Parcheggio alla Fortezza, Rifondazione e "Unaltracittà/Unaltromondo": «Domenici non sacrifichi la GAD in nome delle inefficienze della sua amministrazione»

Questo il testo dell'intervento dei consiglieri dei gruppi di Rifondazione Comunista e di "Unaltracittà/Unaltromondo":«Sulla vicenda del parcheggio e delle opere sovrastanti realizzate alla Fortezza da Basso i gruppi consiliari di Rifondazione Comunista e di Unaltracittà/Unaltromondo hanno il desiderio di fare chiarezza e comprendere fino in fondo tutti i passaggi, progettuali e amministrativi, che hanno portato alla costruzione di quello che molti fiorentini e le organizzazioni Amici Della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Wwf e Comitati cittadini hanno definito "ecomostro".E' nell'interesse di chi vive e abita la città capire, nella massima trasparenza, quali sono i processi che stanno alla base del project financing della Fortezza. Si tratta di un atto dovuto ma anche del presupposto fondamentale affinché le grandi opere previste dalla giunta Domenici, che saranno costruite nei prossimi anni, siano definite e progettate garantendo trasparenza, correttezza e rispetto delle procedure nell'interesse supremo della città e dei cittadini.Ribadiamo inoltre la nostra ferma convinzione che sarebbe stato necessario una variante urbanistica e grande attenzione visto anche il contesto delicato come quello della fortezza.I° le norme urbanistiche dettano che un parcheggio sotterraneo è ammissibile "ove compatibile alle destinazioni di superficie" (art.62.6). Bene quell'area, come è noto, è classificata a verde pubblico. Noi dubitiamo profondamente della qualità di un verde pubblico compromesso dagli impianti di aerazione di un parcheggio attrattore.2° Anche per quanti sostengono, e noi non siamo fra questi, che la galleria commerciale è opera accessoria al parcheggio è comunque evidente che la sua realizzazione in alcun modo può modificare il piano di calpestio altrimenti "varia" la destinazione urbanistica. Inoltre la destinazione a verde pubblico a ridosso del monumento della fortezza risponde a una evidente necessità di creare una idonea fascia di rispetto. Funzione vanificata dalle consistenti variazioni delle quote di terreno.A questo punto, stante la nostra volontà di chiarire fino in fondo l'iter amministrativo, non solo è necessario cancellare, ossia abbattere, i volumi fuori terra, ma è anche indispensabile riportare il volume interrato al rispetto della destinazione urbanistica originaria, limitandone l'uso ai soli lavoratori della fortezza.Per il futuro, stante anche il consistente uso e ricorso ai project financing pensiamo che sia necessario garantire trasparenza e correttezza di tutto l'iter amministrativo e un efficace azione di indirizzo e controllo dell'amministrazione pubblica affinché quanto accaduto non si ripeta.L'azione politica dei gruppi Unaltracittà/Unaltromondo e di Rifondazione Comunista è improntata alla massima trasparenza. Siamo perciò stupite quando alla nostra richiesta di chiarimenti sulle procedure relative alla Fortezza il sindaco risponde - legando la vicenda agli accordi regionali all'interno della Grande Alleanza Democratica - che questo 'non è un modo propriamente costruttivo di impostare le cose'. Spieghi al consiglio e ai suoi elettori come sia potuto succedere il caso della Fortezza, e se questa vicenda invece non abbia mostrato evidenti limiti di governance.Da parte dei gruppi consiliari è stato annunciata l'impegno da fare chiarezza fino in fondo su questa vicenda, quanto invece riportato da alcune testate giornalistiche di "un esposto alla magistratura" non corrispondono né a quanto sostenuto né alle nostre finalità.Il nostro obiettivo è trovare una soluzione che sia rispettosa delle norme che questo Comune si è dato e per la città tutta di battere e abbattere quello che sarebbe una vera e o propria offesa ad un bene architettonico ed monumentale tra i più prestigiosi ed importanti di questa città.Infine deploriamo l'uso strumentale fatto su argomenti di un dibattito anche acceso e sicuramente critico al fine di influire su assetti politici generali. Un confronto per avviarsi ha bisogno del rispetto reciproco e a nessuno può essere chiesto, come condizione pregiudiziale, di alzare "bandiera bianca"».(fn)