Permessi di soggiorno rilasciati dagli uffici postali. De Siervo: "Va sospesa questa nuova procedura con le Poste che potrebbe generare confusione"
Un incontro, stamani nel Salone de'Dugento, promosso dalla consulta per l'immigrazione dell'Anci Toscana, per discutere sui cambiamenti riguardanti la possibilità, da parte di cittadini immigrati, di presentare le domande per il rilascio dei permessi di soggiorno, non più alla questura ma direttamente agli uffici postali abilitati."L'accordo tra il ministero dell'interno e Poste Italiane - ha commentato l'assessore all'accoglienza e all'integrazione Lucia De Siervo - rischia di relegare i Comuni ad un piano secondario. I Comuni non hanno pretese di protagonismo fine a se stesse. Fossimo convinti che con quest'accordo si realizza un servizio ai destinatari, ci faremmo da parte senza problemi. Non credo però sia così. In questi anni i Comuni - soggetti per definizione in prima linea - hanno potuto conoscere il fenomeno dell'immigrazione meglio di chiunque altro. Attraverso accordi sottoscritti con Prefetture, Questure e Comuni, sono state realizzate delle buone pratiche, che hanno aiutato i cittadini alle prese con il rinnovo del permesso di soggiorno"."Il Comune può, e quindi vuole avere un ruolo attivo, sui rilasci del permesso di soggiorno. Ora tutto questo prosegue De Siervo - rischia di essere vanificato, poiché le nuove procedure rappresenterebbero un passo indietro, e soprattutto una complicazione per i migranti. E' importante quindi ribadire quello che deve essere il nostro ruolo, che abbiamo la competenza necessaria per procedure amministrative di questa complessità. Non dimentichiamo che i tutti i Comuni d'Italia hanno il delicato ruolo di gestione delle anagrafi, dello stato civile e delle liste elettorali. Inoltre come amministrazioni comunali abbiamo la capacità di innovarci, cambiando quando è necessario procedure funzionanti e consolidate, se all'orizzonte compiano procedure più efficienti, come ad esempio la carta d'identità elettronica. Progetto che se non è decollato a dovere, non è dipeso da Comuni, che nella fase di sperimentazione hanno ricoperto in modo egregio il loro compito. Per questo il Comune non può essere un semplice esecutore di procedura, che ha bisogno di un altro soggetto per concludere la pratica"."E se è vero che forse non tutte le amministrazioni locali, soprattutto quelle più piccole, possono garantire un livello di servizio adeguato per il rilascio del permesso elettronico, a causa di costi d'investimento troppo onerosi per chi deve realizzare poche pratiche spiega l'assessore - si può pensare ad una procedura includente con più soggetti (Comuni, Patronati, Poste Italiane). L'importante è che la procedura veda tutti protagonisti allo stesso livello. Oppure si può pensare ad una struttura come quella dei Centri Servizi Territoriali per l'informatica, dove la procedura informatica, e precedentemente il relativo investimento, viene risolta a livello di più comuni. In questo modo i comuni più piccoli possono avere a disposizione delle soluzioni che autonomamente non avrebbero mai potuto permettersi"."Per quello che riguarda poi la presenza sul territorio, è vero che Poste Italiane garantirà la distribuzione di tutto il kit in tutti i suoi uffici postali - sottolinea l'assessore - ma questo non è sufficiente, è fondamentale che ci siano punti di raccolta delle domande, per questo sarebbe molto grave se poste attrezzasse solo 5.500 uffici per la ricezione delle domande. Un numero chiaramente insufficiente a fronte degli oltre 8.100 Comuni d'Italia"."E' quindi fondamentale che questa procedura venga sospesa e possibilmente rivista conclude De Siervo -. Oltretutto siamo in una fase con in carica un governo dimissionario ed in previsione un governo che potrebbe avere idee diverse. C'è il rischio concreto di attivare una procedura, che potrebbe avere vita breve, generando una confusione di cui nessuno avverte il bisogno". (pc)