Nocentini (Rifondazione): «A chi giova l'ingresso delle cooperative nella programmazione sociosanitaria?»
Questo il testo del'intervento della vicecapogrupo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri:La giunta della società della salute ha approvato ieri una proposta per la costituzione della Consulta del terzo settore e del Comitato di partecipazione nella Società della salute stessa, secondo gli indirizzi regionali. Prende corpo, passo dopo passo, il nuovo ruolo che soggetti non pubblici stanno assumendo nelle funzioni sociali e sanitarie, nei servizi alla persona. Ad oggi le attività sociali e sanitarie sul territorio sono organizzate secondo una programmazione tutta di competenza dell'Comune e della ASL, e la progettazione degli interventi si avvale anche del contributo di associazioni. La strada che si apre è quella di costruire la programmazione insieme ad associazioni e privato sociale (Lega Coop, Associazione coop, Unione coop, Confederazione coop).Programmare, ovvero dare priorità attribuire risorse (limitate rispetto alle necessità) mettendo allo stesso tavolo i bisogni dei cittadini rappresentati dall'Amministrazione Comunale e gli interessi dei soggetti che erogano i servizi, i quali faranno ovviamente valere anche le loro ragioni aziendali. O c'è ancora chi ritiene che alla ragione sociale corrispondano effettivamente principi di mutua solidarietà e cooperazione fra soci, lavoratori e cittadini? E il legittimo aumento contrattuale dei lavoratori delle cooperative, quanto inciderà sulla futura programmazione?Dopo aver tolto al Consiglio comunale la capacità di decidere in merito alle questioni sociali e di integrazione sociosanitaria -aspettiamo ancora una seduta sugli indirizzi di merito e sul controllo-, dopo aver confinato a qualche interrogazione in aula le occasioni di discussione e conoscenza di questa materia (per la quale le risorse del Comune sono notevoli) dopo aver consegnato nelle mani della giunta della Società della salute (composta da assessori, presidenti dei quartieri e Direttore ASL) tutta la materia dei servizi alla persona e della sanità sul territorio, poco resta il margine per i cosiddetti strumenti di partecipazione; infine, la relazione che da anni si è stabilita fra l'Amministrazione ed alcune associazioni e consorzi e cooperative (piuttosto che altre) fa temere che la capacità di rappresentare, nel Comitato di partecipazione, diversi interessi collettivi sia vicina a zero».(fn)