Checcucci (AN): «Al posto della Sitimet una nuova società che non ha ragione di esistere perché vivrà di commesse pubbliche»
«La vecchia Sitimet non è stata ancora liquidata ma in compenso il comune ha creato una nuova società per azioni che, come la prima, vivrà di commesse pubbliche». E' quanto denuncia la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcuci.«Con una mozione della commissione controllo, approvata dal consiglio comunale lo scorso 16 marzo ha ricordato l'esponente del centrodestra avevamo chiesto lo scioglimento immediato di una società che si era rivelata un contenitore "mangia risorse" che viveva esclusivamente con i proventi delle pubbliche amministrazione».«La vecchia Sitimet ha aggiunto Gaia Cecchecci era la società partecipata, creata nel 1998, che si sarebbe dovuta occupare, tra l'altro, della produzione, della razionalizzazione e del mantenimento delle banche dati necessarie allo sviluppo di servizi per cittadini, imprese ed enti pubblici nell'area metropolitana fiorentina. Due volte, nel 2003 e nel 2004 era stata ricapitalizzata, e dagli elementi e dalle informazioni acquisite anche nelle sedi istituzionali competenti era emerso che non c'era l'oggettiva necessità di una struttura societaria del genere. Inoltre, i costi del personale andavano ad incidere per circa la metà del suo bilancio. Il 9 aprile 2004 l'assemblea di Sitimet spa, in seduta straordinaria, approvò l'aumento del capitale sociale da 714.000,00 euro a 4.474.000,00 euro. Il 5 aprile 2004 erano stati la giunta e il consiglio comunale con i voti della maggioranza di centrosinistra ad approvare la delibera dell'aumento del capitale sociale sottoscrivendo la propria quota di competenza pari ad 1.917.600,00 euro con il versamento immediato del 25% nell'esercizio 2004 (pari ad 479.400,00 euro) e con la promessa di versare il restante 75% (pari ad 1.438.200,00 euro) nel 2005. Il centrodestra votò contrario».«Società come queste non hanno ragione di esistere perché vivono di commesse pubbliche ha ricordato la consigliera di AN e nonostante questo sono state capaci di aprire voragini di bilancio. Per servizi di questo tipo ci sono le offerte di mercato che servono a supplire alle competenze interne all'amministrazione della direzione sistemi informativi laddove queste non siano all'altezza. Il mercato interviene quando le amministrazioni non sono in grado di svolgere questi servizi attraverso i propri uffici. Non a caso nella mozione approvata si parlava di un "centro servizi" ovvero di un coordinamento che doveva costare meno possibile, sfruttando le competenze già esistenti all'interno delle amministrazioni pubbliche».«La nuova società ha concluso Gaia Checcucci - cerca di rivendere con messaggio diverso una attività che dovrà anch'essa sperare soltanto in commesse pubbliche, affidate per lo più senza gara. Già nel piano di impresa della società si indicano costi della struttura in circa 135mila euro, come ovvio per ogni spa, senza poi considerare i costi, già messi in preventivo e non quantificati, per consulenze e assistenze dall'esterno e che riguardano il centro servizi ed i servizi che questo saranno offerti. Come dire: niente di nuovo sotto il sole». (fn)