L'assessore Siliani insieme all'ambasciatore palestinese alla lezione "Palestina in lettere": "La poesia aiuti a riprendere il dialogo che la politica ha interrotto"
"La cultura deve creare ponti e non distruggerli, deve conoscere e rispettare gli altri, i vicini, e non può pensare di ignorarli, tanto meno di annientarli". Lo ha detto l'assessore alla cultura Simone Siliani dopo aver assistito insieme all'ambasciatore palestinese Sabri Ateyeh alla lezione "Palestina in lettere" che si è tenuta stamani alla facoltà di lettere nell'ambito del Festival di cultura palestinese in corso a Firenze fino al 25 aprile."In questo momento in cui la violenza terroristica si è nuovamente abbattuta su civili inermi ed innocenti ha proseguito Siliani-, vogliamo dire che la cultura anche quella palestinese- non può giustificare in alcun modo questi atti, anzi deve condannare il terrorismo come qualcosa di antitetico alla cultura stessa perché antitetico alla vita"."Nell'incontro sulla poesia popolare palestinese abbiamo sentito come essa- come ogni vera poesia- è fonte di innovazione, è libera da ogni condizionamento della politica, anzi deve essere critica verso ogni potere costituito, soprattutto quando esse impedisce o delegittima l'incontro, la conoscenza fra diversi. C'è quindi motivo di pensare che la cultura, la poesia in Palestina, possa contribuire a riprendere il cammino di dialogo e di convivenza pacifica e dialettica con tutti i popoli del Medio Oriente, che la politica ha interrotto".L'assessore Siliani parlando del festival della cultura palestinese ha ribadito che "è un'occasione importante di apertura e conoscenza della culturali un popolo che, fra quelli arabi, può vantare tradizioni culturali di apertura alle diverse culture del Mediterraneo. La poesia palestinese costituisce uno dei punti più avanzati della cultura di questo popolo e di tutto il Medio oriente. Non a caso il Comune di firenze ha collaborato alla pubblicazione della prima antologia di poesia contemporanea palestinese". (lb)