Società della Salute, firmato il protocollo con i sindacati per attivare il servizio "assistenti familiari"
Un milione di euro per il primo anno. E' quanto stanzierà la Società della Salute per sostenere il nuovo servizio "assistenti familiari" che, dopo una fase di gestazione, entra adesso nel vivo. Martedì è stato infatti firmato il protocollo di intesa tra la Società della Salute e i sindacati Cgil, Cisl e Uil e i sindacati dei pensionati Spi/Cgil, Fnp/Cisl e Uilp/Uil. Un accordo che permette di entrare nella fase operativa, ovvero avviare i servizi di assistenza familiare in favore di cittadini residenti nel Comune di Firenze con almeno 65 anni in condizioni di non autosufficienza tali che l'unica alternativa sarebbe il ricovero nelle Residenza sanitaria assistite (Rsa).Il protocollo e il nuovo servizio, che partirà il 15 giugno, sono stati illustrati questa mattina dal presidente della Società della Salute e assessore alle politiche sociosanitarie Graziano Cioni, dal direttore della Società della Salute Fabio Focardi, il direttore sanitario dell'Azienda sanitaria fiorentina Piero Tosi e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali."Questo progetto ha un obiettivo semplice - spiega il presidente Cioni -, ovvero dare un sostegno alle famiglie che si prendono cura di un anziano non autosufficiente che altrimenti, per le sue condizioni di salute, dovrebbe essere ricoverato in Rsa. Si tratta di un servizio che non vuole sostituire il ricovero nelle strutture, ma soltanto offrire alle famiglie e agli anziani una opportunità in più nell'ambito di una sperimentata gamma di prestazioni sociosanitarie".La Società della Salute, nell'ambito degli obiettivi posti dal Piano Integrato di Salute, sta infatti da tempo portando avanti un'azione di qualificazione del sistema dei servizi per anziani, in un'ottica di maggiore efficienza ed efficacia in termini di appropriatezza, anche in considerazione delle liste di attesa per l'ingresso in Rsa. Obiettivo di questo lavoro è predisporre una gamma più ampia possibile di servizi e strumenti in modo da proporre agli anziani fragili o non autosufficienti e alle loro famiglie percorsi assistenziali alternativi al ricovero in RSA, limitando quest'ultimo solo ai casi in cui risulta effettivamente indispensabile. In concreto sono state potenziati i servizi di assistenza domiciliare e familiare per promuovere la permanenza a casa delle persone anziane non autosufficienti. Il servizio "assistenti familiari" si inserisce in questi interventi mirati al potenziamento della politica della domiciliarità. Si tratta infatti di una nuova prestazione che ha l'obiettivo di supportare gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie, rafforzando e sostenendo il loro impegno e la loro capacità di cura, in stretta integrazione con i servizi pubblici. In concreto quindi i servizi sociosanitari territoriali valuteranno le singole situazioni e, nel caso in cui venga decisa la necessità del ricovero in Rsa, formuleranno piani assistenziali finalizzati a fornire servizi di assistenza familiare alle famiglie. Assistenza da attuare tramite regolari contratti di lavoro con badanti e per i quali è previsto anche il sostegno con appositi contributi. L'importo sarà variabile a seconda della situazione economica dell'utente definita tramite l'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e si prevede che si attesterà, in media, sui 500-600 euro al mese. L'erogazione del contributo durerà un anno con possibilità di rinnovo a seguito di una specifica valutazione da parte dei servizi sociosanitari.Per garantire un servizio qualificato, verrà inoltre dato ulteriore impulso alle politiche qualificazione delle persone che dovranno assistere gli anziani: saranno infatti attivati nuovi corsi di formazione per l'ottenimento della qualifica di assistente familiare, ai quali potranno accedere in via prioritaria le badanti assunte dalle famiglie che chiedono il contributo. Queste famiglie, da parte loro, dovranno far partecipare le badanti assunte ai corsi di formazione che verranno proposti: in questo caso è previsto un contributo aggiuntivo una tantum di 400 euro. Spetterà a Montedomini organizzare i corsi di formazione, fornire servizi di orientamento alle famiglie beneficiarie individuate dai servizi sociosanitari territoriali e gestire la parte amministrativa connessa all'erogazione dei contributi concessi. Dal punto di vista numerico, l'obiettivo della Società della Salute è di attivare, nel primo anno, 150-160 percorsi individuali di assistenza domiciliare alternativa alla Rsa.Per il primo anno del servizio è stato stanziato un milione di euro. Positivi i commenti dei sindacati che sottolineano tre aspetti elementi importanti contenuti nel protocollo. "Prima di tutto viene sancito il ruolo del servizio pubblico cui spetta la definizione del piano di assistenza e l'individuazione della soluzione migliore per ogni singolo anziano spiega Daniele Stolzi di Cgil -. Nel caso sia appunto l'assistenza domiciliare, si offre servizi articolati e personalizzati. Inoltre viene garantita, attraverso la formazione obbligatoria degli assistenti familiari, la qualità delle prestazioni. Senza contare gli effetti positivi in materia di emersione del lavoro nero".Per quanto riguarda i contenuti del protocollo, la Società della Salute e i sindacati, dopo aver sottolineato la necessità da un lato di tener conto dei nuovi bisogni emergenti e dall'altro di ampliare i servizi territoriali in modo da aumentare il numero degli anziani non autosufficienti che restano a casa, concordano:sull'impegno della Società della Salute di "incrementare l'insieme dei servizi territoriali in grado di sostenere il mantenimento della persona non autosufficiente al proprio domicilio, anche tenendo conto dell'estensione operativa dell'accordo sulle dimissioni ospedaliere. In questo ambito particolare attenzione sarà dedicata all'assistenza domiciliare integrata per la quale la Società della Salute è impegnata al raggiungimento del 3% della popolazione over 65 anni".E ancora sulla definizione di "un'unica modalità per l'accesso in RSA, costruita esclusivamente sulla base di criteri socio/sanitari oggettivi. In questa ottica la Società della Salute è impegnata ad elaborare un progetto per la riduzione delle attuali liste di attesa in modo da consentire la rapida messa a regime del nuovo sistema di accesso e garantire il percorso di urgenza, in caso di necessità, anche ai beneficiari delle prestazione di cui all'allegato regolamento".Società della Salute e sindacati concordano anche "sulla conferma delle attuali quote sanitarie e sulla loro attuale destinazione di servizio" e "sulla necessità di considerare l'insieme dei servizi territoriali come una unica filiera, all'interno della quale individuare il ruolo di ogni servizio e i livelli di necessaria integrazione fra i vari servizi. (mf)