La Casa delle Libertà commemora, venerdì prossimo in Palazzo Vecchio, il "Giorno del ricordo"

La Casa delle Libertà commemora, venerdì prossimo in Palazzo Vecchio, il "Giorno del ricordo", ovvero l'esodo delle popolazioni giuliano-dalmate e la tragedia delle foibe, le cavità naturali del Carso dove, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia vennero uccisi dall'esercito jugoslavo del maresciallo Tito.«L'iniziativa – hanno spiegato in consiglieri di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci e Jacopo Cellai e i consiglieri di Forza Italia Bianca Maria Giocoli e Marco Stella – ha come obiettivo onorare i morti e non dimenticare i diritti dei nostri connazionali a cui il Comune ancora nega una casa. Come ha ricordato anche oggi il Presidente della Repubblica Ciampi "L'Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro».«Non potevamo – ha sottolineato Gaia Checcucci – limitarci a commemorare ed a rendere onore ai morti della tragedia, come del resto abbiamo sempre fatto e prova ne è il disegno di legge di AN per istituire il "giorno del ricordo": se le celebrazioni non devono essere fini a se stesse e la memoria deve insegnare qualcosa è necessario che quanto accaduto trovi una attualizzazione nel periodo nel quale viviamo. Per noi di destra le foibe non sono mai state solo cavità carsiche: ed a maggior ragione, nell'unica città d'Italia dove un'amministrazione comunale impedisce l'alienazione di case che sono state realizzate per i profughi e che devono essere cedute alle condizioni di miglior favore, non potevamo, proprio nel "Giorno del ricordo", non gridare il nostro sdegno nei confronti di chi si limita a tiepide celebrazioni. E, contemporaneamente, si oppone addirittura con una imbarazzante delibera di giunta a quel riconoscimento che è realmente il minimo che un paese possa fare per questi nostri connazionali».«Anzitutto – ha sottolineato Gaia Checcucci – l'amministrazione si è dimostrata tiepida e poco entusiasta di commemorare la tragedia dei nostri compatrioti uccisi nelle foibe e costretti all'esodo dalle loro terre: il 10 febbraio del 1947, giorno in cui si sancì la cessione all'ex Jugoslavia dell'Istria e della Dalmazia, 350 mila persone, ma forse anche di più, che prima abitavano in territorio italiano, furono costretti a lasciarlo per andare a vivere nei campi profughi.". Questa data merita qualcosa in più: per ricordare questo dramma, come noi abbiamo sempre fatto, è necessario fare un passo in avanti altrimenti il ricordo non serve. Bisogna garantire i diritti di quei profughi che, in questa città, unica in Italia non hanno ancora la casa, nonostante una legge dello Stato ed una recentissima legge regionale approvata all'unanimità. Una norma cui il Comune ha deciso di soprassedere con un apposita delibera. La delibera del Comune sostiene che nella legge regionale emergono evidenti profili di contrasto con la Costituzione. Ma l'atto impugnato, invece, garantisce proprio la parità di tutti: questi cittadini non sono mai stati trattati come gli altri. I profughi continuano a pagare un "obolo" mensile per una casa che aspettano di acquistare da 50 anni. Il fatto infine che quella di Firenze sia l'unica amministrazione che non applica la legge regionale apre anche lo scenario ad un conflitto istituzionale Regione-Comune davanti al quale i cittadini profughi resteranno spettatori e subiranno le conseguenze che da ciò deriva».«Il Comune ha fatto ostruzionismo anche per intitolare ai martiri delle foibe una strada di Firenze – ha ricordato Bianca Maria Giocoli – nella passata legislatura abbiamo dovuto ingaggiare una dura battaglia per intitolare un pezzettino di strada, nei pressi della Fortezza, a questi nostri connazionali. Peraltro come Forza Italia proprio lì, venerdì mattina, deporremo una corona di alloro. Chiediamo inoltre che la delibera di giunta sia ritirata e riesaminata tutta la posizione: la delibera è un non senso giuridico oltre ad essere moralmente offensiva e inaccettabile per i profughi. Non ha poi fondamento dire di soprassedere ad una legge regionale: è come decidere di soprassedere alla legge sull'Irpef e, quindi, di non pagare le tasse. Questa richiesta la rinnoviamo proprio in occasione del "Giorno del ricordo": l'invito è rivolto non solo all'assessore Coggiola, che ha portato la delibera in giunta, ma anche agli altri suoi colleghi, che forse distrattamente l'hanno votata senza leggere le fonti normative. Quanto alle iniziative è giusto aver affidato al professor Toth, al quale si è arrivati dopo nostra insistenza, la prolusione in consiglio comunale: con anno davanti si era giunti a pochi giorni dall'evento senza aver ancora deciso. Voglio proprio vedere cosa accadrà il prossimo anno».«Sul "Giorno del ricordo" il Comune è gravemente inadempiente – ha commentato Marco Stella – ma dall'amministrazione non potevamo aspettarci altro visto che è stata sempre insensibile alle richieste ed alle esigenze dei profughi. Il non rispetto e la disapplicazione di una norma che trova la forma in una delibera di giunta, quindi in un atto ufficiale, rappresenta la negazione dello stato di diritto autolegittimarsi, per tornaconto economico, dal non rispetto di leggi che dovrebbero rappresentare una garanzia di parità di trattamento tra cittadini della stessa nazionalità e con gli stessi diritti equivale a usare le istituzioni come una clava da agitare secondo convenienza. Porsi fuori e sconfessare le regole del gioco significa sconfessare le regole della democrazia, il principio di legalità nonché la rappresentanza democratica che si fa portavoce di queste esigenze».«Alla fine di gennaio – ha sottolineato il vicecapogruppo di AN Jacopo Cellai – l'amministrazione non aveva ancora comunicato alcuna celebrazione. Nonostante il 10 febbraio sia diventato da tempo legge nazionale con l'obbligo per le amministrazioni locali di organizzare il ricordo dei tragici episodi delle foibe e dell'esodo di migliaia di italiani dalle terre dell'Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia, causate dalla follia omicida dei comunisti guidati dal maresciallo Tito; nonostante il consiglio comunale abbia da tempo approvato una mozione presentata dal gruppo di Alleanza Nazionale con la quale si impegnava il sindaco ad organizzare una cerimonia in Palazzo Vecchio con la proiezione di un filmato sull'eccidio dei nostri connazionali e sull'esodo con la partecipazione delle scuole e ad attivarsi per l'organizzazione di un treno del ricordo per portare gli studenti a vedere le foibe. Nonostante tutto questo alla fine di gennaio non era stato stilato alcun programma, alcun invito né ai profughi, né agli studenti, probabilmente perché non si è affatto interessata della questione tanto che il presidente del consiglio comunale, è stato "costretto" a chiedere ad alcuni consiglieri di seguire la faccenda. Insomma l'amministrazione ha brillato per disorganizzazione, pressappochismo e menefreghismo. Addirittura, il Comune non ha ancora comunicato se una delegazione renderà omaggio alle vittime delle foibe al sacrario di Trespiano». (fn)