«Da Firenze mobilitazione nazionale contro le onorificenze ai militari della Repubblica di Salò»: appello di Caffaz, Rotondaro, Perini, Falciani, Varrasi, Sgherri e De Zordo

Una raccolta di firme per sottoscrivere l'appello al Parlamento contro il disegno di legge, presentato da Alleanza Nazionale e in discussione al Senato, che «riconosce la qualifica di militari belligeranti a quanti prestarono servizio militare dal 1943 al 1945 nell'esercito della Repubblica sociale italiana» è stato lanciato da Caffaz (DS), Rotondaro (Comunisti Italiani), Perini (Margherita), Falciani (SDI), Varrasi (Verdi), Sgherri (Rifondazione), De Zordo "Unaltracittà/unaltromondo").«Tutti i cittadini che vorranno sottoscrivere l'appello – hanno spiegato – potranno farlo inviando un messaggio di posta elettronica a noasalo@hotmail.it».«Crediamo che tutti i democratici e gli antifascisti debbano mobilitarsi per impedire una grave offesa alla nostra storia – scrivono i capigruppo del centrosinistra e della sinistra critica – a chi è morto per la nostra libertà, a quei soldati che, fedeli al nostro Paese dopo l'8 settembre 1943, furono massacrati dai nazisti».«Facciamo poi un appello ai consigli dei Comuni italiani - scrivono Caffaz, Rotondaro, Perini, Falciani, Varrasi, Sgherri e De Zordo - perché approvino una risoluzione, così come abbiamo proposto per la nostra città, per chiedere al Parlamento di non votare il disegno di legge, al Presidente della Repubblica, di esercitare tutti i poteri per non promulgare una legge che rappresenterebbe una vergogna per il nostro paese».La risoluzione presentata dai capigruppo della maggioranza di centrosinistra e della sinistra critica impegna il sindaco «a intervenire presso il Governo nazionale, il parlamento per impedire che il disegno di legge abbia un iter positivo», «a sensibilizzare e mobilitare le forze politiche, sociali e associative della città, perché manifestino contro tale disegno di legge», «a contribuire con iniziative e manifestazioni al mantenimento di una memoria attiva della Liberazione, perché non possa essere misconosciuto il suo valore fondante per la libertà e la democrazia dell'Italia». (fn)