Falciani (SDI): «Dalle fondazioni bancarie un quindicesimo degli utili per salvare il Teatro Comunale. Subito l'accordo di programma tra Comune, Provincia e Regione»
«Dalle fondazioni bancarie un quindicesimo degli utili per salvare il Teatro Comunale e le fondazioni liriche». La proposta è stata lanciata dal capogruppo dello SDI Alessandro Falciani durante l'incontro, svoltosi questa mattina alla Colombaria, su "La crisi del Teatro Comunale"«A Firenze la situazione è straordinariamente critica ha rilevato Falcioni - ma è nostro obiettivo contribuire al suo risanamento e rilancio per salvaguardare le finalità culturali, sociali ed economiche della più grande istituzione culturale della nostra città, mantenendola ai vertici della produzione lirico sinfonica nazionale e internazionale. Le perdite accumulate dal Teatro ammontano a circa 28 milioni di euro, di cui 8 milioni maturati nel corso del 2005, ed i restanti 20 milioni nel periodo 1999/2004, e nel 2006 si prevede che il deficit di esercizio supererà i 10 milioni. Non è sufficiente vendere il magazzino della Longinotti, il cui ricavato servirà per ripianare il deficit del 2005, e non è semplice intervenire su tutte le cause strutturali, che concorrono alla natura del deficit. Occorrerà intervenire sulla produzione artistica del Teatro, che dovrà essere necessariamente di qualità, ma dovrà altresì tenere conto della compatibilità tra i costi e i ricavi. Negli ultimi tre anni il contributo del "Fondo Unico per lo Spettacolo" (FUS) è passato da 23 a 17 milioni di euro. La diminuzione del FUS, accompagnata dai tagli del governo al Comune e alla Regione, non è stata compensata dall'apporto dei privati come era invece nello spirito della Legge quadro sulle Fondazioni liriche».Secondo il capogruppo dello SDI «occorrerà intervenire anche sul costo del lavoro, ma onde evitare lacrime e sangue, la diminuzione degli occupati non dovrà portare a licenziamenti, ma ad una riorganizzazione del lavoro. Sviluppando una politica che favorisca un esodo incentivato ed esternalizzando alcuni settori marginali, potremo creare le condizioni per aumentare la produttività dei dipendenti. E allora occorre realizzare subito l'accordo di programma tra Comune, Provincia e Regione con i quali costruire una rete in grado di valorizzare quella forza lavoro, che a seguito delle esternalizzazioni, ritroverà un'altra collocazione».«Ma la vera sfida, sulla quale dobbiamo concentraci è anche un'altra ha rilevato Falciani - e cioè recuperare risorse aggiuntive per mantenere ed implementare il ruolo del Maggio Musicale nello scenario europeo. Ma è difficilmente pensabile recuperare quei 10/15 milioni di euro l'anno che sono necessari, dal governo o dagli enti locali, i cui bilanci sono stati falcidiati dalla politica finanziaria dell'attuale maggioranza di centro destra. E'pertanto necessario coinvolgere in una politica di responsabilizzazione i poteri forti, in particolare le Fondazioni Bancarie. Ecco quindi l'esigenza di presentare al più presto una legge che preveda la destinazione di un quindicesimo degli utili annuali delle Fondazioni bancarie, a favore delle Fondazioni Teatrali. Gli statuti delle Fondazioni Bancarie, già prevedono che i loro utili siano devoluti in attività di beneficienza e di pubblica utilità, si tratta solo di codificare che una parte di questi utili siano indirizzati verso le Fondazioni Teatrali, come il Maggio Musicale. E d'altra parte una legge di questo tipo è già patrimonio della Repubblica. Si tratta della legge 266 del 1991, approvata all'unanimità dal parlamento, con la quale si finanziano i centri di servizio per il volontariato. L'art. 15 dell'articolato prevede infatti che "le Fondazioni bancarie versano un quindicesimo dei propri proventi, al netto delle spese di funzionamento e dell'accantonamento, ai centri di servizio per il volontariato"».«Un quindicesimo dei proventi delle Fondazioni bancarie ha concluso - significherebbe per le Fondazioni Teatrali accedere a risorse aggiuntive tra i 100 ed i 150 milioni di euro, che per il Teatro Comunale potrebbero significare una quota annuale aggiuntiva di 10/15 milioni di euro l'anno, giusto quelli che ci sono necessari. Ma per attuare questo programma, necessariamente ambizioso, occorre restituire al più presto alla Fondazione Maggio Musicale gli strumenti istituzionali di governo rappresentati dal Sovrintendente e dal Consiglio di Amministrazione. Gli enti locali, e in particolare il Comune di Firenze, devono riappropiarsi al più presto del ruolo che compete loro e favorire il ripristino della normalità». (fn)