Norme europee, il consiglio approva ordine del giorno: «Garantire i diritti dei lavoratori dei servizi nel mercato interno»

L'obiettivo è quello di coinvolgere «gli eletti nel Parlamento Italiano e gli eletti italiani nel Parlamento Europeo nei collegi e nelle circoscrizioni della Toscana, ad una forte opposizione alla proposta della "direttiva Bolkenstein"» per garantire i diritti dei lavoratori dei servizi nel mercato interno. E' quanto chiede un ordine del giorno approvato questo pomeriggio dal consiglio comunale e presentato da Caffaz e Barbaro (DS), Sgherri (Rifondazione), Rotondaro (Comunisti Italiani), Varrasi (Verdi) e Perini (Margherita).«Questa direttiva – si sottolinea nel documento – introduce una filosofia sociale diametralmente opposta allo "statuto della società europea" rispettoso del dialogo sociale e della concorrenza sui fattori qualitativi, nonché dell'idea della responsabilità sociale dell'impresa ancorata ai dispositivi legislativi dei Paesi ove l'impresa operi. Tale direttiva, peraltro, è in palese contraddizione con l'articolo 50 del trattato Comunità europea che stabilisce come "il prestatore può per l'esecuzione della sua prestazione, esercitare a titolo temporaneo, la sua attività nel paese ove la prestazione è fornita, alle stesse condizioni disposte dal paese stesso ai propri cittadini"».In particolare si chiede «quanto meno una sua profonda modifica che elimini il principio dei "paesi di origine e la sua estensione ai servizi orientati verso l'interesse pubblico generale». (fn)Questo il testo dell'ordine del giornoTipologia: ordine del giornoSoggetto/i proponente/i:OGGETTO: "In merito alla proposta di Direttiva europea sui servizi nel mercato interno (Direttiva Bolkenstein)"Premesso che il 13 gennaio 2004 è stata approvata dalla Commissione europea la proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio "Sui servizi nel mercato interno", meglio nota come "Direttiva Bolkenstein" dal nome del commissario alla concorrenza che ha elaborato il documento;Tenuto conto che il Parlamento europeo ha avviato l'iter di discussione della proposta di Direttiva, che dovrebbe concludersi nel marzo 2005;Ricordato che la stessa proposta di Direttiva si prefigge l'obiettivo di "diminuire il peso della burocrazia e dei vincoli alla competitività dei servizi nel mercato comunitario" ed è stata elaborata tenendo conto di una consultazione di ben 10.000 aziende, cui tuttavia nessun sindacato dei lavoratori e nessun organismo di regolazione sociale ha potuto partecipare;Ricordato altresì che tale proposta di Direttiva vuole affermare nei 25 Stati membri dell'Unione Europea le dinamiche della concorrenza commerciale anche per le attività di servizio, ove per servizio si intenda quanto disposto dall'art. 4 della proposta di Direttiva "ogni attività di impresa che si occupi della fornitura di una prestazione oggetto di contropartita economica", e che pertanto l'approvazione di tale Direttiva potrebbe delineare su scala europea una generale linea di privatizzazione di ogni tipologia di servizio, mettendo a repentaglio il modello sociale europeo che distingue tra i servizi orientati verso l'interesse pubblico generale e quelli che invece possono essere ragionevolmente commercializzati.Rilevato che il testo della proposta di Direttiva trova il suo equilibrio all'art. 16 con il quale viene introdotto il "principio del Paese di origine", secondo il quale i fornitori di servizi sono sottoposti unicamente ai vincoli legislativi dei Paesi di provenienza, e che l'approvazione del testo in discussione spingerebbe verso una concorrenza sui fattori di svantaggio sociale, riducendo l'autonomia decisionale e organizzativa degli Enti Locali ed annullando il potere della negoziazione collettiva nei rapporti di lavoro;Rilevato inoltre che, qualora i servizi di interesse generale vengano forniti in un ambito di mercato, nella maggior parte dei casi l'Unione Europea fissa criteri tesi a salvaguardare il bene pubblico, quali l'obbligo del servizio universale. Tutto ciò verrebbe reso molto difficile qualora la proposta di Direttiva divenisse operativa nel testo licenziato dalla Commissione, soprattutto a causa del principio dei Paesi d'origine: infatti in tal caso i servizi degli Stati membri verrebbero sottoposti a concorrenza sleale, esercitando peraltro una pressione ambientale negativa ed aprendo una corsa al ribasso dei costi sociali fra gli Stati membri;Considerato che la proposta di Direttiva in discussione introduce una filosofia sociale diametralmente opposta allo "Statuto della Società Europea" rispettoso del dialogo sociale e della concorrenza sui fattori qualitativi, nonché dell'idea della responsabilità sociale dell'impresa ancorata ai dispositivi legislativi dei Paesi ove l'impresa operi; che oltretutto è in palese contraddizione con l'art. 50 del trattato CE che stabilisce come "il prestatore può per l'esecuzione della sua prestazione, esercitare a titolo temporaneo, la sua attività nel paese ove la prestazione è fornita, alle stesse condizioni disposte dal paese stesso ai propri cittadini";INVITA IL SINDACOaffinché chieda agli eletti nel Parlamento Italiano ed agli eletti italiani nel Parlamento Europeo nei collegi e nelle circoscrizioni della Toscana, una forte opposizione alla proposta della "Direttiva Bolkenstein", o quanto meno una sua profonda modifica che elimini il principio dei Paesi di origine e la sua estensione ai servizi orientati verso l'interesse pubblico generale;affinché l'ANCI, di concerto con le altre Rappresentanze delle autonomie locali, si faccia promotorice di analoghe prese di posizione a tutti i livelli, al fine di chiedere un ampio dibattito parlamentare ed un ampio livello di informazione nel Paese;IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALEa trasmettere il testo del presente ordine del giorno all'ANCI Toscana e nazionale, alla Lega delle Autonomie, alle Organizzazioni sindacali e datoriali, alle Associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori, ai Presidenti dei Consigli comunali dei capoluoghi di provincia della Toscana, ai Parlamentari europei e nazionali eletti in Toscana.