"La bella insegna", una pubblicazione sul più antico segno araldico della Toscana
Una pubblicazione sul più antico segno araldico d Firenze dell'identità della Toscana. Il libro "La bella insegna, il vessillo del Marchese Ugo e l'araldica toscana" curato da Luciano Artusi, Franco Cardini, Ugo Barlozzetti, Alessandro Savorelli è stato presentato questa mattina dall'assessore alle tradizioni popolari Eugenio Giani."Si tratta di un'opera importante ha detto Giani che sarà un punto di riferimento per il futuro del nostro patrimonio culturale".LA storia risale al 21 dicembre del 1001 quando moriva Ugo Marchese di Tuscia. Attorno al suo sepolcro nella badia fiorentina, nacque il mito del pio e saggio ispiratrice della renovatio imperiale. La sua leggenda alimentò la nostalgia dell'unità perduta della Toscana, divisa fra grandi comuni in lotta per l'egemonia. E la "bella insegna" bianca e rossa che Dante gli attribuì si vede ancora sul monumento."Quella della nostra Regione ha aggiunto Giani- è un'identità importante ben radicata della nostra cultura che si definì nel 1585 con la conquista di Siena e che si consolidò nel Granducato nel 1574." Giani ha poi sottolineato come accanto all'identità regionale, ci sa il problema dei simboli e dell'araldica e di come i colori bianco e rosso siano tutt'oggi sentiti dai fiorentini come i colori simbolo di questa terrà. E anche le società sportive, yutte hanno come segno della loro identità il bianco e rosso della Toscana.Ugo di Toscana fu certamente uj personaggio poco conosciuto anche dai fiorentini, ma a lui è legata la più antica tradizione della città, quella messa in onore del Marchese, che si celebra ogni 21 dicembre, da 1000 anni nella Badia fiorentina. Un personaggio a cui Firenze e la Toscana devono parte del loro progresso che si sviluppò nel corso dell'XI e XII secolo. (lb)