«Modificare le disposizioni sul "patto di stabilità interno" contenute nella finanziaria»: in consiglio passa risoluzione della maggioranza
Una risoluzione «per modificare le disposizioni sul "patto di stabilità interno" contenute nella proposta di legge finanziaria 2006» è stata approvata questo pomeriggio dal consiglio comunale. Il documento era stato presentato dai capigruppo Alberto Formigli (DS), Nicola Perini (Margherita), Nicola Rotondaro (Comunisti Italiani), Giovanni Varrasi (Verdi) e Alessandro Falciani (SDI).La risoluzione esprime «pieno sostegno alle posizioni espresse dall'Anci (l'associazione nazionale dei Comuni italiani)», ribadisce «l'urgente necessità di un riordino della finanza locale, nel pieno rispetto dell'articolo 119 della Costituzione» e impegna il consiglio comunale a mobilitarsi «nelle forme che le circostanze consentiranno, ed in adesione alle iniziative unitarie promosse dall'ANCI, affinché il ruolo crescente assunto dai Comuni nella garanzia dei servizi e nella guida dello sviluppo del territorio siano compresi dall'opinione pubblica e dalla forze politiche, e inducano il Governo ed il Parlamento a recedere dall'approvare misure che rischiano di azzerare o ridurre drasticamente alcuni servizi sociali essenziali erogati dagli enti locali». (fn)Questo il testo della risoluzione:RISOLUZIONE"Per modificare le disposizioni sul Patto di stabilità internocontenute nella proposta di Legge Finanziaria 2006"IL CONSIGLIO COMUNALERICORDA che con la Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n° 3 "Modifiche al Titolo V della Parte seconda della Costituzione", sono stati ridisegnati in senso federale ambiti di competenza e poteri dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni;RILEVA in particolare come l'articolo 119 della Costituzione stabilisca l'autonomia finanziaria di entrata e spesa anche per i Comuni e le Città metropolitane, la disposizione a loro favore della compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferibile al loro territorio, l'istituzione di un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante, tutte risorse con le quali i Comuni e le Città metropolitane debbono essere messe in condizione di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite;RILEVA ALTRESI' come tale riforma si collochi nell'ambito del processo di decentramento delle funzioni già avviato con i decreti "Bassanini" e come, per quanto riguarda gli aspetti finanziari anche in relazione all'adesione dell'Italia al Trattato di Maastricht, ciò abbia determinato una maggiore responsabilizzazione delle Amministrazioni locali finalizzata a ridurre l'inefficienza e gli sprechi, ma anche il conseguente aumento della pressione fiscale locale necessario per mantenere alto il livello dei servizi e per rispondere adeguatamente al contestuale trasferimento di funzioni e competenze;RICORDA come tale processo si sia sviluppato negli ultimi anni con la piena adesione delle Amministrazioni locali, come segnalato dalla Corte dei Conti, che ha rilevato come nel 2004 oltre il 97% dei Comuni abbia rispettato il Patto di stabilità interno, contenendo la crescita dei consumi intermedi (spese per beni e servizi) entro l'1.9%, e ciò nonostante il susseguirsi dal 2001 di successivi limiti alla spesa progressivamente restrittivi contenuti nelle Leggi Finanziarie e, per ultimo, dal "decreto taglia spese" n. 168/2004, nonché il congelamento dell'addizionale IRPEF in vigore dal 2003;SOTTOLINEA come le Amministrazioni locali siano tuttora in attesa di nuove norme, coerenti con il dettato dell'articolo 119 della Costituzione, che ripensino il sistema della finanza locale nel senso della responsabilizzazione delle singole Amministrazioni circa il prelievo tributario e tariffario locale e i conseguenti impegni di spesa, pur nel rispetto dei vincoli stabiliti dal Trattato di Maastricht, e sottolinea in tale contesto il sostanziale fallimento dell'Alta Commissione sul federalismo fiscale istituita dal Governo nel 2003;APPRENDE CON GRANDE PREOCCUPAZIONE il contenuto delle nuove e più restrittive norme sul Patto di stabilità interno contenute nel disegno di Legge Finanziaria 2006 licenziato dal Governo ed ora all'esame del Parlamento:il taglio indiscriminato della spesa corrente dei Comuni con più di 3.000 abitanti pari al 6.7% rispetto al 2004, al netto delle spese sostenute per il personale e di quelle strettamente "sociali" così come classificate dal DPR 31 gennaio 1996, n. 194;la conferma del congelamento dell'addizionale comunale all'IRPEF e del livello dei trasferimenti statali fissati nel 2005;CONSIDERA il complesso di tali norme insostenibile per i Comuni, tenuto conto che, al netto delle spese incomprimibili (personale, affitti passivi, utenze, contratti di servizio, interessi sui mutui già contratti) e tenuto conto del tasso di inflazione, il taglio reale alla spesa corrente si attesterà attorno al 13%, differenziale in nessun modo riequilibrabile con nuove o maggiori entrate, andando ad incidere sulle risorse necessarie per erogare importanti servizi quali trasporto scolastico, assistenza scolastica ai disabili, refezione scolastica, servizi di pre-scuola, soggiorni estivi, gestione degli impianti sportivi, manutenzione ordinaria del verde pubblico e della rete stradale;SOTTOLINEA come il Governo si sia finora sottratto ad un confronto di merito con le rappresentanze delle Amministrazioni locali, necessario, invece, per conseguire il mantenimento del livello dei servizi sociali e contestualmente per far sì che gli Enti locali possano partecipare positivamente alle necessarie azioni di risanamento della finanza pubblica, anche alla luce della difficile fase attraversata dall'economia nazionale e dallo stato in cui versano i conti pubblici, caratterizzato dal progressivo azzeramento dell'avanzo primario, dal sensibile superamento del limite del 3% nel rapporto deficit/PIL e dallo stock del debito pubblico più elevato tra i Paesi dell'Unione Europea;CONDIVIDE PERCIO' il contenuto del documento approvato il 29 settembre 2005 dal Comitato Direttivo dell'ANCI, del documento consegnato l'11 ottobre 2005 dai rappresentanti dell'ANCI Toscana ai Prefetti, nonché della presa di posizione espressa il 13 ottobre 2005 dalle associazioni locali delle categorie economiche (Assindustria, CNA, Confcooperative, Confesercenti, API, CIA, Coldiretti, Legacoop);ESPRIME PIENO SOSTEGNO ALLE POSIZIONI ESPRESSE DALL'ANCI, in particolare assume come proprie le proposte già avanzate in merito alla Legge Finanziaria 2006:apertura di un concreto tavolo di concertazione tra Governo ed Enti locali;ritorno al sistema dei saldi in luogo di quello dei tagli alla spesa corrente;sblocco dell'addizionale comunale all'IRPEF;esclusione delle spese per investimenti dai tetti di spesa e loro finanziamento con nuove entrate;decentramento del catasto, almeno per i Comuni di maggiori dimensioni;ripristino del Fondo nazionale per le politiche sociali allo stesso livello del 2004;rifinanziamento del Fondo nazionale trasporti istituito dalla "Legge Burlando";RIBADISCE l'urgente necessità di un riordino della finanza locale, nel pieno rispetto dell'articolo 119 della Costituzione;SI IMPEGNA A MOBILITARSI nelle forme che le circostanze consentiranno, ed in adesione alle iniziative unitarie promosse dall'ANCI, affinché il ruolo crescente assunto dai Comuni nella garanzia dei servizi e nella guida dello sviluppo del territorio siano compresi dall'opinione pubblica e dalla forze politiche, e inducano il Governo ed il Parlamento a recedere dall'approvare misure che rischiano di azzerare o ridurre drasticamente alcuni servizi sociali essenziali erogati dagli Enti locali;IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE a trasmettere il presente Ordine del Giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, al Presidente dell'ANCI nazionale e della Toscana, ai parlamentari di tutte le forze politiche eletti in Toscana, al Presidente della Regione Toscana e al Presidente del Consiglio regionale della Toscana, al Presidente dell'Amministrazione provinciale di Firenze e ai Sindaci dei Comuni della Provincia di Firenze, ai rappresentanti locali delle Associazioni delle categorie economiche e delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.Alberto FormigliCapogruppo DSNicola PeriniCapogruppo DL MargheritaNicola RotondaroCapogruppo PdCIGianni VarrasiCapogruppo VerdiAlessandro FalcianiCapogruppo SDIFirenze, 19 ottobre 2005