Unioni di fatto. Mozione di Falciani (SDI): "Una realtà di cui istituzioni e legislatore devono tenere conto. Abbattiamo le forme di discriminazione"

"Il riconoscimento delle unioni di fatto, i cosiddetti PACS, rappresenta una necessità alla quale un Paese civile non può sottrarsi. Il riconoscimento di diritti alle unioni extra-matrimoniali rafforza il contesto civile di un Paese laico confermandone la sua natura di Stato tollerante e contrario ad ogni forma di discriminazione civile, culturale, religiosa e sessuale, senza mettere in discussione l'istituzione matrimoniale. Il nuovo statuto della Toscana si è gia adeguato legittimando anche «altre forme di convivenza». Prendendo atto della diminuzione dei matrimoni e delle famiglie identificate come tali dalla legge in vigore, dell'aumento delle copie di fatto, le istituzioni ed il legislatore dovrebbero adoperarsi per adeguare la normativa alle nuove realtà".È quanto sostiene il capogruppo dello SDI in Consiglio Comunale Alessandro Falciani che ha presentato una mozione nella quale chiede al sindaco di Firenze, al Parlamento ed al Governo "di adoperarsi per rimuovere ogni forma di discriminazione, favorendo l'autonomia delle nuove realtà ed in particolare le situazioni familiari nate al di fuori del matrimonio. Predisponendo un sistema normativo che riconosca le cosiddette «unioni di fatto» assicurando uno status giuridico parificato". (uc)Questo il testo della mozione presentata dal capogruppo dello SDI Alessandro Falciani.OGGETTO: Per il riconoscimento e la tutela legislativa delle "unioni di fatto" e la rimozione di ogni discriminazione in materiaIl Consiglio Comunale di FirenzeRILEVATO CHE è in corso nel Paese un dibattito sulla necessità di disciplinare le convivenze fuori dal matrimonio attraverso i PACS, i patti di solidarietà civile già in vigore e disciplinati per legge in altri paesi europei;RITENUTO che un'apertura verso il riconoscimento di diritti alle unioni extra-matrimoniali vada a rafforzare il contesto civile di un Paese laico confermandone la sua natura di Stato tollerante e avverso ad ogni forma di discriminazione civile, culturale, religiosa e sessuale, pur senza mettere in discussione l'istituzione matrimoniale;CONSIDERATO CHE già da tempo è stato ritenuto che l'ambito di operatività e di applicazione, e quindi di riconoscimento e tutela costituzionale dell'art. 2 della Costituzione, può essere sicuramente esteso alle unioni di fatto poiché, come già a suo tempo rilevato dalla Corte Costituzionale (2-Corte Cost. 18.11.1986, n. 237) "un consolidato rapporto, ancorché di fatto, non appare, anche a sommaria indagine, costituzionalmente irrilevante quando si abbia riguardo al rilievo offerto al riconoscimento delle formazioni sociali ed alle conseguenti intrinseche manifestazioni solidaristiche";CONSIDERATO ANCHE CHE il nuovo Statuto della Toscana enuncia nella parte dei Principi e finalità generali, il riconoscimento delle "altre forme di convivenza", tra le quali si inseriscono a pieno titolo le "unioni di fatto";PRESO ATTO CHE la progressiva diminuzione del numero dei matrimoni e quindi delle famiglie riconosciute come tali dalla legge ed il contestuale aumento del numero di coppie non sposate conviventi risponde ad un cambiamento storico ed innegabile intervenuto nella società contemporanea e proprio per questo spetta alle Istituzioni adeguarsi ed apportare i necessari mutamenti alla legislazione vigente seguendo la linea del "pragmatismo" e dell'equilibrio;RITENUTO ALTRESI' CHE un simile quadro debba portare il Legislatore ad una profonda riflessione sul concetto e l'accezione del termine "famiglia" e di conseguenza sulla redazione di nuove norme che riconoscano diritti, attraverso la sottoscrizione di un Patto di Convivenza e Solidarietà (PACS) o di altro contratto, a tutte quelle unioni che comunemente vengono definite "di fatto";SI IMPEGNAa tutelare, e nel contesto dei principi sanciti nello Statuto Regionale, la dignità delle "coppie e famiglie di fatto" (anche promuovendone il pubblico rispetto), favorendone l'equiparazione, e non la discriminazione, a quelle coniugate, anche e non solo agli effetti del pari riconoscimento delle prime, alle medesime condizioni, ai fini dell'accesso ai benefici ed opportunità che sono o saranno previste, non potendo e dovendo lo Stato, in alcun modo, intervenire nelle libere scelte personali di ciascun individuo;INVITA- Il Sindaco, affinché si adoperino nei confronti del Governo e del Parlamento per rimuovere ogni forma di discriminazione nelle azioni che intende intraprendere per favorire l'autonomia delle nuove realtà e nella fattispecie familiari al di fuori del matrimonio;- Il Parlamento ed il Governo a predisporre un sistema normativo che abbia come fine il riconoscimento delle "unioni di fatto" e la concessione a queste di uno status giuridico parificato.