Parcheggio alla Fortezza, Razzanelli (UDC): «Un compromesso che nulla toglie alla gravità del fatto. Chi pagherà adesso?»

«Sono contento della decisione presa dal comitato di settore del Ministero dei beni culturali. Si tratta di una proposta senza dubbio migliorativa dello stato attuale, anche se a mio avviso la scelta migliore resta la demolizione totale del "mostro"». Lo ha detto il capogruppo de'UDC Mario Razzanelli.«Resta comunque la gravità di quanto successo - ha aggiunto Razzanelli - che dimostra ancora una volta l'incapacità dell'amministrazione di portare avanti i lavori pubblici. Non solo deve essere modificato ciò che era stato costruito, ma ci troviamo di fronte ad un "obbrobrio architettonico" di cui non se ne sentiva proprio la necessità. Anzi, la stragrande maggioranza dei fiorentini è favorevole ad un ripristino della situazione originaria, quindi all'abbattimento totale. Chi pagherà adesso i 4 milioni di euro previsti per la demolizione? I fiorentini, e non solo, vogliono conoscere il nome dei responsabili. Oppure si pensa già di coprire questa spesa imprevista portando il budget delle contravvenzioni a 60milioni di euro per tappare il buco di bilancio?».«Ma la vera follia nella follia – ha concluso il capogruppo dell'UDC -è che l'obbiettivo di questa operazione era la realizzazione di un parcheggio a servizio dell'area espositiva. Adesso, oltre alla Fortezza parzialmente deturpata, ci ritroveremo con un parcheggio ridotto del 40%, ovvero con quasi quattrocento posti auto in meno di quelli previsti. Un'ulteriore prova del pressappochismo con il quale questa giunta affronta i problemi infrastrutturali scaricandone le conseguenze sulla pelle dei fiorentini e sulla vita economica della città. È l'ora che ci si interroghi su cosa accadrà sui viali di circonvallazione durante i lavori per la linea tre della tranvia. La giunta fa come gli struzzi e mette il capo sotto terra rifiutando, per ora, di fare la simulazione da me proposta che sarà tra breve discussa in consiglio. Sarebbe l'ora che i problemi si affrontassero per tempo, e non, come adesso, sempre dopo che il danno è stato fatto». (fn)