Aeroporto, Checcucci (AN): «Chi ha venduto il 29% delle azioni di ADF si è "dimenticato" di dotarsi di patti parasociali che garantissero lo sviluppo dello scalo»

«Chi ha venduto il 29% delle azioni di ADF, la società che gestisce l'aeroporto "Vespucci", ad una cordata di privati e si è "dimenticato" di dotarsi di patti parasociali che garantissero lo sviluppo dell'aeroporto, così come previsto nel masterplan che ha ottenuto la VIA, perché evidentemente era troppo preso dalla volontà e dalla necessità di far cassa, non è credibile quando scarica solo sui privati le responsabilità della chiusura di tre mesi "per ferie " dello scalo fiorentino». Lo ha detto la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci.«Nell'ottobre del 2004 – ha ricordato – il nostro gruppo presentò un ordine del giorno votato dall'intero consiglio con il quale si impegnava il sindaco a "fare chiarezza sulla volontà dei soci di ADF in merito allo sviluppo dello scalo, dettagliando gli interventi previsti e relativa tempistica così come indicato nel masterplan che ha ottenuto la Vuia, la "valutazione di impatto ambientale", unico masterplan, nonostante le tante chiacchiere che si sono avvicendate, depositato al Ministero dell'Ambiente. Nel giugno 2005, quindi un anno dopo, considerato che ADF non aveva ancora iniziato alcuna attività, chiedemmo di sapere se il sindaco non reputasse opportuno chiedere spiegazioni sull'inadempienza da parte della società aeroportuale ed ipotizzammo un probabile danno erariale anche, tenendo conto delle spese sostenute da parte delle amministrazioni pubbliche, a fronte di un parere, la "VIA", che continuava e continua a restare lettera morta. La risposta, a firma dell'assessore Albini, il 26 luglio, fu che "l'amministrazione comunale aveva provveduto a richiedere al presidente di Adf Legnaioli cose che il Comune continua ad attendere"».«Ecco perché la difesa d'ufficio non regge – ha sottolineato Gaia Checcucci – così come risulta ridicolo e francamente poco istituzionale, l'addossare la responsabilità al Ministro dell'Ambiente grazie al quale, la VIA, da quando è stata inoltrata dalla Regione al Ministero dell'Ambiente, ovvero il 16 aprile 2003, è stata rilasciata in soli tre mesi – il 31 luglio 2003 - a fronte dei tre anni durante i quali è stata trattenuta presso gli uffici della Regione dal settembre 2000. Queste sono le date e questa è la verità. Se, poi, i soci privati di ADF hanno ritenuto un minuto dopo l'ottenimento della VIA che il masterplan fosse superato e che occorreva un nuovo piano di sviluppo, sarebbe auspicabile sapere per quale motivo non hanno mi formalizzato proposte alternative presso gli uffici competenti e si sono adagiati nell'immobilismo. E se è indubbio che i privati abbiano delle responsabilità in tal senso, è però altrettanto ineccepibile che i soci pubblici , a cominciare dal Comune quando aveva il 29%, non hanno ritenuto utile chiedere garanzie e mettere paletti nei patti di vendita, ovvero i "patti parasociali", per mettersi nelle condizioni di non fare un mero "atto di fede" nei confronti dei privati, ma mantenere, al contrario, saldamente nelle mani la garanzia dello sviluppo dello scalo. Adesso vi sarebbero le condizioni per una "risoluzione per inadempimento". Invece, come evidente anche dalle dichiarazioni del Sindaco, c'è spazio solo per le recriminazioni e lo scaricabarile.Noi attendiamo ancora da luglio quelle risposte che abbiamo capito non arriveranno mai. Anche perché mai sono arrivate». (fn)