Vertenza Matec. L'assessore Nencini: "Uniti per difendere i lavoratori, senza distinzioni politiche e sociali. Anche in questo caso Firenze ha risposto"
"Nell'ultimo incontro del 23 gennaio scorso presso il ministero delle attività produttive, dovrebbe essere stato riaperto il tavolo della trattativa con la proprietà della Matec, che si è detta disponibile ad esplorare la possibilità di estendere da 12 a 24 mesi la cassa integrazione e soprattutto a valutare nel concreto la permanenza nel territorio fiorentino, del presidio, dell'assistenza tecnica e dei ricambi, rendendo disponibile, per altri interventi di industrializzazione, capaci di assorbire l'occupazione, l'intera area produttiva di Scandicci. Il condizionale è d'obbligo, visto quanto successo in questi mesi. Fondamentale è stata la capacità dei lavoratori di richiamare la solidarietà di tutti, di ogni forza politica, senza discriminazioni. Con una grande intelligenza politica che è stata quella di non scegliere una parte. I lavoratori della Matec non hanno mai detto che la loro vertenza si doveva risolvere in un segno politico. Hanno sempre detto due cose: che la loro vertenza va risolta dal punto di vista industriale e che deve avere un equilibrio sociale accettabile".Così l'assessore alle politiche del lavoro, Riccardo Nencini, ha annunciato le ultime novità della vertenza dei lavoratori della Matec di Scandicci.L'assessore ne ha parlato durante la seduta del Consiglio Comunale illustrando anche quella che ha definito l'originalità della vicenda: "la finanziarizzazione della proprietà ed inoltre, la grande importanza della produzione fiorentina che non andrà dispersa ma si concentrerà nei siti che la proprietà ha deciso di proteggere e questa consapevolezza dà forza all'iniziativa dei lavoratori, del territorio e delle istituzioni"."I lavoratori della Matec ci hanno insegnato che quando c'è la qualità delle produzioni, quando c'è l'elevata prestazione professionale, nessuna partita è persa ha proseguito l'assessore Nencini . Che si possono riaprire anche le condizioni più difficili, come è successo in queste ultime settimane. Spetta a noi istituzioni, a noi società politica sapere che questo non è un campo di competizione. È un ambito in cui le forze politiche sono chiamate a misurarsi nella difesa di un vantaggio del nostro sistema locale. Questo è quello che i lavoratori si aspettano da noi insieme a tutti coloro che hanno sostenuto questa battaglia di diritti. Matec è un presidio industriale di prestigio e tutti noi siamo responsabili per la sua salvaguardia".L'assessore Nencini ha anche sottolineato il compito degli enti locali che "oltre a favorire i processi di formazione e riqualificazione della forza lavoro, si impegneranno nella ricerca di iniziative imprenditoriali utili alla riconversione delle attività produttive. Stessa disponibilità anche da parte dell'associazione degli industriali fiorentini. Il ministero delle attività produttive renderà disponibili finanziamenti ed incentivazioni ed accompagnerà la definizione dei piani industriali. Il prossimo incontro tra le parti al ministero si svolgerà il 1 febbraio e dovrà avviare la concreta valutazione delle disponibilità dichiarate."Al termine di questa fase, saranno delineati i processi di industrializzazione sarà possibile definire col ministero del welfare il piano degli ammortizzatori sociali necessari. In questo modo ha proseguito l'assessore Nencini si è aperto un passaggio nel quale si può individuare un cambiamento di fase nella vertenza Matec, ancora molto aperta e fluida".L'assessore Nencini, durante il suo intervento, ha anche delineato la vicenda storica ed imprenditoriale che ha portato a questa situazione di crisi aziendale."Nel 1999 la Matec poteva contare su un fatturato annuo di 130 miliardi di lire ed un organico di 450 dipendenti. In questa fase la proprietà trova l'accordo con le istituzioni locali per creare un unico, grande polo meccanotessile toscano. Nel 2001 ci sono stati il rallentamento del mercato mondiale ed una diminuzione delle aspettative di sviluppo. Nel mese di ottobre scatta la cassa integrazione ordinaria per 400, dei 480 dipendenti allora in attività. Nel quinquennio successivo la situazione non migliora ed in questo contesto si colloca l'acquisto da parte della proprietà della concorrente San Giorgio. Parallelamente non ci sono sbocchi di mercato adeguati e la politica adottata dalla proprietà porta la dotazione dell'organico a 260 unità"."Lo scorso 29 novembre, presso il ministero delle attività produttive, la proprietà sembrava accogliere le sollecitazioni delle istituzioni locali e del ministero per favorire un processo di riconversione dello stabilimento di Scandicci e per escludere l'avvio della procedura di mobilità per i dipendenti, attivando la cassa integrazione. Contrariamente a quanto ci saremmo attesi, la famiglia Lonati il 30 novembre ha aperto la procedura di cassa integrazione a partire dal 1 gennaio 2006 per cessazione delle attività. Il 22 dicembre scorso, le parti non trovano l'accordo sulla cassa integrazione e l'azienda dispone la chiusura dei cancelli dello stabilimento a partire dal 23 dicembre, data dalla quale i lavoratori stanno presidiando davanti all'ingresso della Matec". (uc)