Firenze Fiera, Razzanelli (UDC): «Gestire l'azienda su basi privatistiche non con criteri politici di lottizzazione»
«Pensare di risolvere i problemi di Firenze Fiera con la semplice sostituzione del Presidente equivale, in termini calcistici, a sostituire l'allenatore senza cambiare i giocatori». È quanto ribadisce il capogruppo dell'UDC Mario Razzanelli secondo il quale «la logica di spartizione delle poltrone porta da un lato l'ente pubblico ad indicare il presidente, dall'altro i privati a fare il nome dell'amministratore delegato, che nella fattispecie è uno dei quattro consiglieri espressi dalla camera di commercio. Come se non bastasse, il quadro è completato da diciassette consiglieri, nominati in rappresentanza di tutte le categorie e partiti politici. Si capisce bene che il meccanismo è troppo complicato per poter funzionare. Si tratta infatti di un numero esorbitante di persone, che talvolta non hanno nessuna competenza specifica nel settore».«Occorre pertanto ripensare da capo tutta la struttura - ha proseguito l'esponente del centrodestra - e prendere esempio da organizzazioni che sono in grado di ben gestire gli spazi espositivi, di vendere il proprio "know how" nella gestione delle fiere anche all'estero e di fare profitto. Un esempio in tal senso sono alcune ferie tedesche, che non solo gestiscono fiere nel loro paese, ma anche in tutto il mondo: India, Cina e altri paesi».«Occorre fare una rivoluzione - ha concluso Razzanelli - gestire l'azienda su basi privatistiche, e non con criteri politici di lottizzazione come Firenze Fiera. Domenici rifletta bene su cosa fare, ricordandosi che Firenze è una città che si può esportare in tutto il mondo. A patto di saperlo fare». (fn)