Questa mattina la commemorazione dei caduti di Nassyria nel Salone de' Dugento con il vicesindaco Matulli
"Siamo qui per ricordare un pezzo di Italia, diciannove nostri connazionali vittime del più grave attentato che le forze armate abbiano avuto dalla fine della seconda guerra mondiale. Nei 19 morti di Nassyria c'è un aspetto emblematico molto significativo: sono 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili. Un gruppo composito, di varia provenienza e di varie età, che rende ancora più evidente come si sia trattato davvero di una rappresentanza di tutto in nostro paese". Con queste parole il vicesindaco Giuseppe Matulli ha esordito nel suo discorso di commemorazioneorganizzata questa mattina dall'Amministrazione comunale nel Salone de' Dugento. Una sobria cerimonia per ricordare l'attentato che il 12 novembre 2003 distrusse il quartier generale del contingente italiano nella città irachena uccidendo 19 persone. Oltre al vicesindaco Matulli, alla cerimonia erano presenti il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini e la vicepresidente Bianca Maria Giocoli, l'assessore Alessandro Martini in rappresentanza della Provincia di Firenze e l'assessore regionale Gianni Salvadori, gli onorevoli Giovanni Bellini e Marco Cellai. Per quanto riguarda la giunta comunale fiorentina, erano presenti gli assessori Tea Albini e Cristina Bevilacqua. E ancora i consiglieri comunali Antongiulio Barbaro, Ugo Caffaz, Iacopo Cellai e Paolo Imperlati oltre alle autorità civili e militari."Questo ricordo ha continuato il vicesindaco Matulli che non fa riferimento, come spesso accade, ad eventi conclusi. E' il ricordo di un dramma e di una tragedia che è nella contemporaneità, anzi nell'attualità. E' il segno della presenza di tutti gli aspetti del mondo globalizzato che ci investono ogni giorno. Siamo infatti cittadini del mondo non come scelta culturale e politica, ma come esigenza di governare i processi che non sono più definibili dentro i confini nazionali"."Ebbene ha ripreso il vicesindaco Matulli di fronte a questo mondo globale, che ha in sé delle grandi opportunità ma anche grandi rischi, il ricordo dei martiri di Nassyria ci stimola una riflessione e ci conduce ad alcune considerazioni. A questa situazione possiamo reagire in due modi: cercare l'immunità, tentare di rendersi estranei a quello che accade e in questa estraneità cercare di realizzare un proprio futuro. Oppure, proprio perché in questo mondo globale sono cadute la barriere, rispondere cercando di creare una comunità con regole e modi per affrontare i rischi. E, anche se la paura è la reazione più naturale di fronte ai pericoli, appare chiaro che arroccarsi nella difesa e fuggire di fronte ai problemi che avanzano non è mai la soluzione giusta"."Per questo ha aggiunto ancora il vicesindaco Matulli , proprio ricordando la strage di Nassyria, mi chiedo se c'è qualcosa che possiamo fare. Riflettendo sulla storia spesso pensiamo al mare di sangue versato e ci chiediamo se tutto questo sia stato inutile. E la stessa considerazione può essere fatta per i caduti di Nassyria. Sono morti inutilmente? Penso e spero che non sia così. E il passato del nostro continente ci può essere una testimonianza. Tutta la storia dell'umanità fino alla seconda guerra mondiale è stata costellata dal succedersi di guerre tra gli stati europei con milioni di morti. Un enorme mare di sangue che è stato alla base di una scelta, quella di avviare un processo di unità europea quando le ferite della seconda guerra mondiale non erano ancora rimarginate. Fu proprio grazie al sangue versato nei secoli che allora si ebbe il coraggio di dire basta e di realizzare un processo su cui noi oggi possiamo discutere, ma che ha avuto come effetto fondamentale un dato: che dal 1945 in Europa si è realizzato il più lungo periodo di pace nella sua storia. E per quanto difficili possano essere le prospettive europee dal punto di vista civile, politico, economico, sappiamo non c'è più il rischio di una guerra. Quando sangue ancora dovrà essere versato perché anche ad altri livelli si capisca che occorre dire basta e puntare a un processo di integrazione e riconoscersi in una comunità? Sembra un sogno, come lo era sessanta anni fa. Eppure per l'Europa il sogno si è realizzato perché si è avuto il coraggio, ricordando il sangue versato, di cercare la pace. La nostra speranza ha concluso il vicesindaco Matulli è che anche il sangue che viene sparso ogni giorno e quello che oggi ricordiamo dei caduti di Nassyria, sia il contributo perché l'umanità abbia il coraggio di dire basta. Mi sembra questa la considerazione che rende più onore a queste diciannove vite spezzate, a questo pezzo d'Italia caduto a Nassyria insieme all'impegno di tutti perché non sia sangue versato invano".La cerimonia si è conclusa con un minuto di silenzio. (mf)SEGUE FOTO CGE