Con il progetto "Twin Apple" proseguono i laboratori artigianali all'Istituto Penale Minorile "G. Meucci". Lastri: "Una rete di sostegno per l'inclusione sociale"

Aiutare i minori, che hanno commesso un reato, ad affrontare diversamente la detenzione, grazie alla possibilità di partecipare ai laboratori artigianali e creativi. E' il progetto "Twin Apple: nuove opportunità per percorsi di inclusione sociale", rivolto ai giovani detenuti dell'Istituto Penale Minorile "G. Meucci". Il progetto, organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione e politiche giovanili del Comune di Firenze, è ormai un'esperienza pluriennale, ed è finanziato all'interno della legge 285 del 1997, che prevede interventi sulla socializzazione, sui temi del recupero e della crescita di ragazzi che frequentano le strutture penali minorili.Stamani in Sala Incontri di Palazzo Vecchio è stato organizzato un incontro di riflessione sul progetto, al quale erano presenti l'assessore alla pubblica istruzione e politiche giovanili Daniela Lastri, il direttore dell'Istituto Penale Minorile "G. Meucci" Fiorenzo Cerruto e il presidente dell'associazione Auser Antonio Modi.Con il progetto "Twin Apple" sono stati realizzati, negli anni, laboratori di rilegatoria, di educazione artistica, di strumento e di canto, e di alfabetizzazione informatica, grazie al contributo delle associazioni partner, in primo luogo l'Auser, a cui nel 2004 si è affiancata l'associazione culturale Sopratonica. Le attività realizzate nel corso del 2005 hanno visto un costante coinvolgimento di oltre 40 ragazzi all'interno dell'Istituto, e sono servite sia per offrire ai minori detenuti momenti di socializzazione positiva, sia per riempire il senso educativo in tempo della detenzione."Il progetto ha rappresentato un ambito "protetto" di crescita – ha sottolineato l'assessore alla pubblica istruzione e politiche giovanili Daniela Lastri - dove i ragazzi hanno potuto sperimentare la costruzione della propria identità. Quindi, attività di questo tipo servono ad offrire delle opportunità e una via di uscita per tanti giovanissimi".Durante l'incontro hanno portato la loro testimonianza due giovani ex detenuti dell'Istituto Penale "G. Meucci": "Abbiamo vissuto in maniera positiva questo tipo di esperienza, e oggi possiamo dire che chi semina raccoglie, e noi, grazie ai laboratori artigianali sappiamo di aver imparato qualcosa in più, pur stando in un istituto penale minorile". Oggi questi due ragazzi sono stati inseriti in un percorso lavorativo e sono inseriti all'interno di due strutture di accoglienza presenti nella nostra città.Quindi se il progetto offre ai minori detenuti, momenti importanti di socializzazione, il problema nasce dopo, al momento della loro fuoriuscita. Durante l'incontro è stato più volte evidenziato dai relatori la necessità di costruire percorsi di sostegno, al termine del periodo di detenzione, per accompagnare i giovani nel loro processo di reinserimento sociale. "L'esperienza compiuta fino qui con il progetto – ha evidenziato Lastri – indica anche la necessità di attivare e sperimentare nuove strade, e in particolare di costruire e rafforzare una rete di sostegno fuori dal carcere per non lasciare soli i giovani detenuti, di cui la maggior parte extracomunitari, una volta usciti dall'istituto penale minorile".Al termine dell'incontro l'assessore Lastri ha proposto l'istituzione di un gruppo di lavoro permanente per costituire una vera e propria rete di sostegno ai progetti per i ragazzi inseriti nel penale minorile. Il tavolo di lavoro dovrà essere composto, oltre che da istituzioni locali, assessorato, quartiere 1, istituto penale minorile e Regione Toscana, anche dalle associazioni del volontariato già coinvolte nel progetto, dalle categorie economiche e dal mondo dell'imprenditoria. (pc)