La scomparsa di Orazio Barbieri, il messaggio di cordoglio del sindaco
Il vicesindaco, il presidente del consiglio comunale, una folta rappresentanza di assessori e consiglieri comunali hanno accolto oggi nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio la salma di Orazio Barbieri, scomparso ieri a 97 anni. Alla cerimona funebre, prevista per domani alle 11, prenderanno la parola il sindaco di Firenze, il sindaco di Scandicci, Ivano Tognarini (Istituto storico della Resistenza), Lorenzo Becattini (presidente Fiorentinags), Mila Pieralli (Assocazione nazionale partigiani) e l'assessore al bilancio.Il sindaco, oggi assente per impagni a Roma, ha inviato un messaggio alla famiglia di Orazio Barbieri. Eccone il testo."Con Orazio Barbieri Firenze perde una delle personalità che hanno lasciato della loro esistenza, della loro esperienza civile e politica, traccia profonda nella storia recente della città.La sua scelta maturò presto. Ventenne subì il primo processo e la prima condanna al carcere infertagli dal tribunale speciale fascista. Barbieri ebbe chiaro, in anni in cui decidere comportava il rischio della vita, quale parte fosse quella giusta. Quella di Orazio fu una scelta per la libertà, per la democrazia. Valori che costituirono, da quel momento, dall'adesione alla Resistenza, alla lotta di liberazione nazionale e per sempre, il motivo ispiratore del suo pensiero, del suo impegno, del suo lavoro.La lunga attività di dirigente politico, di uomo delle istituzioni ha lasciato in tanti di noi che hanno conosciuto Barbieri e lo hanno stimato per le sue capacità e la sua intelligenza, un elenco vastissimo di ricordi. Di momenti intensi di partecipazione alle tante battaglie per gli ideali di giustizia, di solidarietà, di uguaglianza che Orazio definiva "i suoi ideali". Gli ideali nei quali ha intensamente creduto e che ha saputo trasmetterci con il suo esempio e nelle tante pubblicazioni che ci ha lasciato. In particolare ricordo con commozione la presentazione in Palazzo Vecchio della quinta edizione di "Ponti sull'Arno", per la quale Orazio mi chiese di scrivere la prefazione. Era qualche giorno prima del 25 aprile del 2003. Fu per me un onore accettare quella richiesta e rammento come nel suo intervento anche in quella occasione, trasparivano la passione e il vigore delle cose nelle quali Orazio credeva.Quel libro, il suo titolo, i fatti narrati, così strettamente legati alla sua personale esperienza, sono un gesto d'amore per Firenze.Oggi, Firenze si stringe alle care figlie Carla e Roberta, alla sua famiglia, ai suoi tanti amici, in un commosso abbraccio. La città, tutti noi siamo consapevoli e riconoscenti perché quello che Orazio Barbieri ha fatto, insieme ad altri che come lui condivisero le stesse scelte e gli stessi ideali, ci ha consentito di vivere da persone libere.Questo è il debito che la nostra città ha con uomini come Orazio Barbieri. Un debito che potremo sentire solo un po' più leggero se sapremo coltivare la loro memoria e la nostra storia". (ag)SEGUE FOTO CGE