Firenze-Lima: incontro tra gli alunni della scuola Beato Angelico di Firenze e i lavoratori minorenni peruviani contro la schiavitù minorile

"Tra i nostri desideri, ci sono l'uguaglianza e la possibilità di far partecipare da protagonisti tutti i bimbi ed i ragazzi che vivono nelle Case Manthoc". Juan Diego è un NATs (Niños Adolescentes Trabajadores), un giovanissimo lavoratore di Villa El Salvador-periferia di Lima, e nella sua frase pronunciata stamani davanti ai ragazzi di terza media della scuola Beato Angelico di Firenze è racchiusa la grande lezione di dignità di un ragazzo che oggi ha 16 anni ed è costretto a lavorare da quando ne aveva sette. In questi giorni, Juan Diego è in Italia assieme ad altre sue due compagne di 13 anni, Ana Maria e Jessica di Ayaucucho nell'entroterra del paese sudamericano. Fanno parte del Manthoc, il movimento dei giovani operai cristiani per la difesa dei diritti dei minori lavoratori, in questi giorni ospitati da Arci e Unicoop Firenze, che da qualche anno decidono nell'ambito delle loro campagne di solidarietà nazionale Attivarci e Il Cuore si Scioglie, di sostenere l'attività del movimento impegnato dagli anni '70 a portare avanti l'esperienza delle Case di promozione integrale, strutture in cui circa 5mila degli oltre 2milioni di NATs possono stare insieme e insieme affrontare e risolvere i loro problemi.Con gli studenti italiani, che hanno rivolto ai tre giovani peruviani tante domande per capire come è la vita di un lavoratore minorenne, i tre giovani delegati Manthoc hanno lanciato il gemellaggio ‘Firenze-Lima, oltre la schiavitù minorile', per continuare a tenersi in contatto.Questa mattina alla presentazione del gemellaggio, erano presenti Luciano Rossetti, direttore Soci e Consumatori Unicoop Firenze; Daniela Lastri, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze; Francesca Chiavacci e Fabiana Falciani per l'Arci, comitato territoriale di Firenze. "Questo scambio tra le esperienze dei bambini e degli adolescenti del movimento Manthoc è molto importante – ha spiegato l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri - perché aiuta alla cittadinanza attiva tanti ragazzi e ragazze della nostra città. E' una campagna di solidarietà di grande rilievo, che fa acquisire consapevolezza sull'importanza della difesa dei diritti e delle libertà, e vuole sostenere la speranza per un futuro migliore, per tanti bambini e ragazzi sfruttati"."Con questo progetto – ha sottolineato Fabiana Falciani, responsabile internazionali dell'Arci di Firenze – non intendiamo promuovere una adozione a distanza individuale, ma una adozione collettiva, perché vogliamo partecipare alla creazione di luoghi in cui questi ragazzi socializzino, si istruiscano e possano vedere garantiti alcuni diritti fondamentali".Il Manthoc è il movimento dei giovani operai cristiani per la difesa dei diritti dei minori che lavorano (i NATs, Niños Adolescentes Trabajadores), nato negli anni settanta su iniziativa di altrettanto giovani lavoratori che a loro volta erano stati niños de rua e decisero di difendere non solo il loro lavoro ma anche quello delle nuove generazioni di bambini, organizzandoli in sindacati autonomi. Oggi il Manthoc sostiene circa 5000 degli oltre 2 milioni di minori lavoratori costretti per guadagnare qualcosa a fare i venditori ambulanti, gli spazzini, i facchini, i domestici, ed ha ideato e sta realizzando per Attivarci (la campagna di comunicazione e raccolta fondi che sostiene e il lavoro del tessuto associativo dell'Arci sul fronte della solidarietà internazionale) un progetto per lo sviluppo delle Case di promozione integrale, strutture in cui i NATs possono stare insieme e insieme affrontare e risolvere i loro problemi.Nella scuola media di via Leoncavallo 12, da circa un mese era allestita la mostra di Arci e Unicoop sulle attività delle Case Manthoc e i ragazzi italiani hanno compiuto un percorso di approfondimento sulle tematiche del lavoro minorile. (pc)