Case ai profughi, CDL: «"Sciopero istituzionale" perché la giunta ha approvato una delibera illegale, illegittima e politicamente immorale»
«Illegale, illegittima e politicamente immorale». Questi, secondo i consiglieri della Casa della Libertà «sono i requisiti della delibera con la quale il Comune di Firenze ha deciso di disapplicare le legge regionale che, recependo una legge dello Stato del 1952, dispone la vendita degli alloggi Erp, per una percentuale del 15%, ai profughi istriani, giuliano-dalmati, libici, greci e delle ex colonie».Il caso era stato sollevato la scorsa settimana dalla consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci.«Questa mattina abbiamo incontrato il prefetto insieme all'onorevole Riccardo Migliori hanno aggiunto i consiglieri del centrodestra e gli abbiamo chiesto, in qualità di rappresentante del governo a Firenze, di impedire che il Comune si faccia promotore di questo pericoloso e ingiusto precedente. Grave è poi il silenzio del sindaco, dell'assessore competente, Paolo Coggiola, pur presenti questo pomeriggio in consiglio comunale mentre affrontavamo la questione: si sono rifiutati di dare spiegazioni sulla delibera adottata e di incontrare una delegazione di una cinquantina di profughi».«Grave anche il disinteresse dei consiglieri della maggioranza hanno commentato gli esponenti della CDL supini nei confronti di un atto di giunta e completamente disinteressati ad una questione che riguarda il destino di centinaia di famiglie. Per questo, e dopo le nostre rimostranze, abbiamo deciso di abbandonare l'aula e di dare solidarietà alla delegazione dei profughi. E' uno "sciopero istituzionale" dovuto: sono state messe in gioco le regole minime della rappresentanza democratica e dello stato di diritto che si regge sulla gerarchia delle fonti normative. Aberranti sono poi le motivazioni che reggono la delibera: per una "sconvenienza" economica per le casse del Comune si decide di disapplicare una legge, facendo anche conti sbagliati sui possibili costi degli alloggi da alienare. Non si considera infatti che da oltre 50 anni, nell'attesa di acquistare la casa, queste persone hanno continuato e continuano a pagare l'affitto».«Il non rispetto e la disapplicazione di una norma che trova la forma in una delibera di giunta, quindi in un atto ufficiale, rappresenta la negazione dello stato di diritto hanno aggiunto - autolegittimarsi, per tornaconto economico, dal non rispetto di leggi che dovrebbero rappresentare una garanzia di parità di trattamento tra cittadini della stessa nazionalità e con gli stessi diritti equivale a usare le istituzioni come una clava da agitare secondo convenienza. Porsi fuori e sconfessare le regole del gioco significa sconfessare le regole della democrazia, il principio di legalità nonché la rappresentanza democratica che si fa portavoce di queste esigenze. La delibera del Comune sostiene che nella legge regionale emergono evidenti profili di contrasto con la Costituzione. Ma l'atto impugnato, invece, garantisce proprio la parità di tutti: questi cittadini non sono mai stati trattati come gli altri. I profughi continuano a pagare un "obolo" mensile per una casa che aspettano di acquistare da 50 anni. Il fatto infine che quella di Firenze sia l'unica amministrazione che non applica la legge regionale apre anche lo scenario ad un conflitto istituzionale Regione-Comune davanti al quale i cittadini profughi resteranno spettatori e subiranno le conseguenze che da ciò deriva». (fn)