In Palazzo Vecchio un convegno sulla finanza locale, l'assessore Albini: "I Comuni dovrebbero essere più ascoltati nell'interesse del Paese"

"La vitalità della nostra Repubblica, sia sotto l'aspetto istituzionale che per quello riguardante la qualità sociale, ambientale ed economica del nostro Paese dipende anche dalla corretta impostazione dei temi riguardanti l'ordinamento e le politiche finanziarie degli Enti Locali". Lo afferma l'assessore al bilancio Tea Albini nel suo saluto all'annuale convegno dell'Ardel (Associazione ragionieri degli Enti Locali) dal titolo "Gli Enti Locali del 2006: finanza e ordinamento", che si è aperto oggi in Palazzo Vecchio."Durante l'ultimo decennio – dice ancora l'assessore Albini – molte cose sono cambiate all'interno delle amministrazioni comunali, nei rapporti tra le istituzioni locali e lo Stato, nel ruolo e nelle funzioni dei Comuni e nel rapporto tra queste istituzioni ed i cittadini. Questi anni hanno prodotto cambiamenti di ruolo anche per gli amministratori e accrescimento di competenze e professionalità nelle strutture burocratiche, specie in quelle dedicate alla gestione delle politiche finanziarie. Dopo la riforma costituzionale del 2001 che ha sancito la pari dignità costituzionale dei soggetti istituzionali a tutti i livelli, recentemente riscritta da questo Governo, c'è il concreto pericolo che il federalismo assuma un carattere disgregativo, invece che solidale e cooperativo".Non è mancato nell'intervento dell'assessore Albini, un attacco alla Legge Finanziaria in discussione in questi giorni in Parlamento: "Sappiamo che la situazione finanziaria del nostro Paese è grave e che l'Unione Europea ha posto termini e condizioni precise per riportare il rapporto deficit e pil sotto il 3%. Possiamo ben dirlo perché, come ha riconosciuto la Corte dei Conti, il 97% dei Comuni ha rispettato il Patto di Stabilità. Nell'estate scorsa, dopo il famigerato decreto ‘taglia spese' del luglio 2004, ricevemmo assicurazione dal Governo che mai più si sarebbe ricorsi ad atti improvvisi ed unilaterali di quel genere, poiché ci si sarebbe invece ispirati al cosiddetto metodo Gordon Brown, con il tetto d'incremento della spesa su base annua del 2%. Oggi, come ben sapete, questa impostazione del Patto di Stabilità viene rinnegata e ricacciata in soffitta"."E' ormai impossibile – dice ancora l'assessore al bilancio – impostare una programmazione dei bilanci su base pluriennale se continuamente, tutti gli anni, si cambiano non solo norme importanti, ma addirittura l'impianto strategico complessivo delle politiche economiche-finanziarie. Se, come sta succedendo si cambia radicalmente l'impostazione del Patto di Stabilità con il passaggio dai ‘saldi di bilancio' ai ‘tetti di spesa'. Se, nella più completa indifferenza verso la molteplicità delle situazioni dei Comuni italiani oggi attraversati da profondi processi sociali, demografici ed economici, si trattano i Comuni come un tutto indistinto, bloccando per tutti gli strumenti dell'autonomia impositiva e continuando a negare nuove leve fiscali locali come ‘i contributi di scopo'. Non era mai accaduto che la manovra imponesse un ‘tetto negativo', calcolato addirittura sui consuntivi dell'anno precedente, cioè il 2004, e quindi notevolmente superiore a quel 6,7% che sta scritto in Finanziaria e realisticamente valutabile, intorno al 13,5%. E non si era mai visto che, in barba ad ogni federalismo, si andasse a dire, ad ogni Comune dove e come tagliare, oltretutto in modo impreciso e assolutamente poco realistico. A Firenze, con questa Finanziaria, dovremo operare un taglio di oltre 19 milioni di euro sul 2004"."Noi – conclude l'assessore Albini – siamo seriamente preoccupati delle ripercussioni negative che ci potrebbero essere per le famiglie, per i cittadini e per la qualità della vita nelle nostre città, andando ad incidere direttamente sui servizi.Eppure, i Comuni, tramite la loro Associazione, hanno presentato puntuali emendamenti e proposte che sarebbero in grado di contribuire al raggiungimento di obiettivi di rigore ed equità che dovrebbero ispirare le politiche nazionali in questo momento. Ma non esiste una sede dove discutere, non è stato attivato un tavolo di concertazione, né risposto alle nostre richieste. I Comuni, e gli enti territoriali in genere, dovrebbero essere ascoltati, nell'interesse del nostro sistema istituzionale, nell'interesse più generale del Paese intero".I lavori proseguiranno domani con tre sessioni: "Il fisco locale: problemi e prospettive", "Sistema di bilancio e direzione finanziaria" e "La gestione del debito e della liquidità". Al mattino i lavori saranno aperti dal segretario e direttore generale del Comune di Firenze Carlo Paolini e nel pomeriggio è previsto un intervento del sindaco e presidente nazionale dell'Anci Leonardo Domenici. Sabato le conclusioni.(fd)