Conferenza programmatica dei Ds, il sindaco Domenici ha aperto i lavori al Palacongressi

Utilizzare per il programma di governo l'esperienza degli enti locali e dei Comuni in particolare; assumere le politiche per le città fra le questioni prioritarie; modificare la legge Finanziaria ora in discussione alla Camera. Sono questi i punti fondamentali dell'intervento di Leonardo Domenici, nel suo discorso di apertura della Conferenza programmatica dei Ds in corso fino a sabato al Palacongressi.Domenici ha parlato subito di Finanziaria: "Nessuno vuol rinunciare ad offrire il proprio contributo al risanamento dei conti pubblici, ma questa non è l'unica Finanziaria possibile. Mi auguro che il passaggio della legge in Parlamento possa portare modifiche importanti per gli enti locali e per i Comuni in particolare". E a questo proposito il sindaco ha avanzato tre proposte: "Abbandonare la logica dei tetti di spesa per passare a quella dei saldi di bilancio, fissando degli obiettivi che poi i Comuni potrebbero decidere autonomamente come raggiungere; utilizzare parte delle risorse liberate dallo slittamento del Tfr e parte di quelle per il sostegno alle famiglie, per reintegrare il fondo per le politiche sociali tagliato di 500 milioni nel 2005 e 500 nel 2006; di dare ai Comuni la facoltà di introdurre il contributo di scopo, finalizzato a servizi aggiuntivi e nuovi interventi". Domenici ha inoltre sottolineato il momento di grande difficoltà nelle relazioni fra le istituzioni dello stato, che secondo la Costituzione dovrebbero invece avere pari dignità: "E dopo il disastro del pasticcio della riforma costituzionale – ha detto – dovremo porci seriamente il problema di trovare un nuovo equilibrio negli assetti istituzionali".Il sindaco ha poi ribadito che nel programma di governo del paese sarà importante tenere in considerazione le esperienze del centrosinistra nelle realtà locali, "che possono essere un punto di riferimento per problematiche e obiettivi strategici, in particolare su temi delicati come le infrastrutture (coniugando la partecipazione di cittadini al rispetto dei programmi) o i servizi pubblici locali". A questo proposito Domenici ha sottolineato come sia necessario che le istituzioni locali mantengano il ruolo di controllo e verifica, rifuggendo però sia da un'ideologia pubblicistica, sia da un liberismo di comodo: "Non vorrei – ha aggiunto riferendosi ad alcune recenti polemiche – che ci fosse la tendenza a sostituire i monopoli pubblici con monopoli privati".Il sindaco è poi passato a parlare di Firenze e della sua esperienza di primo cittadino. "In questi anni abbiamo cercato di introdurre gli indispensabili elementi di innovazione, coniugandoli con la conservazione di una città così particolare e delicata – ha detto – Abbiamo avviato la realizzazione del sistema delle tranvie con il project financing; abbiamo ristrutturato per la città l'ex carcere delle Murate; abbiamo recuperato la grande area dismessa dell'ex Fiat, dove già funzionano tra facoltà universitarie e dove si sta realizzando il nuovo Palazzo di giustizia; abbiamo nuove piazze e nuovi parcheggi; abbiamo investito nel recupero delle periferie oltre 100 milioni di euro". "Ma se tutti questi programmi, qui come altrove, non si incrociano il progetti di carattere nazionale - ha aggiunto - che abbiano come obiettivo la qualificazione delle città e la loro assunzione come luogo privilegiato della vista culturale e sociale del Paese, allora tutto diventa più difficile, se non inutile. Proprio come è stato in questi ultimi anni, in cui si è attuata la politica più centralistica ed accentratrice che si ricordi".Domenici ha poi ricordato due grandi emergenze delle città, quella dell'emergenza casa e quella della lotta all'inquinamento, ed ha ribadito come sia necessario in un programma di governo mettere le politiche per le città fra le questioni importanti; così come ha fatto la Gran Bretagna, che ha investito 59 milioni di euro per le aree urbane. "Perché è attraverso le città che si possono portare avanti programmi di ripresa e di crescita per il paese" ha concluso il sindaco, e perché attraverso le città si è finora garantita "quella coesione sociale indispensabile per la vita civile, che viene invece messa in discussione dalle scelte di questo governo". (ag)