Stamani in Palazzo Vecchio ricordato il sindaco Luciano Bausi. Domenici. "Esempio di impegno, competenza e serietà"

"Luciano Bausi ha vissuto con dedizione e disinteressato impegno la sua esperienza di sindaco e di uomo politico. Ha sempre saputo affermare la propria personalità in modo originale e autonomo, lavorando con serietà, competenza e impegno per la sua città e per la sua gente. Senza essere condizionato dai modelli che lo avevano preceduto, uomo più delle istituzioni che dei partiti, ha lasciato del proprio lavoro una traccia importante nella storia civile e politica di Firenze. Ed è volontà di questa amministrazione dedicare a Luciano Bausi un luogo della città, che sia il meritato riconoscimento verso chi tanto ha fatto per essa e l'omaggio ad un illustre concittadino che tanto l'ha amata". Sono le parole del sindaco Leonardo Domenici, che stamani nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio ha aperto la cerimonia in ricordo di Luciano Bausi a dieci anni dalla sua scomparsa. A ricordare Bausi, presenti i figli Letizia, Susanna, Guido e Ada, il senatore Nicola Mancino e l'onorevole Mino Martinazzoli che "con le loro parole – ha detto Domenici - hanno voluto testimoniare il legame profondo di stima e di amicizia con una persona con la quale hanno condiviso lavoro, responsabilità, impegno politico, passione civile". Fra gli interventi anche quello di Pier Francesco Listri, autore del volume "Luciano Bausi, un cristiano nelle cose del mondo", presentato pochi giorni fa in Palazzo Vecchio.Domenici ha ripercorso la storia di uomo politico e amministratore di Bausi, in un percorso che lo vede prima consigliere comunale, poi assessore, sindaco (più volte rieletto dal '67 al '74), senatore e infine sottosegretario alla Giustizia. "L'elenco delle cose fatte da Bausi per Firenze è lungo – ha detto Domenici - e posso citare solo le più importanti: il viadotto dell'Indiano, il Palazzo degli Affari, il carcere di Solicciano, il Palazzetto dello sport e la piscina Costoli, lo spostamento della Mostra dell'Artigianato dal Parterre alla Fortezza da Basso, il trasferimento dell'Archivio di Stato, i quartieri realizzati alle Piagge e a Legnaia, il sottopasso di Piazza Dalmazia, la copertura dell'Affrico. Ma anche gli interventi nel settore scolastico, il raddoppio dell'illuminazione pubblica, il restauro delle chiese monumentali, la chiusura al traffico delle Cascine, l'assistenza a domicilio degli anziani". Domenici ha anche ricordato le iniziative culturali di altissimo livello, "prima fra tutte la mostra di Henry Moore a Forte Belvedere, che anticipa le grandi esposizioni a Firenze della fine degli anni '70. Un'attenzione ai temi della cultura che viene confermata nell'attenzione che Bausi riservò alle associazioni e ai circoli culturali fiorentini".Domenici ha anche voluto ricordare il rapporto di Bausi con la Madonnina del Grappa "alla quale – ha detto - è stato legato per anni in un rapporto da lui stesso definito di ammirazione e di grande venerazione, maturato attraverso la conoscenza di Don Giulio Facibeni proprio negli ultimi anni della sua vita". (ag)