Case ai profughi, Checcucci (AN): «Il Comune rinnega lo stato di diritto e sceglie il "federalismo anarchico"»

«Si tratta di un vero e proprio "golpe istituzionale"». Così la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci ha definito la «delibera con la quale la giunta ha deciso di non dare esecuzione alla legge regionale con la quale si poneva la parola fine alle annose questioni e diatribe, di natura schiettamente politica più che giuridica, che ostacolavano l'alienazione ai profughi istriani, giuliano-dalmati e delle ex colonie degli alloggi di "edilizia residenziale pubblica", riconoscendo chiaramente e definitivamente ai connazionali esuli assegnatari di alloggi pubblici residenti nei Comuni toscani il diritto, invero ad essi già riconosciuto dalla legge nazionale dal 1952».«In un momento in cui la politica è riuscita a risolvere un problema che si trascina da 50 anni – ha aggiunto l'esponente del centrodestra – e, grazie al consenso di tutti, è stata approvata una legge che ha posto fine ad una annosa diatriba, che porta un po' di ordine e riesce a codificare a chi, come si vendono le case e a quanto costano, il Comune di Firenze fa una delibera di giunta che ha come oggetto la disapplicazione della legge regionale. Delibera quindi di non rispettare una legge. Quanto avvenuto è istituzionalmente, politicamente e giuridicamente gravissimo. Si gettano le basi di un precedente che poi potrà consentire a chiunque e in ogni altra occasione di affermare che si possa non applicare una legge perché non conviene economicamente o non la sin condivide. Non ultimo si assiste ad un conflitto senza precedenti tra due istituzioni: Comune e Regione. Politicamente un autogol incredibile visto che i due soggetti istituzionali hanno lo stesso colore politico».«Cui sono delle regole che non si mettono mai in discussione, anche negli scontri più duri – ha commentato Gaia Checcucci – criticare, anche duramente, una legge è legittimo. Ma il non rispetto e la disapplicazione di una norma che trova la forma in una delibera di giunta, quindi in un atto ufficiale, rappresenta la negazione dello stato di diritto. Autolegittimarsi, per tornaconto economico, dal non rispetto di leggi che dovrebbero rappresentare una garanzia di parità di trattamento tra cittadini della stessa nazionalità e con gli stessi diritti equivale a usare le istituzioni come una clava da agitare secondo convenienza. Porsi fuori e sconfessare le regole del gioco significa sconfessare le regole della democrazia, il principio di legalità nonché la rappresentanza democratica che si fa portavoce di queste esigenze. La delibera del Comune sostiene che nella legge regionale emergono evidenti profili di contrasto con l'articolo la Costituzione. Ma l'atto impugnato, invece, garantisce proprio la parità di tutti: questi cittadini non sono mai stati trattati come gli altri. I profughi continuano a pagare un "obolo" mensile per una casa che aspettano di acquistare da 50 anni».«La legge regionale – ha proseguito la consigliera di Alleanza Nazionale - è passata passata con il voto unanime del consiglio regionale. Essa contiene disposizioni precise e oltremodo lineari, che si supponeva venissero accolte dagli enti locali e immediatamente attuate. All'indomani del voto regionale, plaudendo all'iniziativa corretta ed equa del centrosinistra ho presentato una mozione affinché le procedure di alienazione potessero essere finalmente accelerate. Oggi rimango sinceramente attonita di fronte alla decisione della giunta di soprassedere dal dare esecuzione alla legge regionale».Per questo l'esponente del centrodestra ha inviato una lettera al sindaco Domenici. «Mi rivolgo a lei – scrive Gaia Checcucci – essendo sicura che non le sfugga la gravità del fatto: per l'illegittimità della delibera e l'ingiustizia che determina nei confronti dei concittadini profughi».«Non essendo lei presente alla seduta di giunta nel corso della quale è stato preso il richiamato atto di indirizzo – prosegue la lettera – confido in una sua personale riflessione aggiuntiva sullo specifico tema e nel disconoscimento delle avventate decisioni della giunta. Motivo per il quale sono a chiederle un incontro urgente, possibilmente nella primissima occasione utile, affinché possa ultimativamente chiarirsi e risolversi la questione dell'applicazione della legge regionale».«Aspetto e confido – ha auspicato la consigliera di AN – in una posizione di ravvedimento operoso da parte del primo cittadino nonchè presidente dell'Anci». (fn)