Giorno del ricordo, la CDL commemora le vittime delle foibe in Palazzo Vecchio. La questione delle case ai profughi all'attenzione del Presidente della Repubblica

La questione della case ai profughi approda al Quirinale. Una lettera al Presidente della Repubblica Ciampi è stata inviata dall'onorevole di Alleanza Nazionale Riccardo Migliori. L'annuncio è stato dato questo pomeriggio nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio durante l'iniziativa pubblica promossa dalla Casa delle Libertà per la "Giornata del ricordo".Oltre all'onorevole Migliori ed all'onorevole Marco Cellai, erano presenti, tra l'altro, i consiglieri di Forza Italia Bianca Maria Giocoli ed Enrico Bosi e il capogruppo al Quartiere 1 Enrico Fantini, il vicecapogruppo di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai, la consigliera Gaia Checcucci, il capogruppo al Quartiere 1 Alessandro Delfino, il capogruppo al Quartiere 2 Vito Poma, il capogruppo al Quartiere 3 Paolo Poli con il consigliere Giovanni Gandolfo, il consigliere al Quartiere 4 Dalio Affibbiato, il presidente di Azione Giovani Francesco Torselli, il capogruppo dell'UDC al Quartiere 2 Rinaldi, i consigliere provinciali di AN Nicola Nascosti e Piergiuseppe Massai.«L'iniziativa - hanno spiegato in consiglieri di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci e Jacopo Cellai e i consiglieri di Forza Italia Bianca Maria Giocoli e Enrico Bosi - aveva come obiettivo onorare i morti nelle foibe e l'esodo delle popolazioni istriane e giuliano-dalmate e non dimenticare i diritti dei nostri connazionali a cui il Comune ancora nega una casa. Come ha ricordato nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica Ciampi "L'Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro».«Dopo queste parole – hanno aggiunto – siamo sicuri che il Presidente vorrà esaminare con attenzione quanto sta avvenendo a Firenze, unica città in Italia che si rifiuta di applicare una legge nazionale e una legge regionale. La giunta ha infatti approvato una delibera con la quale ha deciso di soprassedere alla legge regionale. Un atteggiamento inammissibile in uno stato di diritto. Ora che la vicenda è diventata un caso nazionale invitiamo nuovamente il sindaco a ritirare la delibera e riesaminare tutta la posizione: quanto deciso dalla giunta, in assenza peraltro del primo cittadino, è un non senso giuridico oltre ad essere moralmente offensivo e inaccettabile per i profughi». (fn)