Rifugiati eritrei, l'assessore De Siervo: "Ci stiamo occupando del caso con la prefettura. E la nostra politica di accoglienza è tra le più avanzate d'Italia"

"Le politiche di accoglienza del Comune di Firenze sono fra le più avanzate d'Italia, noi non ci siamo mai lavati le mani di fronte ai problemi e non lo abbiamo fatto neppure stavolta. Conosciamo la situazione di questo gruppo di profughi e da subito ci siamo attivati insieme alla Prefettura per trovare una soluzione, che non è semplice ma che speriamo sia imminente". L'assessore all'immigrazione Lucia De Siervo interviene sulla polemica per la vicenda dei rifugiati eritrei ed etiopi che da giorni occupano una palazzina in via Sant'Agostino. "Il Comune di Firenze - spiega l'assessore De Siervo - crede e si è sempre impegnato nella tutela dei diritti delle persone richiedenti asilo politico. Siamo fra le poche città italiane a garantire un centro ad hoc a villa Pieragnoli, che accoglie 55 persone ed è sempre pieno; e siamo fra i pochi che collaborano strettamente con la Prefettura, che ha la competenza sul cosiddetto Programma nazionale asilo, per l'inserimento dei profughi nel sistema di protezione nazionale. Un esempio: la soluzione trovata per 83 profughi somali nell'aprile 2004. E collaboriamo con le associazioni di volontariato per gestire sia le emergenze che i progetti di reinserimento. So bene che si tratta di persone che scappano da guerre e carestie, che devono attendere per oltre un anno l'esame della richiesta d'asilo dal Ministero degli Interni e che nel frattempo non possono assolutamente lavorare per divieto esplicito di legge. E' una situazione ingiusta e paradossale, dovuta anche alla mancanza di una legge nazionale per i rifugiati". "Noi abbiamo sempre cercato di aiutarli - aggiunge l'assessore - ma il problema vero è che mentre i bisogni aumentano, i fondi a disposizione diminuiscono e saranno ancor meno se passerà questa legge Finanziaria, dove per queste persone e per questi problemi non c'è posto, non esistono. Forse sarebbe bene che chi protesta per le condizioni di vita dei profughi nel nostro paese si rivolgesse all'indirizzo giusto, che non è certo il nostro". (ag)