Giorno del ricordo, Nardella: «Onoriamo la memoria, ma nella logica della pacificazione e non della polemica»
Questo il testo dell'intervento di Dario Nardella, presidente della commissione cultura, pubblica istruzione e sport«Il ricordo del crimine spaventoso delle foibe e il dramma dell'esodo dall'Istria di 350.000 italiani, tra istriani, fiumani e dalmati, che non volevano vivere sotto il regime comunista di Tito è un dovere che nasce dalla più sincera adesione ai valori della Costituzione e dell'Unità nazionale. Tutte le forze politiche, sociali e culturali del Paese si riconoscano nelle parole espresse oggi dal Presidente della Repubblica Ciampi in occasione della celebrazione della Giornata Nazionale del Ricordo, soprattutto quando egli osserva che: "La nascita della Repubblica, la rifondazione dello Stato e delle sue istituzioni sono costate enormi sacrifici: gli italiani nelle terre d'Istria, del Quarnaro e di Dalmazia, furono colpiti da una violenza cieca ed esecranda, ancora oggi viva e presente nella nostra memoria". La memoria di questi connazionali sarà compiutamente onorata solo con un percorso di assunzione di responsabilità e pacificazione comune a tutte le forze politiche del Paese, come è testimoniato dalla presenza di esponenti istituzionali e politici di tutte le parti alle manifestazioni odierne di maggiore rilievo nazionale a partire dalla deposizione delle corone all'Altare della Patria avvenuta questa mattina. Dispiace perciò vedere che, anche se diminuiti, continuano soprattutto a livello locale i tentativi di alcune forze politiche di usare una ricorrenza così drammatica per alimentare le polemiche e gli scontri ideologici, magari con la speranza surrettizia di guadagnare un pugno di voti in più. Procediamo piuttosto sulla via di questa pacificazione di una "democrazia difficile" come quella italiana alla quale in primo luogo noi giovani impegnati in politica possiamo dare un contributo determinante perché siamo privi del fardello di memoria personale che ha impedito ai nostri padri di fare un passo definivo. Rinnoviamo questo impegno anche in Toscana, al cui nome si lega tragicamente l'intestazione dell'ultimo piroscafo che il 20 marzo partì da Pola carico di profughi disperati e senza futuro, riprendendo concretamente la proposta di portare a Firenze l'Istituto di Cultura Giuliano-Dalmata, avanzata in un ordine del giorno, primo firmatario, del collega consigliere Michele Morrocchi votato dal consiglio comunale nel marzo 2005».(fn)