Maggio Musicale, Amato (FI): «Nella "partita" il risultato è un "pareggio"»

«Nella "partita", per usare una metafora calcistica, il risultato è un "pareggio". Noi volevamo il cambio della direziona artistica, il sindaco voleva Giambrone come sovrintendente». Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato a proposito delle nuove nomine alla Fondazione del Teatro del Maggio musicale fiorentino.«Ci riteniamo parzialmente soddisfatti dal nuovo assetto di vertice e gestionale – ha aggiunto Amato – eravamo critici nei confronti della proposta Giambrone, non solo e non tanto per il suo passato di assessore nella giunta Orlando a Palermo. Dopo è stato "catapultato" come sovrintendente al Teatro Massimo ed i suoi risultati gestionali sono stati pessimi. Abbiamo criticato l'ex sovrintendente del Maggio Van Straten per gli stessi motivi quindi non era opportuno prendere un suo "imitatore"»«Da sempre, anche al commissario Nastasi – ha ricordato il capogruppo di Forza Itaolia – avevamo posto il problema della direzione artistica che secondo noi andava ripensata, ridefinita e rinnovata. Sul piano delle responsabilità e sul piano della conduzione. Prima non c'era un sistema di responsabilità chiare e precise. Perché a fianco di Tangucci, che svolgeva formalmente l'incarico di direttore artistico, c'era il consulente Mazzonis che agiva e si comportava come se fosse lui, di fatto, il vero direttore artistico. Ma a che serviva, dunque, il consulente artistico di un direttore artistico? Fino ad oggi la direzione artistica ha operato come una variabile indipendente rispetto alla gestione del teatro, senza tener debito conto della condizione finanziaria in cui si trovava l'istituzione culturale fiorentina e che per questo deve prendersi le proprie responsabilità. Per questo è stato sempre duramente critico il nostro giudizio sui "dioscuri" Tangucci e Mazzonis che hanno programmato l'attività artistica senza mai preoccuparsi delle coperture finanziarie. E dunque la direzione ha contribuito al dissesto finanziario. Il Ministro Buttiglione ha detto che bisogna voltar pagina, c'è un nuovo consiglio di amministrazione da formare, con dei nomi all'altezza perché c'è un teatro da rilanciare e da realizzare il nuovo polo musicale. Bisogna nominare un consiglio di amministrazione che possa lavorare autorevolmente».«Siamo comunque soddisfatti del lavoro svolto dal commissario governativo – ha aggiunto – a settembre la Fondazione aveva un deficit pari a 8 milioni e mezzo di euro, il bilancio 2005 si è chiuso con 6 milioni e mezzo di euro mentre quello del 2006 si chiuderà in pareggio. Un risultato ottenuto grazie ai tagli sul costo del lavoro e della produzione e grazie alla plusvalenza derivante dalla vendita dell'immobile dell'ex Longinotti. Una vendita che ha portato sei milioni di euro nelle casse della Fondazione».«Ma bisognerà fare molta attenzione ai conti del 2007 – ha proseguito Amato – perché, come ha precisato il commissario Nastasi, senza altri tagli il 2007 rischia di tornare in perdita: ogni anno c'è un passivo costante di 3,5-4 milioni di euro. Quindi, per rilanciare economicamente il teatro serviranno più entrate, minori costi della produzione artistica, riduzione dei costi da personale, esternalizzazioni di alcuni servizi».«Si parla di "fund raising" - ha concluso il capogruppo di Forza Italia – ci sarà un maggior impegno degli enti locali per due milioni di euro. Nastasi ha siglato un accordo con la Fondazione per costituire presso la banca un fondo di 4,5 milioni di euro cui il Maggio, nel 2006, potrà attingere per far fronte agli interventi strutturali previsti. Ora, di fronte a tutto questo lavoro positivo di Nastasi sorge spontanea una domanda: che sarebbe accaduto se non fosse arrivato il commissario? Il commissariamento è stato una sconfitta politica del sindaco ed il buon lavoro di Nastasi rappresenta una sconfitta amministrativa di Domenici. Perché in pochi mesi ha fatto ciò che il sindaco, il sovrintendente da lui scelto, Van Straten, e la direzione artistica da lui difesa non erano riuscite a fare in tutti questi anni». (fn)