Rifondazione: «L'amministrazione si faccia garante della stabilizzazione dei lavoratori precari del Comune anche attraverso la "disobbedienza amministrativa"»

«L'amministrazione si faccia garante della stabilizzazione dei precari del comune anche attraverso la "disobbedienza amministrativa"». La richiesta arriva dai consiglieri dei gruppo di Rifondazione Comunista dopo l'incontro di questo pomeriggio, in Palazzo Vecchio, tra l'assessore Riccardo Nencini, il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini, i capigruppo ed e una delegazione del coordinamento dei lavoratori precari del Comune.«I lavoratori – hanno spiegato la capogruppo di Rifondazione Anna Nocentini ed i consiglieri Leonardo Pieri e Pierluigi Ontanetti – avevano chiesto questo incontro per ribadire innanzi tutto la preoccupazione per il perdurare ed aggravarsi delle loro condizioni di lavoro e quindi di vita. La precarietà sta diventando infatti una condizione generale, che non riguarda più solo fasce giovanili o settoriali come dieci anni fa, ma che al contrario investe tutte le categorie lavorative e quindi persone di 40-50 anni che pertanto hanno ancora più bisogno stabilità e garanzie sociali. Queste difficoltà, ha convenuto anche l'assessore, sono ancora più allarmanti se consideriamo che ci troviamo alla vigilia del taglio del 40% del personale impiegato nel Comune a vario titolo nel fantasioso mondo del precariato, come co.co.co, tempo determinato, partita iva, previsto dalla legge finanziaria 2006 per gli enti locali».«Davanti alle richieste che vertono sulla stabilizzazione dei lavoratori precari del Comune – hanno aggiunto i consiglieri di Rifondazione – l'assessore ha risposto che le responsabilità sono del governo Berlusconi e della sua legge 30 e che la questione debba essere affrontata con "realismo" vista la difficoltà di attivare strumenti idonei ed efficaci da parte dell'amministrazione. Siamo d'accordo con i lavoratori che obbiettavano che vanno moltiplicandosi gli incarichi di alto livello, manager, nominati del sindaco per le partecipate, che al contrario di loro godono di ben altri stipendi e diritti. Per questo crediamo troppo debole e vaga la proposta dell'assessore di affrontare la situazione reparto per reparto per cercare di "spalmare" i tagli nel modo migliore e concordemente ai sindacati. E' necessario fare ben altro per risolvere una situazione scandalosa che il Comune di Firenze ha il dovere di dirimere innanzi tutto a partire dai "suoi" dipendenti e da coloro che prestano la propria fatica e la loro intelligenza per i servizi di cui tanto si vanta. Dall'amministrazione, ai cimiteri, ai servizi pubblici, alle cooperative sociali, il Comune deve cambiare strada, non solo riducendo i danni provocati dalle sciagurate politiche berlusconiane, ma trovando soluzioni concrete come la diversa allocazione delle scarse risorse di cui dispone per favorire la stabilizzazione dei contratti di lavoro che gli competono. Ci associamo per questo alla proposta di "Un'altra città, un altro mondo" nel chiedere al Comune uno scatto di indignazione verso una proposta di tagli al personale da parte del governo e un'azione di disobbedienza amministrativa che ponga le basi, forte anche del ruolo che Firenze riveste nell'ANCI, per la cancellazione della legge 30 e per il superamento di oltre dieci anni di legislazione che ha favorito la precarietà in nome del mercato e delle "sue" leggi». (fn)