Società della Salute, la relazione dell'assessore Cioni sul Piano Integrato di Salute

Oggi si è svolto il dibattito sul Piano Integrato di Salute, atto fondamentale della Società della Salute. L'assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni ha illustrato la delibera con una relazione, seguita da un intervento del direttore generale dell'Azienda sanitaria fiorentina Luigi Marroni. Al dibattito era presente anche il direttore della Società della Salute Fabio Focardi.Ecco l'intervento del presidente Cioni."Oggi il consiglio comunale è chiamato a discutere del Piano Integrato di Salute, atto di programmazione sociosanitaria e modalità di espressione delle funzioni di governo della Società della Salute. Si tratta di un passaggio importante, quasi rivoluzionario, che arriva al termine di un percorso caratterizzato da tappe fondamentali come il Piano Sanitario Regionale, la legge regionale 40/2005. La Società della Salute segna infatti una grande svolta, perché gli enti locali si riappropriano delle politiche sanitarie.Dopo molti anni infatti si riporta al consiglio comunale la responsabilità primaria della politica sanitaria e in generale della salute. Non ho memoria di aver discusso di programmazione sanitaria in questo consiglio comunale: la competenza in questo settore era infatti dell'Aziende sanitarie e della Regione.Oggi invece il consiglio comunale, approvando il Piano integrato di Salute (che come atto di programmazione è vincolante sia per il Comune che per l'Azienda sanitaria fiorentina) decide i percorsi e gli obiettivi di salute. Il consiglio comunale è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale, con un sistema di relazione e di controllo, sulle politiche e sulle azioni della Società della Salute. Nella sperimentazione fiorentina infatti, il ruolo del consiglio comunale è l'elemento caratterizzante sul piano della architettura istituzionale. Al consiglio spetta la vigilanza, il controllo e il monitoraggio sugli atti della Società della Salute. In concreto ogni variazione al Piano Integrato di Salute sarà discussa e approvata dal consiglio comunale (e le modiche non mancheranno visto che si tratta di uno strumento di lavoro in progress per adeguarsi ai bisogni dei cittadini), come al consiglio comunale è demandata la valutazione sulla Relazione di Salute (cosa hanno fatto i servizi….), la relazione e il monitoraggio sugli esiti del Piano Integrato di Salute, il controllo della spesa.Dai contatti avuti con i rappresentanti del consiglio comunale, è emersa la necessità di un ruolo di garanzia. Una richiesta che recepiamo volentieri. Per questo pensiamo a una funzione di garanzia propria del consiglio comunale che si rapporti alla Società della Salute con poteri di verifica, di vigilanza e di monitoraggio sull'attività di governo e sulle azioni della Società della Salute con le modalità che il consiglio comunale riterrà più opportune.A poco più di un anno dalla costituzione della Società della Salute è ormai chiaro il percorso che abbiamo di fronte. L'obiettivo è compiere il salto di qualità di centrare il concetto di salute che va ben oltre i determinanti sanitari (che come specifica l'Organizzazione mondiale della Sanità incidono al massimo per un 33% sullo stato di salute dei cittadini). Ma con la Società della Salute, grazie al ruolo prioritario degli enti locali, si avrà anche una lettura dei bisogni della comunità più vicina e più appropriata che si concretizzerà in azioni concrete. Per esempio a Firenze abbiamo avviato lo screening del colon retto che finora non veniva effettuato nonostante gli importanti risultati in termini di prevenzione di questa forma di tumore. La Società della Salute si avrà un erogatore unico per i servizi socio-sanitari e una presa in carico unitaria della persona (e il primo risultato sarà la creazione di una lista unica per l'ingresso in Rsa). E la Società della Salute si caratterizza come un'accelerazione del processo di integrazione socio-sanitario che nella nostra città ha preso avvio nel 2000 con l'accordo di programma tra il Comune e l'Azienda sanitaria fiorentina ha accumulato un "patrimonio" (di procedure, di personale formato e via dicendo) che non vogliamo disperdere. Senza dimenticare un altro risultato importante, ovvero la costruzione di un percorso ospedale/territorio che assicuri la continuità assistenziale nelle varie forme.In questa sede voglio poi ribadire che la Società della Salute è un consorzio pubblico formato dal Comune e dall'Azienda sanitaria, smentendo radicalmente tutti i discorsi su una presunta privatizzazione della sanità a Firenze e in Toscana. Anzi, ogni passo è caratterizzato da una forte impronta pubblica. E' la Società della Salute quale consorzio pubblico che fa la programmazione, dà gli indirizzi, governa le politiche e controlla i risultati. Se poi si considera privatizzazione la concessione della gestione dei servizi alle cooperative sociali e al privato sociale, allora si critica un punto di forza della nostra realtà, ovvero il lavoro in sinergia tra pubblico, privato sociale e terzo settore.Tornando al tema oggi in discussione, ovvero il Piano integrato di Salute, questo si tratta di un atto di programmazione che è contemporaneamente uno strumento di lavoro che quindi, come tale, è soggetto ad adeguamenti continui per rispondere alle necessità dei cittadini. E da domani ogni variazione, ogni adeguamento ai bisogni della comunità, sarà soggetto all'approvazione del consiglio comunale.I consiglieri comunali avranno avuto modo, nei giorni e nelle settimane scorse, di valutare il Piano integrato di Salute in tutti i suoi aspetti. Adesso mi preme sottolineare alcuni passaggi fondamentali. Prima di tutto che siamo arrivati in consiglio comunale attraverso un percorso di concertazione con le organizzazioni sindacali e con un confronto partecipativo con le associazioni e con i consigli di quartieri senza precedenti; in secondo luogo che il Piano integrato di Salute è il frutto del lavoro unitario di più di cento professionisti del Comune e dell'Azienda sanitaria e a loro va il mio ringraziamento.Arriviamo al consiglio comunale anche con il giudizio positivo degli organi partecipativi della Società della Salute (il comitato di partecipazione e la consulta del terzo settore) che fra l'altro non sono stati nominati ma sono stati eletti in seno alle associazioni. Voglio inoltre sottolineare l'attenzione che c'è stata per non disperdere il patrimonio accumulato attraverso l'esperienza dei Quartieri. Oggi infatti sperimentiamo una proposta di articolazione territoriale nuova che dovrebbe rafforzare la penetrazione sul territorio e i rapporti con le circoscrizioni.Il Piano integrato di Salute tende a valorizzare il volontariato che nella realtà fiorentina assume particolare rilevanza sia quantitativa che qualitativa; nei percorsi del Piano integrato di Salute è parte integrante e attiva e anche garanzia di riuscita e di successo nel raggiungimento degli obiettivi.Oggi insieme al Piano integrato di Salute si approvano anche i progetti relativi alle priorità della alta integrazione socio-sanitaria: ovvero il sistema integrato relativo agli anziani e quello per i disabili. E poi i progetti relativi alle altre aree dell'integrazione (salute mentale, dipendenze, diritti dei minori, responsabilità familiari e sostegno della natalità); progetti relativi agli obiettivi di salute e benessere, una serie di progetti speciali (screening colon retto, scompenso cardiaco, controllo ventilazione assistita, vaccinazione anti influenzale e strategie di prevenzione della influenza aviaria, codice Dea di bassa priorità - accesso ai Pronto Soccorso per patologie non urgenti, unità cure primarie, cure palliative, odontoiatria); gli obiettivi di riorganizzazione, il budget sociale, sociosanitario e sanitario di Firenze.E' chiaro che nel Piano integrato di Salute i progetti non socio-sanitari, ma determinanti di salute, si coordinano reciprocamente con la programmazione socio-sanitaria, senza peraltro alterare le competenze specifiche nell'ambito del governo comunale.Come è chiaro, anche, che non si centra il concetto di salute dell'Organizzazione mondiale della Sanità (intesa non solo come assenza di malattia ma stato di benessere fisico, psichico e sociale) se dal punto di vista ambientale, strutturale, urbanistico e delle funzioni, le politiche e strategie dell'Amministrazione comunale non convergono sull'obiettivo salute.In questo intervento, volutamente breve, voglio dire due parole sui progetti prioritari, ovvero sul sistema integrato anziani e sul sistema integrato disabili, che rappresentano una svolta fondamentale nella risposta a due delle grandi criticità sia della situazione attuale che del futuro della nostra comunità.Per quanto riguarda gli anziani, prima di tutto qualche dato per avere il quadro della situazione. Il Centro nazionale delle Ricerche informa che la popolazione ultrasessantacinquenne a livello nazionale oggi si assesta sul 19% e che nel 2020 raggiungerà il 24,5% . Ebbene, oggi a Firenze gli ultrasessantacinquenni sono già al 25,5%. Se a questo dato aggiungiamo che l'aspettativa di vita è già a 83 anni per le donne e a 77 per gli uomini con tendenza a crescere, emerge chiaramente come le patologie legate all'avanzare dell'età non possono che costituire uno dei più grandi problemi dell'oggi e del domani: secondo le stime la demenza e il morbo di Alzheimer colpiscono il 6-7% della popolazione anziana. Che tradotto in termini assoluti vuol dire 5-6mila persone non autosufficienti. Senza contare una particolarità della nostra città: la famiglia nei suoi componenti si è ristretta fino a scendere al numero di 2,1 e il 42% delle famiglie è composto da una persona sola. E non dimentichiamo che sono circa 30mila gli anziani che vivono soli. Questo il quadro di una situazione dove non mancano le criticità, cui però si aggiunge anche un elemento positivo: ovvero lo spostamento dell'inizio della vecchiaia. La soglia che stabilisce l'inizio della vecchiaia non è ormai la pensione e nemmeno i 65 anni anagrafici: quello che fa differenza è la salute. Si invecchia quando si comincia a perdere la salute. Questo è il pianeta anziani. Con una caratterizzazione molto fiorentina, l'invecchiamento progressivo della popolazione. Tra il 1951 e 2001 i residenti sono rimasti pressoché invariati, ma la piramide si è rovesciata: se prima erano molti i ragazzi e pochi gli anziani, adesso assistiamo al fenomeno contrario. Gli ultrasessantacinquenni sono due volte e mezzo la fascia che va da 0 a 14 anni. Inoltre uno anziano su due ha più di 75 anni; gli ultraottantenni sono 28.747, pari al 7,9% della popolazione rispetto al 4,6% di quella nazionale.Per questo le politiche contenute nel Piano Integrato di Salute che il consiglio comunale è chiamato ad approvare si articolano su due cardini: la prevenzione per gli anziani in salute e l'assistenza per quelli fragili. La prevenzione ha l'obiettivo di ritardare la dipendenza, ovvero la perdita di autonomia considerata dall'anziano (sempre secondo un'indagine del Cnr) il timore più grande. Ben il 40% degli anziani ha paura della dipendenza, il 16% della solitudine e il 17% della morte. E alla prevenzione, intesa come mantenimento dell'autonomia e dell'indipendenza, puntano una serie di iniziative specifiche previste dal Piano Integrato di Salute che vanno dallo sport alle cene, dal ballo alle vacanza, dall'Aiuto anziani prolungato per 12 mesi all'anno alla podologia. Tutto con l'obiettivo di prolungare l'autonomia delle persone anziane attraverso una vita di qualità e soprattutto col contrasto all'isolamento.Per quanto riguarda invece l'assistenza e tutela agli anziani fragili e/o non autosufficienti, l'obiettivo è la domiciliarità, ovvero mantenere l'anziano in famiglia o a casa il più possibile. Si tratta di una scelta di civiltà che si traduce in interventi concreti per permettere all'anziano di rimanere nella propria casa o in quella dei familiari, riducendo ai casi gravi il ricovero nelle Rsa. Per questo saranno attivati supporti alla famiglia e alla persona. L'anziano sarà seguito dalla micro èquipe di comunità (composta dal medico di medicina generale, dall'assistente sociale e dall'infermiere) che avrà l'input di lavorare per rinviare il più possibile il ricovero in Rsa. Per questo prevediamo forti investimenti sui servizi e le prestazioni per la domiciliarità, l'assistenza domiciliare integrata, i centri diurni e di sollievo.L'altro progetto prioritario è il sistema integrato disabili. Nella nostra città risiedono 6.268 disabili al di sotto dei 65 anni. Anche in questo caso nel Piano Integrato di Salute si riafferma la centralità della persona con disabilità e della sua famiglia. In concreto l'obiettivo è una presa in carico della persona con disabilità finalizzata a rafforzare l'unitarietà dell'intervento. Altro elemento fondamentale è la continuità del percorso assistenziale e individuazione di specifiche responsabilità degli operatori. I servizi rivolti alla persona con disabilità saranno coordinate per favorire la piena realizzazione del piano individuale di intervento. Prevista anche una fase di monitoraggio e di valutazione del grado di realizzazione dei risultati e controllo della qualità degli interventi. Inoltre, visto il progressivo allungamento della vita delle persone con disabilità, stiamo lavorando al progetto Dopo di noi, un sistema abitativo destinato ai disabili in vista della morte dei genitori.Concludendo, non voglio nascondere che le vere difficoltà iniziano da domani, da quando cioè dobbiamo mettere le gambe a questo Piano Integrato di Salute. Possiamo però contare su alcuni elementi: prima di tutto sul fatto che nella realtà toscana e a Firenze si parte da un livello di prestazioni socio-sanitarie e di salute più che buono; in secondo luogo per centrare gli obiettivi del Piano Integrato di Salute possiamo confidare su una larga condivisione che coinvolga in primis il consiglio comunale e poi la città intera nelle sue articolazioni più sensibili e più rappresentativeA questo punto l'unica vera grande preoccupazione sono le risorse che a fronte di una crescita del bisogno diminuiscono anziché aumentare. Un esempio per tutti: il taglio del fondo sociale nazionale di 500 milioni di euro per Firenze si tradurrà in una riduzione di fondi per 2 milioni e 200mila euro. Per questo, torno a insistere sulla necessità di una tassa o di un contributo specifico per la non autosufficienza (ovvero anziani e disabili). Un fondo creato attraverso il prelievo fiscale e finalizzato a finanziare interventi per la non autosufficienza, una criticità che negli anni prossimi non potrà che diventare più grave". (mf)