Casa spa, Sgherri (Rifondazione) replica all'assessore Coggiola

Questo il testo dell'intervento della capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri:«Non siamo affatto tranquillizzati dall'affermazione dell'Assessore Coggiola che per i prossimi cinque anni Casa Spa rimarrà interamente pubblica. Se questo si voleva, l'unica soluzione era un'altra: modificare lo statuto inserendo che Casa Spa fosse esclusivamente composta da soci pubblici.Il punto è che pur andando a modificare lo Statuto di Casa Spa non si è voluto adottare questa scelta anche quando il quadro normativo nazionale prevede ora società interamente pubbliche e le equipara ad enti strumentali.Con la modifica di Statuto che andrà prossimamente in votazione in Consiglio Comunale di fatto è stato tolto il vincolo di due anni per fare la gara per l'ingresso del socio privato. E' stato tolto il vincolo ma rimane invece la potestà di farlo.E' evidente che condividiamo la scelta di togliere il vincolo ma la sostanza non cambia e per certi aspetti peggiora perché, nelle modifiche statutarie proposte, i singoli Comuni potranno cedere individualmente la loro quota azionaria nella società di gestione. Quindi le affermazioni dell'Assessore alla Casa Coggiola sono campate per aria in quanto l' ingresso del privato è indipendente di fatto dalla volontà del Comune di Firenze.Infatti è estremamente debole subordinare l'ingresso di terzi al "gradimento dei soci" in quanto il loro eventuale "non gradimento" dovrebbe essere esclusivamente motivato dalla mancanza di requisiti del tutto generici (art.6) di "finalità compatibili con quelle della società".Per assurdo potrebbe dunque determinarsi una situazione dove il principale socio azionista, il Comune di Firenze, anche in contrapposizione alla sua volontà, potrebbe ritrovarsi un unico socio privato consistente perché è subentrato a tutti i Comuni che detengono quote minuscole.Forse il vero giudizio sarebbe quello di ammettere che con il nuovo statuto si mettono a rischio le eventuali scelte del Comune di Firenze.Per evitare questa ipotesi rimarrebbe solo la possibilità di esercitare il diritto di prelazione, a nostro avviso del tutto irrealistica, in quanto il Comune di Firenze dovrebbe allora accollarsi ulteriori costi in un bilancio comunale già ristretto.Rimane inoltre inevasa la domanda tutta politica: Questa facoltà di far entrare un soggetto privato è semplicemente rimandata per problemi di opportunità politica (prossime elezioni regionali)? E, se così non fosse, e al contrario l'intenzione che questa società rimanga interamente pubblica è vera, perché non si è colta l'occasione della modifica dello Statuto per fare una operazione veritiera e coerente?».(fn)