Sfrattata per morosità, interrogazione di Sgherri, Nocentini, Pieri, De Zordo e Pettini

«Se quanto apparso sulla stampa fosse confermato dalla magistratura si tratterebbe di un fatto inaccettabile». E' quanto hanno dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri, la vicecapogruppo Anna Nocentini, il consigliere Leonardo Pieri, la capogruppo di "Unaltracittà/unltromondo" Ornella De Zordo e i consigliere dei Comunisti Italiani Luca Pettini a proposito della vicenda che ha visto protagonista Malika, la donna madre di una bambina e in attesa di un secondo figlio, sfrattata per morosità e che, secondo quanto raccontato in un esposto, «sarebbe stata sottoposta contro la sua volontà a ben due iniezioni e ad un ricovero coatto, non convalidato, a cui è seguita la minaccia d'aborto».«Comprensibilmente – hanno aggiunto – la donna opponeva resistenza ad uno sfratto che, in una condizione già di fragilità, la metteva fuori da ogni protezione, mentre aveva la necessità certificata di non effettuare sforzi e di stare a riposo. Abbiamo presentato un'interrogazione urgente al riguardo. Siamo fortemente preoccupati che una questione, la cui prevedibilità imponeva l'individuazione di una soluzione che tutelasse la madre e la minore, sia stata affrontata in questo modo, a fronte di un problema sociale, di povertà e di fragilità. E' nostra intenzione investire anche il riattivato consiglio delle donne su questo caso, nel quale la debolezza oggettiva della condizione della donna trova un esempio davvero drammatico, anche nella nostra città». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:Interrogazione urgenteAppreso dalla stampa che una cittadina italiana, di origina marocchina, in avanzato stato di gravidanza e madre di una bambina, ha subito uno sfratto e immediatamente dopo il ricovero in reparto psichiatrico per alcuni giorni, ricovero non convalidato dalle competenti autorità;appreso che:alla stessa sono state praticate ben due iniezioni da un medico psichiatra chiamato al domicilio senza il consulto di un medico ginecologo, perché la donna rifiutava lo sfratto ed il trasferimento in affittacamere in considerazione del suo stato;che la donna ha subito successivamente minaccia d'abortoche durante l'azione di sfratto le cose, gli indumenti e gli effetti personali della donna venivano buttati all'aria senza alcun rispetto della sua riservatezzache la situazione di sfratto era nota a i servizi sociali e che la donna aveva capito da questi che lo sfratto sarebbe stato rinviatoche dopo diversi giorni durante i quali la donna dormiva al freddo, a seguito di proteste, i servizi assegnavano alla donna una camera presso un affittacamere dove, presentatasi, non ha trovato disponibilitàsi interroga con urgenza l'assessore competente per conoscere:se i fatti descritti corrispondano a veritàse sono state messe in campo tutte le possibilità da parte dell'Amministrazione per evitare lo sfratto per morosità, conseguente ad una situazione di dissesto finanziario e alla separazione dal compagnose sono stati esperiti tutti i tentativi al fine di proporre alla donna una soluzione diversa dall'affittacamere attraverso l'inserimento in una struttura adeguata alla sua particolare condizione e alla presenza di una minorese l'azione di sfratto non debba comunque garantire i diritti alla dignità e alla tutela della salute e della incolumità della cittadina sfrattata, con l'aggravante della condizione di avanzata gravidanza della stessase il trattamento di ricovero effettuato, e non convalidato, non sia lesivo dei diritti della donna e come si intenda procedere in sede amministrativa nei confronti di coloro che hanno assunto tale decisione, a tutela e garanzia della donna stessa.