Agostini (presidente della commissione politiche sociali e della salute): "Si avvia un percorso importante verso una nuova cultura della solidarietà"

Con l'approvazione da parte del consiglio comunale della mozione per la sperimentazione di moduli abitativi per ultrasessantacinquenni, presentata dalla quarta commissione e votata a stragrande maggioranza, si avvia un percorso difficile ma importante. Come già avviene in molti paesi europei anche a Firenze ci impegniamo a studiare soluzioni diversificate volte a garantire alle persone anziane, che ne abbiano bisogno, la possibilità di mantenere una quota di autonomia e contemporaneamente essere parte integrante di una comunità attiva."Per garantire la riuscita di questo percorso - dichiara Agostini - oltre alla volontà del Comune, necessitano due novità importanti: una culturale che è una rinnovata volontà di tante persone di condividere servizi e spazi con altre più bisognose; e l'altra è che il progetto sia inteso come modello di sperimentazione anche dalla Regione Toscana e per il quale la stessa sia disposta a dedicare un contributo ad hoc".(fd)IN ALLEGATO IL TESTO DELLA MOZIONEOGGETTO: "Sperimentazione di moduli abitativi per ultrasessantacinquenni"Il Consiglio ComunaleVisto che molti Paesi europei stanno sperimentando soluzioni diversificate al problema degli anziani e degli anziani non autosufficienti, se è vero che nel 2030 gli ultrasessantacinquenni costituiranno un quarto della popolazione complessiva dei Paesi dell'Unione Europea (prima dell'allargamento ad Est);premesso che, come risulta nel "Profilo di salute" in Firenze:- su una popolazione di 370.271 residenti il 25,2% sono ultrasessantacinquenni, di cui il 12,9% sono ultrasettantacinquenni e il 7,5% ultraottantenni e di questi ultimi circa 13.000 persone, quasi la metà, vive sola;- il 42 % delle famiglie sono formate da una sola persona;- circa 8.000 ultrasessantacinquenni hanno una disabilità medio grave e circa 1.200 anziani diventano non autosufficienti ogni anno;- nel 2002 circa 2.600 anziani, prevalentemente non autosufficienti, sono stati inseriti in residenze e 1.300 hanno usufruito dell'assistenza domiciliare;- infine "nel centro urbano di Firenze esistono alcune peculiari problematiche di tipo socio demografico (…) che possono far sì che l'ospedale sia la risposta principale a problemi di salute che, in diversi contesti socio-culturali, possono trovare in maggior misura risposte alternative rispetto al ricovero";considerato inoltre che anche l'assistenza domiciliare sembra essere una risposta parziale ai bisogni espressi dagli anziani e che sicuramente non può intendersi come alternativa alla residenza assistita, considerato che "…..i dati empirici sembrano dimostrare un possibile fallimento di politiche di sostituzione dell'assistenza residenziale con l'assistenza domiciliare (…) I due servizi sembrano invece procedere tendenzialmente in modo parallelo seguendo lo sviluppo delle politiche e delle risorse liberate dai singoli Paesi per l'assistenza" ("Servizi domiciliari e residenziali per gli anziani non autosufficienti in Europa" Gori-Pesaresi);considerato che sempre più trovano consenso, anche nelle esperienze europee, soluzioni diverse dalla residenzialità in strutture comunque spersonalizzanti e poco adatte al mantenimento delle capacità residue dell'anziano;considerato che il passaggio dall'autosufficienza alla non autosufficienza si configura di frequente come un processo durante il quale si devono mantenere attive le potenzialità psico-fisiche;considerato come nella nostra città e regione siano attive e sempre da valorizzare volontà e capacità di mutuo sostegno e soccorso;Impegna il Sindaco, la Giunta e il Consorzio Società della Salute A predisporre, in collaborazione con la IV Commissione, e presentare al Consiglio Comunale, entro 3 mesi, un progetto pilota di sperimentazione di moduli abitativi per ultrasessantacinquenni, autosufficienti e non autosufficienti, la cui filosofia di base è l'attivazione di un rapporto di solidarietà attiva tra i residenti, che, con modalità di autogestione, contribuiscano alla reciproca tutela, in un rapporto privilegiato con i Servizi territoriali, al fine di salvaguardare il diritto all'autosufficienza e a tutelare il benessere psicofisico delle persone; A stabilire un accordo con la Regione Toscana per la realizzazione del progetto pilota.