Palazzo Vecchio torna a risplendere la notte di Capodanno, una colonna di luce bianca darà il benvenuto alla nuova facciata
Una colonna di luce bianca alta più di 400 metri darà il benvenuto alla facciata di Palazzo Vecchio che domani sarà di nuovo restituita alla città, senza impalcature e con la pietra serena che torna a riflettere la luce rosa sulla Torre d'Arnolfo.Con più di un mese d'anticipo sono terminati i lavori cominciati nell'ottobre del 2002 e che hanno riguardato le superfici lapidee, gli intonaci, le strutture lignee, i manufatti in ferro, i dipinti murali e il recupero del fregio dedicatorio posto sopra il portone principale. Non solo. Speciali impacchi a base di polpa di cellulosa e di carbonato di ammonio hanno liberato la facciata dalle "croste" nere causate dallo smog."Abbiamo voluto fare un regalo alla città ha detto con soddisfazione l'assessore alla cultura Simone Siliani che questa mattina insieme al direttore di Fabbrica di Palazzo Vecchio Ugo Muccini ha presentato la conclusione dei lavori della facciata-, liberando il Palazzo dalle impalcature e illuminandolo la sera dell'ultimo dell'anno affinché sia di buono auspicio". Il cannone di luce da 7mila watt sarà posizionato dalla Silfi al centro del cortile della Dogana in modo che la colonna luminosa sbuchi dall'alto di Palazzo Vecchio e si stagli nel cielo. L'illuminazione comincerà alle 17 e fino alle 20 il grande fascio di luce sarà visibile. Dopo rimarrà comunque una facciata più luminosa poiché la Silfi ha già cominciato il potenziamento dei fari intorno alla facciata.Per quanto riguarda il restauro l'intervento dal costo complessivo di circa 1milione di euro, è iniziato dopo accurate analisi scientifiche, necessarie a determinare la tipologia degli agenti di degrado. I tecnici sono quindi intervenuti con la ripulitura in modo da rendere più efficaci gli interventiIl problema principale era costituito dalla presenza di estese croste nere nelle zone del paramento dove l'acqua piovana non ha un'azione diretta, ma stagnante, ovvero negli intradossi delle grandi arcate che sorreggono la cella campanaria, negli intradossi delle arcatelle dei beccatelli, sotto i gradini della scala in pietra attestata al pilastro che guarda a nord-est e altre zone analoghe."Si tratta di un grande intervento di tutela del patrimonio artistico e architettonico ha detto Siliani- che dimostra come l'amministrazione abbia al suo interno le competenze specifiche e adatte ad operazioni complesse come questa".Per pulire sono stati usati impacchi di pasta di cellulosa impregnata di carbonato e bicarbonato d'ammonio in soluzione determinata di volta in volta, a seconda dell'entità dello spessore dei depositi. E speciali microssabiature hanno permesso di levare anche le croste nere che raggiungevano anche 8 millimetri di spessore.Le stesse modalità di intervento sono state applicate anche alle bifore in marmoUn particolare ed accurato lavoro ha riguardato anche le superfici dipinte nelle lunette sotto i beccatelli del ballatoio di ronda della torre, e quelle che raffigurano stemmi nelle lunette sotto il ballatoio di ronda del Palazzo. In questi casi, oltre al consolidamento degli intonaci , sono stati applicati impacchi di pasta di cellulosa impregnata di carbonato e bicarbonato d'ammonio in soluzione variabile, eseguendo infine la reintegrazione pittorica a velatura.Il restauro delle superfici lapidee è stata una delle opere principali eseguite ed ha interessato tutte le parti in pietra forte delle facciate della torre, gli elementi architettonici in pietra serena e in marmo bianco. Gli interventi hanno compreso anche lo smontaggio dell'ultimo ordine dei merli, fortemente danneggiato dall'esplosione di via de' Georgofili, della torre e il consolidamento delle loro cime in pietra serena.(lb)