Il sindaco Domenici: "Un ministero per i rapporti con gli Enti locali e un toscano come ministro per i beni culturali"
Un nuovo ministero delle Regioni e degli Enti locali "che superi quello agli Affari Regionali, unifichi competenze oggi disseminate e prenda in mano il delicato capitolo del rapporto fra governo e realtà locali"; un ministro per i Beni culturali che svolga il suo importante ruolo tenendo conto anche di questo rapporto, "e che magari possa venire dalla Toscana, regione che ha dato un importante contributo all'esito del voto e che esprime personalità in grado benissimo di rispondere alle aspettative". Sono due delle proposte avanzate oggi dal sindaco Leonardo Domenici nel suo intervento a chiusura del convegno "Prospettive per l'organizzazione del teatro musicale in Italia" che si è tenuto in Palazzo Vecchio.Della costituzione del nuovo ministero delle Regioni ed Enti locali Domenici ha parlato venerdì scorso a Roma con Romano Prodi "che si è mostrato disponibile - ha precisato il sindaco e dunque spero che si faccia"; per quanto riguarda il nome del prossimo ministro per i Beni culturali, non è difficile pensare che Domenici potesse riferirsi soprattutto a Vannino Chiti, ex presidente della Regione Toscana ed esponente di spicco dei Ds.Ma sono stati anche altri i temi e le proposte toccate dal sindaco durante il suo intervento. Ad esempio, quella di attribuire il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) solo agli eventi dal vivo, scorporando il cinema e trovando per i film altre forme di finanziamento (da contributi di scopo o dai proventi della pubblicità televisiva); quella di trovare un equilibrio tra finanziamenti pubblici e privati per le Fondazioni lirico-sinfoniche, magari con nuove norme sulle deduzioni fiscali per i finanziatori privati (come accade all'estero); quella di non rendere più obbligatorio per legge che i sindaci siano anche presidenti dei consigli di amministrazione delle Fondazioni (scegliendo comunque personalità di assoluta fiducia)."Io non considero che un cambio di segno politico nel governo nazionale sia garanzia automatica che il quadro possa migliorare. Il fatto che ci sia una affinità politica con la maggior parte di Comuni, Province e Regioni può essere un buon presupposto, ma non basta ha detto ancora Domenici Per questo è importante avanzare ora idee e proposte, nel momento in cui il nuovo esecutivo si appresta a prendere i suoi impegni con il paese. Se il governo capirà che il rapporto con le istituzioni locali non è un problema ma una opportunità, e se capirà che la produzione culturale è indispensabile al rilancio del sistema paese', allora saremo già sulla buona strada". (ag)