Esenzioni Ici, De Zordo: «Le istituzioni religiose rinuncino ai privilegi accordati da una finanziaria antisociale»

Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà /Unaltromondo:«Precisiamo che l'ordine del giorno presentato da Unaltracittà/Unaltromondo, e approvata dal Consiglio Comunale lunedì 30 gennaio sulle esenzioni fiscali di enti religiosi e no profit, nasce dalla critica ad un provvedimento del Governo Berlusconi e alla norma che è stata introdotta con la Finanziaria 2006. Tale norma stabilisce che "l'esenzione [...]si intende applicabile alle attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive a prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse.", ovvero, senza ambiguità, consente l'esenzione anche se tali attività sono di natura commerciale. E' chiaro che le università e gli ospedali religiosi non pagheranno l'Ici, quelli privati sì, così come gli alberghi e le altre strutture ricettive.Questa norma ha spazzato via una sentenza della Cassazione che invece sosteneva che quando tali attività erano svolte in forma commerciale veniva meno l'esenzione.A ragione l'assessore Albini porta come esempio il Convitto della Calza che finora ha pagato l'ICI, ma d'ora in poi non dovrà più farlo, e stima la cifra complessiva annua che verrà a mancare dalle casse del comune a causa della norma della Finanziaria intorno ai 6-800.000 euro.Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno poi approvato dal Consiglio Comunale in cui si chiede alle istituzioni religiose di versare un contributo volontario pari all'importo dell'esenzione ICI per i loro beni immobili di natura commerciale. Apprendendo con soddisfazione che la Chiesa Valdese ha dichiarato di rinunciare volontariamente alle esenzioni fiscali, invitiamo tutte le istituzioni religiose a meditare sul fatto che i tagli che i comuni dovranno affrontare a causa di questo mancato introito ricadranno inevitabilmente sulla spesa sociale».(fn)