Oratorio di San Carlo. Bianchi (FI) e "LaportAccanto": "Per la tramvia si sposta un manufatto caratteristico. Vogliamo cancellarne la storia?"
"Che senso ha spostare l'Oratorio di San Carlo sul Lungarno del Pignone a struttura con la finalità di preservarla perché di indubbio valore storico se, in realtà, se ne deturpano la stessa storia ed i significati?"È quanto chiedono all'Amministrazione Comunale il consigliere comunale di Forza Italia Jacopo Bianchi, il consigliere del Quartiere 4 di Forza Italia Simone Billi ed Antonio Lenoci presidente del comitato cittadino per Firenze "LaportAccanto" che aveva promosso una ricerca sui luoghi e sul manufatto."Nonostante le domande fino ad ora rivolte all'Amministrazione proseguono Bianchi, Billi e Lenoci l'unica cosa che abbiamo appreso è il futuro spostamento del non ben definito Oratorio di San Carlo. Questa mancanza d'identità è dovuta purtroppo alle risposte dell'Amministrazione che una volta lo chiama Oratorio e poi, forse pensando di aver esagerato, torna indietro, per poi chiamarlo nuovamente Oratorio in comunicazioni successive. Adesso i lavori sono al punto critico del dover operare sulla struttura che in questi giorni è stata completamente circondata dai ponteggi".I consiglieri di Forza Italia, Bianchi e Billi, ed il presidente del comitato "LaportAccanto" chiedono anche spiegazioni all'Amministrazione sulla mancanza di partecipazione sul progetto d'intervento."Nel pieno spirito della partecipazione, di cui tanto si fregiano i nostri assessori, né Matulli, né tanto meno Siliani ci hanno fatto sapere ancora quali saranno le modalità dell'opera che doveva essere concertata tra Belle Arti e Soprintendenza prima di affidare l'opera ad una ditta disposta a lavorare con un budget ridotto visto che erano stati preventivati 86.000 euro in visione della ottimistica soluzione di uno spostamento in blocco, risultato poi non realizzabile per le pericolanti condizioni in cui versa la struttura. Dispiace dover assistere ancora una volta a simili giustificazioni: il degrado rende pericoloso un recupero architettonico da parte del Comune, degrado causato dall'abbandono, dall'incuria, dall'indifferenza del proprietario del bene che non è più un mistero esser sempre stato lo stesso Comune di Firenze"."Speravamo concludono Jacopo Bianchi, Simone Billi e Antonio Lenoci che i nostri amministratori accogliessero quanto meno la richiesta di preservare integralmente con senso logico una struttura che si è modificata nel tempo ma che rimane testimone di eventi come la presenza dei tedeschi a Firenze che avevano posizionato armi e mezzi a poca distanza da quella botola, che per un'intera notte ha ospitato un gruppo di fiorentini in fuga, che ha protetto con le sue paratie dall'alluvione". (uc)