Bilancio 2005: l'intervento della Conferenza dei Presidenti dei Quartieri

Oggi nella seduta del Consiglio Comunale dedicata all'approvazione del bilancio di previsione, i cinque Quartieri si sono espressi all'unanimità con un documento letto dalla presidente del Quartiere 2 Vania Valoriani nel quale sono state evidenziate le difficoltà sostenute per i tagli dei finanziamenti derivanti da una legge che prevede meno stanziamenti per i Comuni e quindi per i Quartieri.Un obiettivo che, secondo i Quartieri, dev'essere perseguito dall'Amministrazione Comunale, è la nascita delle cosiddette Municipalità, per le quali è stato proposto un tavolo unico di lavoro che elabori, entro il prossimo 30 giugno, una proposta da sottoporre ad una valutazione politica congiunta.Ben vengano le trasformazioni della città ed una raccomandazione, da parte dei presidenti dei Quartieri, a ridurre, se non è possibile eliminarlo del tutto, il lavoro precario nelle strutture del Comune e nelle aziende partecipate, con il ritorno alle politiche del lavoro a tempo indeterminato."Come tutti sapete quest'anno è stata ancora più dura, se possibile, dell'anno passato per il Comune di Firenze arrivare ad un bilancio di previsione facendo i conti con le conseguenze delle condizioni generali della finanza locale e dalla legge finanziaria nazionale.Anche chi non è addentro al dibattito politico attuale sulla Legge finanziaria e sulla vera e propria battaglia che il progetto governativo sta provocando tra Stato e enti locali, ha certamente percepito l'aria che tira. Per tutti gli enti locali, e in particolare per i Comuni, la situazione è sempre più difficile.Da anni ormai i trasferimenti statali sono in diminuzione, ma con questa ultima Finanziaria le cose diventano ancora più drammatiche, perché non solo si diminuiscono ancora, e in modo drastico, i trasferimenti, ma si creano anche condizioni diverse e praticamente insormontabili, per permettere ai Comuni una vita «normale», che significa poi, prima di ogni altra cosa, la possibilità di garantire i servizi essenziali ai cittadini, una qualità della vita minima, che è fatta di servizi sociali ma anche di offerta culturale, salvaguardia dell'ambiente, lavori pubblici e una politica della sicurezza.Per il bilancio del nostro Comune, in particolare, la situazione è grave anche se siamo rientrati nel Patto di stabilità, per noi valore che accresce credibilità e siamo quindi definiti «comune virtuoso», ma non è servito a molto a quanto pare.L'impossibilità di applicare l'addizionale IRPEF e della fiscalità locale (la cosiddetta tassa di scopo) che avrebbe consentito ad una città come la nostra di programmare entrate legate al flusso dei turisti (più di 6 milioni ogni anno!) per cui, invece, ogni fiorentino paga spese non indifferenti ogni giorno anche se da questo flusso non ricava guadagno, un altro esempio può essere quello già citato dalla relazione dell'assessore Albini e che si riferisce ai costi sostenuti per le sedute tecnico industriale.Quindi, anche per questo, nell'esercizio, si sono dovuti fare i conti con una finanza con entrate lontane dall'attesa e dalla necessità effettiva del nostro territorio e popolazione, che ha portato a ricercare manovre correttive che non sono certo risolutive per gli anni a venire.I costi invece sono, come naturale, in aumento, per quello che è lo scopo di un ente locale: fornire servizi e quindi spendere, non certo risparmiare e capitalizzare ma reinvestire per la qualità della vita dei propri abitanti, di tutti noi, dei nostri figli che vanno a scuola, di chi lavora e si muove in città e fuori, di chi ogni giorno ha necessità sanitarie o di assistenza.Inoltre, la trasformazione della città in una vera capitale europea, metropoli del mondo, non si può e non si deve fermare: è anzi una delle più importante sfide che Firenze sta vivendo da dopo la ricostruzione dall'alluvione del 1966 ed è un'occasione che questo governo cittadino non deve perdere. Senza dimenticare i suoi cittadini che per il 31% sono di età superiore ai 60 anni, mentre il 13% sono bambini entro i 9 anni che devono ricevere un'istruzione adeguata, in sedi e locali di refezione adeguate, e anche accoglienti.So che è stato difficile dover ottemperare all'obbligo di tener conto in primis dei contratti e delle tutele dei 5.518 dipendenti comunali, quasi un'intera piccola città da soli ed in merito a questo esco un attimo dal tema e chiedo all'Amministrazione Comunale di tenere conto della richiesta di limitare il più possibile, se non di abolire del tutto, nell'interesse del diritto al lavoro, il lavoro precario nelle proprie strutture e nelle aziende partecipate, con il ritorno alle politiche del lavoro a tempo indeterminato. Si devono cercare sinergie con gli altri enti presenti nel nostro territorio e che non versano certo in condizioni favorevoli ma che possono insieme all'Amministrazione Comunale trovare risorse, penso per esempio all'Università, un ateneo importante ed ancora prestigioso come il nostro con il quale si può realizzare una politica integrata di sviluppo della ricerca e dell'innovazione tecnologica. Inoltre, la Regione Toscana deve saper riequilibrare sul territorio del capoluogo di Regione le politiche sociali.Spero che tutti siano d'accordo se chiediamo in questa importante occasione della discussione del bilancio di previsione per il 2005 del Comune di Firenze, che l'Amministrazione Comunale si attivi con le giuste formule giuridiche per istituire quelle che si definiscono «municipalità», dove finalmente anche il nostro possa essere un bilancio davvero «sociale e partecipato» e non solo discusso, come devo dare atto a questa Giunta anche per l'apporto enorme che ci sta dando il nuovo assessorato che ha la delega per il decentramento.Il taglio del 10% ai Quartieri sul bilancio consuntivo del 2004 va rispettato come contributo del decentramento ai sacrifici complessivi dell'Amministrazione Comunale ma si deve dichiarare per onestà intellettuale che questa operazione non sarà ripetibile nel futuro giacché oltre il 50% dei bilanci dei Quartieri sono costituiti da spese sul sociale. Oltre il 70% è costituito da spese per il welfare e che il rimanente va per la sicurezza negli edifici scolastici. Occorre una valutazione più approfondita di quanto fatto fin qui sui compiti vecchi e nuovi svolti dai Conisgli di Quartiere (nuove aree verdi, nuove richieste di comunicazione e informazioni, servizi nuovi a fronte di nuovi bisogni ecc.)Ciò che toccano i Quartieri sono quegli aspetti che hanno immediata rilevanza sulla vita quotidiana delle persone e talvolta il soddisfacimento di bisogni primari. Ciò deve essere garantito. Il decentramento non può essere considerato alla stregua di una qualsiasi direzione ma veramente, secondo il principio di sussidiarietà, l'istituzione che su temi è più adeguata a dare le risposte e fare proprie tante competenze. Le decisioni sul percorso di trasformazione dei Quartieri in Municipalità non possono essere prese con delibere che propongono variazioni a parti di uno statuto o di un regolamento: le decisioni vanno prese analizzando organicamente lo statuto comunale ed il regolamento dei Consigli di Quartiere.Come Presidenti dei Quartieri esprimiamo quindi un parere favorevole, ma rimaniamo in attesa di poter ancora effettuare variazioni positive per il decentramento, che ogni giorno ascolta, interpreta e media i bisogni di tanti cittadini, accogliendoli, consigliandoli ed indirizzandoli verso un giusto percorso che li guidi verso Palazzo Vecchio più fiduciosi, cercando di lavorare con loro. Proponiamo quindi anche l'istituzione di una Commissione congiunta tra Consiglieri Comunali, Consiglieri dei Quartieri e Giunta che operi da oggi al 30 giugno per elaborare una proposta sulle Municipalità da discutere e definire entro l'anno come progetto politico".(uc)