Baruzzi e Bartolozzi (DS): «Nelle mense scolastiche prodotti alimentari delle realtà lavorative che utilizzano i beni confiscati alla mafia»

Utilizzare nelle mense scolastiche prodotti alimentari delle realtà lavorative che utilizzano i beni confiscati alle organizzazioni mafiose. La proposta è contenuta in una mozione presentata dal consigliere dei DS Daniele Baruzzi che questa mattina, nel Salone dei Cinquecento, ha partecipato alla manifestazione "L'etica della legalità: il dovere delle regole", organizzata nel quadro delle iniziative della Carovana antimafia 2005, presenti il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, il presidente dell'Arci Paolo Beni, il magistrato Silvia Della Monica e Rita Borsellino, sorella di Paolo e presidente onorario dell'Associazione Libera.Un analogo documento è stato presentato dal consigliere dei DS al Quartiere 4 Gino Bartolozzi.«In Parlamento – scrivono Baruzzi e Bartolozzi – è in discussione il disegno di legge per delegare il governo a riordinare la disciplina in materia di gestione e destinazione delle attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali" e che introduce modifiche alla legislazione sulla confisca dei beni mafiosi oggi disciplinata dalla "Rognoni-La Torre" e dai successivi aggiornamenti»;«L'articolo 3 di questo disegno di legge – si sottolinea nella mozione - prevede per la prima volta nel nostro ordinamento, "la procedura di revisione della decisione definitiva di confisca nel procedimento di prevenzione, ad istanza di chiunque ne abbia interesse", introducendo così la possibilità di chiedere, dopo i tre gradi di giudizio, e senza limiti di tempo, la revisione del processo che ha stabilito la confisca del bene, con la conseguenza di gravi incertezze nella destinazione del bene confiscato».«Peraltro – hanno rilevato i due consiglieri dei DS - negli ultimi anni il numero delle confische è diminuito in maniera preoccupante, anche a causa della mancata proroga da parte del governo del commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati, che ha provocato lo smantellamento di una struttura che aveva accumulato in questi anni un patrimonio prezioso di conoscenza ed esperienza in materia. Non dimentichiamo che i beni confiscati sono stati utilizzati per finalità dall'alto valore sociale e civile, anche attraverso la costituzione di cooperative di gestione che hanno impiegato giovani di quelle aree del Paese più esposte al fenomeno della criminalità organizzata e ad alti tassi di disoccupazione».La mozione impegna il sindaco «a intervenire presso il Governo nazionale, il Parlamento e gli eletti in questa assemblea della città di Firenze per sollecitare una radicale revisione del disegno di legge, in particolare per ciò che riguarda l'articolo» ed «a valutare la possibilità di misure concrete, da parte dell'amministrazione comunale, finalizzate al sostegno delle realtà lavorative che utilizzano i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, ad esempio prevedendo l'utilizzo nelle mense scolastiche dei prodotti alimentari delle suddette realtà». (fn)Questo il testo della mozione:Mozione "Per il sostegno ed il rilancio della strategia della confisca dei beni mafiosi"Proponenti: Daniele BaruzziConsiderato cheè in discussione presso il Parlamento il ddl AC 5362 recante "Delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di gestione e destinazione delle attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali", approvato dal Consiglio dei Ministri in data 24 Settembre 2004, che introduce modifiche alla legislazione sulla confisca dei beni mafiosi oggi disciplinata dalla legge 646/1982 c.d. "Rognoni-La Torre" e successivi aggiornamenti;appreso cheil ddl AC 5362, all'art. 3, prevede per la prima volta nel nostro ordinamento, "la procedura di revisione della decisione definitiva di confisca nel procedimento di prevenzione, ad istanza di chiunque ne abbia interesse", introducendo così la possibilità di chiedere, dopo i tre gradi di giudizio, e senza limiti di tempo, la revisione del processo che ha stabilito la confisca del bene, con la conseguenza di gravi incertezze nella destinazione del bene confiscato;ricordato chein base alla normativa vigente sono stati confiscati alle organizzazioni mafiose, al dicembre 2003, circa 4825 beni immobili, 4421 beni mobili (conti correnti, quadri, gioielli, autovetture etc.) e 146 aziende, per un valore complessivo che si stima intorno ai 1,2 miliardi di euro;considerato chenegli ultimi anni il numero delle confische è diminuito in maniera preoccupante, anche a causa della mancata proroga da parte del Governo del Commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati, che ha provocato lo smantellamento di una struttura che aveva accumulato in questi anni un patrimonio prezioso di conoscenza ed esperienza in materia;valutato chedata la fondamentale rilevanza della strategia della confisca dei beni mafiosi nella lotta alla criminalità organizzata, che priva tali organizzazioni delle risorse che consentono loro di prosperare e riciclare il denaro sporco, è necessaria una riforma complessiva della normativa che vada nel senso di un rafforzamento ed un rilancio della strategia della confisca dei beni mafiosi;valutato chei beni confiscati sono stati utilizzati per finalità dall'alto valore sociale e civile, anche attraverso la costituzione di cooperative di gestione che hanno impiegato giovani di quelle aree del Paese più esposte al fenomeno della criminalità organizzata e ad alti tassi di disoccupazione;impegna il Sindacoa intervenire presso il Governo nazionale, il Parlamento e gli eletti in questa assemblea della città di Firenze per sollecitare una radicale revisione del suddetto ddl AC 5362, in particolare per ciò che riguarda l'art.3;a valutare la possibilità di misure concrete, da parte dell'Amministrazione Comunale, finalizzate al sostegno delle realtà lavorative che utilizzano i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, ad esempio prevedendo l'utilizzo nelle mense scolastiche dei prodotti alimentari delle suddette realtà.Firenze, 3 Novembre 2006