pubblico locale e dell'impossibilità da parte degli Enti locali di farsi carico di questo ulteriore costo. Viene inoltre espressa solidarietà ai lavoratori, auspicando che le iniziative sindacali già intraprese siano rivolte anche ad ottenere la modifica dei contenuti penalizzanti della norma qui richiamata. (lb)Si allega l'ordine del giorno approvato:PRENDE ATTO CON VIVA PREOCCUPAZIONE come, al di fuori di qualunque concertazione o consultazione con le parti sociali e con gli Enti locali, il Parlamento abbia approvato il maxi emendamento del Governo al disegno di Legge Finanziaria 2005, che ha in particolare modificato il trattamento di malattia per i dipendenti del settore autoferrotranviario (art.1, comma 148, legge 30 dicembre 2004, n. 311), stabilendo: "a decorrere dal 1° gennaio 2005, nell'ambito del processo di armonizzazione al regime generale è abrogato l'allegato B al Regio Decreto 8 gennaio 1931, n. 148, e i trattamenti economici previdenziali di malattia, riferiti ai lavoratori addetti ai pubblici servizi di trasporto rientranti nell'ambito di applicazione del citato Regio Decreto, sono dovuti secondo le norme, le modalità e i limiti previsti per i lavoratori del settore industria. I trattamenti economici previdenziali di malattia aggiuntivi rispetto a quelli spettanti ai lavoratori del settore industria, o comunque diversi dagli stessi, previsti ed applicati alla predetta data ai sensi del citato allegato B e degli accordi collettivi nazionali che stabilivano a carico delle disciolte Casse di soccorso particolari prestazioni, trasferite dal 1° gennaio 1980 all'INPS ai sensi della legge 23 dicembre 1978, n. 833, sono da considerare, fino ad eventuale e diversa disciplina pattizia, obbligazioni contrattuali del datore di lavoro";CONSIDERA NEGATIVI, al di là della dubbia costituzionalità della norma citata, gli effetti delle disposizioni di cui all'art. 1, comma 148 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, in quanto:• equiparando il settore del trasporto pubblico locale e quello dell'industria relativamente al trattamento di malattia, si scaricano sulle aziende costi aggiuntivi quantificabili in circa 100 milioni di Euro per ogni anno (per ATAF spa l'onere aggiuntivo è pari a 1,4 milioni di euro all'anno), con conseguenze destabilizzanti facilmente immaginabili;• colpisce uno dei punti di maggiore sensibilità nel rapporto fra lavoratori ed aziende, suscitando legittime e comprensibili preoccupazioni;• persegue la scelta politica di sottrarre risorse ad un settore che già soffre di gravi e strutturali difficoltà finanziarie, e che invece, per la sua importanza strategica per la vita delle città e per il contributo che offre al contenimento della mobilità privata e quindi dell'inquinamento, andrebbe sostenuto con coerenti politiche finanziarie e di sistema;ESPRIME NETTA CONTRARIETA' ad una norma che tende a scaricare sui Comuni, sulle aziende, sui lavoratori e sui cittadini-utenti le contraddizioni di una politica economica e dei trasporti sbagliata ed inefficace, e che, per le modalità con cui è stata definita, segna un nuovo strappo nei rapporti già negativi tra Governo, Enti locali e parti sociali;PRENDE ATTO CON PREOCCUPAZIONE della posizione inizialmente assunta dalle associazioni delle aziende di trasporto pubblico (ASSTRA, aziende pubbliche, e ANAV, aziende private), con cui veniva annunciata la disdetta a partire dal 28 febbraio 2005 degli accordi inerenti il trattamento di malattia, e del successivo avvio delle procedure sindacali di raffreddamento della vertenza;PRENDE ATTO della decisione del Ministero del Welfare di intervenire, convocando le parti per il 17 marzo scorso, occasione nella quale le associazioni delle aziende e le OO.SS. firmatarie dei CC.NN.LL. di categoria hanno mantenuto le loro posizioni in merito alla norma contestata, ma il Governo avrebbe convenuto sulla necessità di modificare almeno in parte il contestato art. 1, comma 148 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nel senso di restituire alla contrattazione nazionale il tema del trattamento di malattia;CONSIDERA POSITIVAMENTE la decisione assunta da ASSTRA, alla luce dell'esito del citato incontro del 17 marzo, di differire al 31 maggio 2005 l'annunciata disdetta, e apprezza il fatto che ATAF spa abbia sostenuto, in tale contesto, le ragioni del differimento;DENUNCIA con preoccupazione il diverso regime che si è venuto a determinare tra i lavoratori del settore, stante il diverso atteggiamento in merito all'attuazione della norma contestata assunto da ASSTRA e ANAV;PRENDE ATTO della decisione delle OO.SS. firmatarie dei CC.NN.LL. di categoria di proclamare lo sciopero nazionale degli autoferrotranvieri per il giorno 8 aprile 2005, ai quali esprime solidarietà, auspicando che le iniziative sindacali intraprese siano rivolte anche ad ottenere la modifica dei contenuti penalizzanti della norma qui richiamata;CHIEDE CON FORZA che il Governo, in tutte le sue articolazioni, dia seguito all'annunziata volontà di porre mano ad una modifica condivisa della norma contestata, secondo un percorso che coinvolga attivamente aziende, Enti locali, e OO.SS. firmatarie dei CC.NN.LL. di categoria, con la quale ripristinare ruoli, diritti, funzioni e responsabilità dei soggetti in causa, ponendo rimedio agli effetti negativi sopra indicati;INVITA IL SINDACO ad adottare, anche quale presidente nazionale dell'ANCI, le iniziative più opportune affinché venga sostenuto il tavolo di discussione nazionale avviato dal Ministero del Welfare, che, partendo dal rispetto dei diritti dei lavoratori, tenga conto delle oggettive difficoltà del settore del trasporto pubblico locale e dell'impossibilità da parte degli Enti locali di farsi carico di questo ulteriore costo, che verrebbe di fatto a gravare sui bilanci dei Comuni già pesantemente penalizzati dalle leggi finanziarie succedutesi dal 2001 nonché dalla mancata attuazione dell'art. 119 della Costituzione in tema di federalismo fiscale;CHIEDE AL SINDACO, per il tramite degli Assessori interessati, di informare costantemente il Consiglio comunale circa gli esiti della discussione e della trattativa in atto sulla vicenda;IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE a trasmettere il presente Ordine del Giorno alle aziende locali concessionarie del trasporto pubblico locale, alle OO.SS. di categoria firmatarie dei CC.NN.LL., ad ASSTRA e ANAV, ai Consigli comunali dei Comuni della Provincia di Firenze, dei Comuni capoluogo di Provincia della Toscana, dei Comuni capoluogo di Regione, all'ANCI regionale e nazionale.