Maggio Musicale, Checcucci e Cellai (AN): «Chiarezza sull'operazione Longinotti, sul polo musicale e sui tagli»

«Vogliamo chiarezza sui tempi e sulle finalità dell'utilizzo dei finanziamenti ministeriali per l'ex "Opera Prima". Ma è necessario che il consiglio comunale conosca il progetto della società "Isi" sul nuovo polo musicale». Lo hanno detto il vicecapogruppo di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai e la consigliera Gaia Checcucci.«Salvatore Nastasi, il commissario nominato dal Ministro Buttiglione, conosce molto bene la situazione del Maggio Musicale - hanno sottolineato i due esponenti di Alleanza Nazionale – come direttore generale al ministero si è occupato dell'erogazione dei finanziamenti ad Opera Prima, costituita un anno fa per seguire la realizzazione del nuovo Teatro e Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino e poi sciolta lo scorso marzo. Il Comune ha incassato i soldi, 15 miliardi di vecchie lire su un totale ndi 30, ma non gli ha utilizzati».«Adesso – hanno ricordato Cellai e Checcucci – il Comune ha affidato un nuovo incarico, questa volta alla società Isi e del valore di quasi 100mila euro, che riguarda il piano di fattibilità del polo musicale. Entro il 30 novembre questo piano dovrebbe essere presentato: vogliamo sapere cosa ha fatto Isi e cosa propone. Considerato l'obbligo di rendicontazione, così come prevede il testo unico sugli enti locali e ribadito anche ieri da Nastasi, considerato il tempo perso e il rischio di perdita di questi soldi, occorre che il Comune giustifichi seriamente prima possibile un finanziamento. Pena la revoca».«Continuiamo anche ad avere perplessità sulla vendita dell'immobile della ex Longinotti, che conserva le scenografie del teatro comunale – hanno aggiunto - perplesità del resto avvalorate dal fatto che, come confermnato ieri da Nastasi, non si procede all'acquisto di un altro magazzino. Dubbi quindi, se non altro, sull'approccio metodologico seguito. Abbiamo avuto ed abbiamo ancora qualche riserva su un'operazione che consente di incassare 13 milioni di euro, che ci risulta permetterebbe una plusvalenza di due milioni di euro e di portare da otto a sei milioni di euro il buco di bilancio della Fondazione del Teatro del Maggio Musicale. Con i dati che abbiamo, e che ci riserviamo di approfondire ulteriormente, la domanda a sulla convenienza della vendita permane».«Bene il risanamento e quindi anche i tagli – hanno concluso Cellai e Checcucci – fermo restando che prima di andare a toccare certi settori in particolare, come gli orchestrali e coloro sui quali si regge la fama e la credibilità del Maggio Musicale, occorre cautela. In tutta Europa si cerca di ammortizzare i costi aumentando la produzione. Siamo certi che la scelta di ridurla abbia una sua astratta validità ma una conoscenza di dettaglio di tutte le fattispecie contrattuali esistenti aiuterebbe le motivazioni delle scelte anticipate dal commissario». (fn)