Policlinico di Careggi, Nocentini (Rifondazione): «C'è bisogno di una gestione meno verticistica e più partecipata»

Questo il testo dell'intervento di Anna Ncentini, vicecapogrupo di Rifondazione Comunista:«E' finita con uno scherzo la visita della IV commissione consiliare al nuovo stabilimento di S. Luca a Careggi: al termine di un percorso guidato dal Direttore generale e dal direttore sanitario, con un buon numero di tecnici, nella zona non ancora attiva, l'arrivo di un medico alterato che deve continuamente bagnarsi la testa, mentre effettua analisi impegnative, per il gran caldo che questo impianto efficientissimo manda nelle stanze. Dopo di lui un altro, pacatamente, ci conferma che davvero questo impianto non funziona e che è difficile continuare a lavorare. Allora, non è uno scherzo. Infine, un passaggio veloce con le rappresentanze sindacali e con quelle per la sicurezza sui luoghi di lavoro che lamentano l'impossibilità di confronto con la direzione: un anno, un anno e mezzo dall'ultimo incontro per discutere dei 23 cantieri aperti a Careggi, della sicurezza durante i lavori sia dei sanitari che dei dipendenti delle ditte che eseguono i lavori. E ci forniscono un lungo elenco di questioni aperte. Eppure abbiamo appena avuto garanzia di relazioni sindacali complesse ma attive: qualcosa non torna. E' opportuno quindi l'impegno della commissione a rimettere all'ordine del giorno la questione per un prossimo e più approfondito incontro. Ma adesso che i cantieri procedono senza che nessuno possa accedere a controllare, che i lavoratori (e forse i pazienti se li potessimo ascoltare) avrebbero tante segnalazioni da fare perché non si ripetesse l'esperienza della piastra dei servizi che il giorno dell'inaugurazione aveva le cantine allagate, adesso che non si ha certezza della sicurezza dei lavoratori delle ditte appaltatrici con le quali invece dovrebbe esserci un coordinamento, adesso che non si possono effettuare controlli perché non è dato sapere la destinazione futura dei locali, che vengono disattese le prescrizioni dell'ente di controllo interno, che non c'è programmazione di sorveglianza sanitaria: adesso che si fa? Si deve incalzare la direzione ad avere reali relazioni sindacali, si deve attivare un processo di maggiore trasparenza e informazione, perché c'è bisogno di una gestione meno verticistica e più partecipata con tutti gli attori che fanno la vita di Careggi e di un controllo più attento da parte del Consiglio Regionale. Non c'è niente da temere nel mettere a conoscenza delle politiche aziendali, delle scelte gestionali ed organizzative, nel rendere trasparenti gli appalti ei subappalti, i project financing e gli atti relativi, e non c'è l'incalzare della concorrenza. Che sia un'azienda, passi, ma che almeno, diversamente da un'azienda privata, si impegni alla trasparenza e a rendere conto dell'operato alla cittadinanza e alle istituzioni».(fn)