"Giorno del ricordo", approvato ordine del giorno di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Unaltracittà/unaltromondo

E' stato approvato dal consiglio comunale con 19 voti a favore, uno contrario e quattro astenuti l'ordine del giorno presentato da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Unaltracittà/unaltromondo sulla "Giorno del ricordo" e sulle foibe. Nel documento si sottolinea che «nell'affrontare il tema così delicato delle foibe e dell'esodo istriano, fatti avvenuti tra il 1943 e il 1947, il modo più rispettoso e corretto di far luce su questi drammatici eventi sia quello di ricostruirne il contesto storico».«Contesto storico – prosegue il documento – che non può limitarsi solo al periodo successivo all'armistizio, ma deve necessariamente comprendere gli oltre venti anni di politica nazionalistica di repressione e negazione dell'identità attuata ai danni delle minoranze slave da parte del regime fascista. Infatti l'italianizzazione attuata fin dal 1920 ha comportato azioni pesantissime nei confronti delle popolazioni istriane e dalmate (confisca dei beni, discriminazione linguistica e culturale) e della società civile (chiusura delle camere del lavoro, di associazioni e di partiti politici)».L'ordine del giorno impegna il sindaco «ad approfondire, attraverso convegni e dibattiti i drammatici eventi che caratterizzarono la storia di quelle terre» e «nell'ambito delle celebrazioni per il 60° anniversario della Liberazione, a dedicare ampie iniziative rivolte ad un serio approfondimento storico di tutti gli avvenimenti, anche i più bui, legati al tragico conflitto mondiale». (seg-red)Questo il testo dell'ordine del giorno approvatoIL CONSIGLIO COMUNALEPREMESSO CHE nell'affrontare il tema così delicato delle Foibe e dell'esodo istriano, fatti avvenuti tra il 1943 e il 1947, il modo più rispettoso e corretto di far luce su questi drammatici eventi sia quello di ricostruirne il contesto storico. Contesto storico che non può limitarsi solo al periodo successivo all'armistizio, ma deve necessariamente comprendere gli oltre venti anni dipolitica nazionalistica di repressione e negazione dell'identità attuata ai danni delle minoranze slave da parte del regime fascista. Infatti l'italianizzazione attuata fin dal 1920 ha comportato azioni pesantissime nei confronti delle popolazioni istriane e dalmate (confisca dei beni, discriminazione linguistica e culturale) e della società civile (chiusura delle camere del lavoro, di associazioni e di partiti politici).RITENUTO CHE gli episodi suddetti, pur nella loro efferatezza, non devono e non possono essere utilizzati per sminuire le responsabilità dei regimi nazi-fascisti e la portata dei loro crimini, condotti in nome di un'ideologia basata sulla superiorità della razza, né tantomeno il dato inconfutabile della loro sconfitta ad opera delle forze alleate e dei movimenti di Resistenza partigiana.CONSIDERATO CHE i valori della pace e del dialogo sono l'unico metodo percorribile per assicurare la convivenza civile tra i popoli, e che la ricomposizione di eventuali controversie e questioni in sospeso compete agli organismi democratici dell'Unione Europea, sede di cui Italia e Slovenia fanno parte a pieno titolo e che presto vedrà l'ingresso della Croazia.CONDANNANDO l'uso della violenza come strumento di risoluzione dei conflitti e qualunque forma di nazionalismo, in particolare quelle rivolte ad alimentare l'odio etnico e legittimare anche politicamente azioni di forza nei confronti di altre comunità, situazione ancor più inaccettabile nel quadro dell'Europa unita.RIFIUTANDO qualsiasi tentativo di negazionismo o revisionismo storico per fini propagandistici ed ogni proposito di rinfocolare dissidi fra stati a distanza di oltre 50 anni dagli eventi espostiIMPEGNA IL SINDACOAd approfondire, attraverso convegni e dibattiti in cui si confrontino studiosi e ricercatori della materia, i drammatici eventi che caratterizzarono la storia di quelle terre.Nell'ambito delle celebrazioni per il 60° anniversario della Liberazione, a dedicare ampie iniziative rivolte ad un serio approfondimento storico di tutti gli avvenimenti, anche i più bui, legati al tragico conflitto mondiale, nella consapevolezza che solo tenendo viva la memoria e il ricordo è possibile impedire che tali fatti si ripetano.